Canto dello Stellario
Il canto dello Stellario è la preghiera che richiama la corona con dodici stelle posta sul capo di statue e quadri della Madonna: le stelle sono dodici perché è un numero ricco di simboli, e 12 sono pure i privilegi concessi alla Vergine Maria dalla Santissima Trinità.
Premessa
Questo canto rimanda all'influsso che ebbero i frati francescani, nel diffondere il culto dell'Immacolata; infatti, grazie a loro, venne in voga la pratica dei sabatini in suo onore, la processione nell'ambito del convento l'ultimo sabato del mese, la novena con il digiuno della vigilia e anche la recita dello Stellario all'Immacolata.
In Sicilia Mariano da Alcamo si prodigò per la diffusione del culto mariano; la devozione nei confronti della Vergine Maria era rafforzata dalla sua convinzione di aver ottenuto delle grazie (con la prima era stato liberato dalle tentazioni e dai pericoli) e dalla visione della Madonna dello Stellario, che diceva di avere avuto nel convento di Alcamo dopo essere tornato dalla missione in Boemia. (1599)[1]
Dal giorno in cui, sulla cima di una vecchia palma, ebbe la visione della Madonna circondata di luce e coronata di splendide stelle, non si fermò nella sua attività di propagazione (in forma scritta e verbale) della devozione alla Madonna dello Stellario, propugnando l'innalzamento di altari e chiese per la sua gloria.[1]
Cenni storici
Le prime notizie su questa pratica religiosa sono del XVIII secolo; la devozione è nata sulla base del testo dell'Apocalisse 12,1. Da alcuni Padri e scrittori della Chiesa, la Donna viene identificata con la Vergine Maria e le dodici stelle rappresentano i privilegi di grazia che l'adornano in um modo molto particolare.[2]
Nella prima metà del XVII secolo il canto dello Stellario è una preghiera abbastanza diffusa nel Sud Italia, soprattutto nella Diocesi di Palermo; la festa è fissata al 30 agosto e i francescani e le confraternite dello Stellario ne sono i propagatori. La devozione arriva anche a Roma, presso la Basilica di San Lorenzo in Damaso, dove viene istituita l'Arciconfraternita dello Stellario.
Nella prima metà del XVII secolo, la devozione viene frenata da parte del Sant'Uffizio e della Congregazione dell'Inquisizione: due decreti ne vietano la recita, vengono annullate le indulgenze per chi lo recita e abolite le confraternite. Tuttavia, questi divieti non sono rispettati dovunque; infatti, nel 1643 padre Bonaventura Mastrilli, guardiano del convento di San Francesco di Palermo, istituisce la festa e fonda la confraternita dello Stellario e, per renderla più solenne, incarica un famoso teologo, a tenere un discorso.[2]
La Congregazione dell'Inquisizione, però, il 23 novembre 1645 rinnova in maniera ancor più drastica le disposizioni del 1640: proibendo la celebrazione della festa, e abolendo le rispettive confraternite che avevano continuato la pratica. Il 14 dicembre successivo Papa Innocenzo X conferma il decreto dell'Inquisizione, e di consequenza, la devozione dello Stellario riceve una battuta d'arresto.
Probabilmente la devozione viene ripresa prima, della definizione del dogma dell'Immacolata Concezione del 1854.[2] Una rievocazione della festa dello Stellario, nella versione simile a quella del 1643, viene effettuata il 3 e 4 novembre 1990 e ripetuta il 4 e 5 novembre 1994, resa possibile per il ritrovamento dei documenti sopra ricordati. Una folla immensa si riversa nella basilica di San Francesco di Palermo, trasformata in un grande anfiteatro, e rivive uno dei momenti di maggiore fervore popolare. Particolarmente coinvolgenti sono stati gli appuntamenti da settembre a dicembre 2004, in occasione del 150° anniversario della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione da parte di Papa Pio IX (1854-2004).
Struttura e contenuto
Durante questa preghiera vengono contemplati i privilegi di Maria: nel testo del Canto dello Stellario ci sono due parti ben distinte: la prima parte è formata da dodici quartine, quattro per ogni privilegio, precedute da un Padre nostro e chiuse da un Gloria; ogni quartina si conclude con la recita di un'Ave Maria. Quindi, complessivamente, si recitano tre Padre Nostro, tre Gloria al Padre e dodici Ave Maria. Alla fine c'è una preghiera di affidamento all'Immacolata.
Nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Alcamo le quartine del Canto dello Stellario, recitato da parecchi decenni, vengono alternate: una viene cantata, l'altra recitata (o viceversa).
Con il primo Padre nostro si ringrazia l'Eterno Padre per i privilegi concessi alla Vergine come diletta Figlia del Padre, scelta come Madre del Figlio di Dio, esente da ogni colpa e dal peccato originale. Qui Maria è invocata come rifugio, guida, speranza e avvocata.
Con il secondo Padre nostro viene ringraziato il Figlio di Dio per i privilegi che sono stati concessi all'Immacolata, come sua degna Madre; viene presentata la maternità verginale della Madonna, ottenuta per virtù dello Spirito Santo, e la sua perpetua verginità. Qui si fa riferimento alle verità di fede riconosciute fin dai primi secoli della Chiesa.
Con l'ultimo Padre nostro si ringrazia lo Spirito Santo per i privilegi concessi alla Vergine Maria, come sua purissima Sposa; qui viene definita come tempio e Sposa dello Spirito, creatura colma di santità più di tutte le altre, Regina piena di ogni grazia, rifugio dei peccatori e Avvocata nostra. Anche in queste quartine vengono richiamati dei titoli presenti sia nel Salve Regina che nelle litanie.
Nella seconda parte dello Stellario ci sono due orazioni, l'Offerta e la Preghiera finale; con la recita del Canto, il fedele implora l'Immacolata affinché riceva dalla Trinità il perdono dei peccati, il perdurare nello stato di grazia, e la liberazione dalla morte eterna, in modo da vederla in cielo coronata di gloria. Segue, quindi, la Preghiera finale, colma di ricco sentimento: essa è stata attribuita a sant'Alfonso Maria de' Liguori, il famoso santo di Napoli.
Possiamo affermare, allora, che i siciliani, attraverso la recita dello Stellario, vedono nell'Immacolata la prima persona redenta da Gesù Cristo; grazie alla misericordia divina, Ella è preservata dal peccato originale. Fin dal principio è stata eletta dal Padre a divenire Madre del Figlio. L'Immacolata rappresenta per i fedeli un mistero da contemplare: il popolo cristiano vede in Lei il capolavoro di Dio, splendido nella sua incontaminata bellezza, la creatura più perfetta uscita dalle mani di Dio.
Note | |
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Bibliografia | |
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