Chiesa ortodossa etiope
| Chiesa ortodossa etiope | |
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Cattedrale della Santissima Trinità (Addis Abeba), sede patriarcale | |
| Classificazione | Copto Ortodossa |
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| Orientamento | Chiesa non calcedonese |
| Fondazione | |
| Fondatore
Data Luogo |
San Frumenzio IV secolo Axum |
| Separata da | Chiesa ortodossa copta (1959) |
| Associazione | Chiese ortodosse orientali |
| Diffusione | Etiopia |
| Lingua | Ge'ez (ufficiale) e lingue nazionali: tigrino e amarico |
| Primate | Abune Mathias |
| Struttura organizzativa | 60 vescovi e 44 diocesi |
| Fedeli | 50 milioni ca. |
| Altri nomi | Chiesa tewahedo |
| Collegamenti esterni | |
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Sito ufficiale | |
La Chiesa ortodossa etiope (amarico: የኢትዮጵያ ኦርቶዶክስ ተዋሕዶ ቤተ ክርስቲያን, ye’ītiyop’iya oritodokisi tewaḥido bēte kirisitīyani) è la tradizionale e tuttora principale chiesa in Etiopia.
È di tradizione monofisita come la Chiesa copta alla quale è stata legata per secoli, cioè attribuisce all'unica persona di Gesù un'unica natura dove la divinità e l'umanità sono "unite in una" (ተዋሕዶ, tewahedo), diversamente dalle altre principali chiese cristiane che riconoscono a Gesù un'unica persona e due nature distinte (cf. Concilio di Calcedonia 451). Il termine "ortodossa" non va dunque inteso come legato al cristianesimo ortodosso basato a Istanbul e prevalente nell'est Europa.
La tradizione ricorda l'evangelizzazione dell'Etiopia nel IV secolo a opera di san Frumenzio, considerato fondatore della Chiesa etiope. Nei secoli ha tenacemente mantenuto la propria identità culturale circondata da territori islamici e costantemente minacciata di invasioni e conquiste.
La lingua sacra tradizionale e liturgica e quella propria della Bibbia etiope è il ge'ez, nonostante da secoli sia stato soppiantato come lingua vernacolare dall'amarico ad esso affine.
Storia


Axum: culla del cristianesimo etiope
Secondo la Chiesa etiopica, essa ha avuto origine da un funzionario del re axumita battezzato da San Filippo diacono (distinto da Filippo apostolo), uno dei sette diaconi (cf. At 8,26-38 ). La regina Candace (titolo onorifico etiope che indica la regina madre) citata nel passo biblico è tradizionalmente indicata Gersamot Hendeke VII, regina d'Etiopia realmente esistita e regnante nella metà nel primo secolo d.C.
L'accettazione del Cristianesimo come religione di stato avvenne però molto più tardi, nel IV d.C., quando san Frumenzio, di origine siriaca e cresciuto in Grecia, convinse il re Ezanà di Axum a convertirsi al Cristianesimo e a imporlo a tutto il popolo, che già lo professava in larga parte.
| « | Un filosofo cristiano di Tiro, Meropio, si recò in India per un viaggio d'istruzione, accompagnato da due suoi giovani parenti, Edesio e Frumenzio, che lui stesso istruiva nelle libere arti. Sulla via del ritorno, la nave si fermò per fornirsi di acqua sulla costa africana del Mar Rosso, dove fu attaccata dalla gente del luogo in lotta contro l'impero dei romani. Tutto l'equipaggio e i passeggeri furono uccisi: si salvarono solo i due giovani, che furono catturati e offerti in dono al re degli etiopi. Impressionato dalla loro intelligenza, il re nominò Frumenzio suo segretario e tesoriere, Edesio suo coppiere. Al momento della sua morte, il re liberò i due giovani. Ma la regina alla quale incombeva la reggenza in attesa della maggiore età del piccolo Ezanà pregò Frumenzio di assisterla nel governo dello stato. » | |
Quando Ezanà diventò maggiorenne, Frumenzio fu lasciato libero di tornare a casa a Tiro in Libano; egli si recò invece ad Alessandria d'Egitto. È sempre lo storico Rufino che ci informa sugli sviluppi della vicenda:
| « | Frumenzio si recò ad Alessandria a informare il patriarca Atanasio (328-373) della diffusione del cristianesimo nel regno di Axum, esortandolo a mandarvi un vescovo che si prendesse cura di quelle prime comunità di fedeli. Radunati i suoi sacerdoti, Atanasio discusse la questione e rispose a Frumenzio: "Quale altro uomo potremmo trovare in cui sia lo spirito di Dio come è in te e che possa attendere a tale compito?". E lo consacrò vescovo, inviandolo ad Axum». » | |
Quando il principe Ezana salì al trono Frumenzio assunse il titolo di san Frumenzio e fu nominato capo della Chiesa cristiana d'Etiopia. Da allora, il Patriarca di Alessandria ha mantenuto il diritto di nominare l'arcivescovo (archieparca) etiope. Nel corso dei secoli, questo diritto è sempre stato esercitato e il vescovo prescelto è sempre stato un copto egiziano fino agli inizi del '900, quando la chiesa etiope chiese ed ottenne l'autocefalia.
Medioevo ed età moderna

L'unione con la Chiesa copta ortodossa è continuata dopo la conquista islamica dell'Egitto. Abu Saleh dice che nel XII secolo il patriarca inviò lettere almeno due volte all'anno al re dell'Abissinia (Etiopia) e della Nubia.
All'inizio del XVI secolo la pressione militare islamica sull'Etiopia aumentò in misura consistente. Le armate islamiche, sia del sultanato ottomano che del sultanato di Adal, intendevano ottenere definitivamente il controllo delle piste carovaniere che collegavano le coste del Corno d'Africa al Mediterraneo. Nel 1507 il re d'Etiopia decise di chiedere aiuto al re del Portogallo. I portoghesi erano interessati a mantenere il controllo delle coste africane (da loro recentemente esplorate), dove avevano costruito delle basi navali per favorire il commercio con l'Estremo Oriente, superando così l'ostacolo posto dalla mediazione di commercianti musulmani nelle tratte mediterranee. Il re del Portogallo mandò una spedizione militare a sostegno del regno etiopico. Negli anni seguenti anche un gruppo di missionari gesuiti arrivò nel Paese, ma la loro opera trovò molti ostacoli. Il Papa, in seguito, inviò due vescovi portoghesi distaccandoli da Goa (India) e istituì il Patriarcato di Etiopia.
Nel 1622 re Susenyos si convertì al Cattolicesimo (per ottenere l'appoggio militare del Portogallo e della Spagna), imponendo ai sudditi di seguirlo nella sua scelta. Per la prima volta nella sua storia, la Chiesa ortodossa etiope interrompeva la millenaria comunione con la Chiesa Copta: la mossa fu invisa alla corte, al clero etiope che vedeva la sua influenza politico-sociale scemare, e al popolo. A seguito di numerose congiure contro l'imperatore da parte dell'aristocrazia etiope e sanguinose rivolte da parte del popolo, che vedeva la conversione forzata come una "europeizzazione" , un sacrilegio, e una perdita della propria identità, Susenyos dovette abdicare nel 1632 in favore del figlio Fasilides. Fasilides rinunciò immediatamente al progetto del padre, riconvertendosi al Cristianesimo ortodosso copto e reintroducendolo come religione di stato. Inoltre, a seguito di presunti progetti di colonizzazione da parte degli stati europei, l'Etiopia bandì tutti gli europei dal proprio territorio, tutti i libri cattolici vennero bruciati, i gesuiti presenti nel paese vennero cacciati e per centinaia di anni non fu permesso a nessuno straniero di metter piede nell'Impero d'Etiopia.
Storia recente

In tempi più recenti la chiesa etiopica ha sperimentato una serie di sviluppi. Il primo è stato nel XIX secolo con la pubblicazione di una traduzione in amarico della Bibbia scritta in ge'ez, lingua ai tempi definitivamente estinta. In gran parte la versione fu frutto del lavoro di Abu Rumi che ci mise più di dieci anni a tradurla presso Il Cairo.
Questa versione, con alcune modifiche, restò quella ufficiale fino a quando Haile Selassie salì al potere e ordinò una nuova traduzione nel 1960.[1] Hailé Selassié ha anche svolto un ruolo di primo piano in ulteriori riforme della chiesa che comprendeva la distribuzione della traduzione di Abu Rumi in tutta l'Etiopia,[2] così come la sua promozione e di una migliore formazione del clero. Un passo significativo nello sforzo dell'Imperatore è la fondazione del Collegio Teologico della chiesa della Santissima Trinità nel dicembre 1944, tre anni dopo la liberazione dalla dominazione italiana.[3] Un terzo sviluppo è avvenuto dopo la restaurazione di Haile Selassie in Etiopia quando pubblicò il 30 novembre il decreto numero 2 del 1942, una nuova legge di riforma della Chiesa. Gli obiettivi primari di questo decreto dovevano porre le basi nelle finanze della Chiesa al fine di creare un fondo centrale per le sue attività, e di presentare i requisiti per la nomina del clero che erano stati abbastanza classisti fino ad allora.[4]
La Chiese copta ed etiope hanno raggiunto un accordo il 13 luglio 1948, che ha portato alla autocefalia della Chiesa etiopica. Cinque vescovi sono stati immediatamente consacrati dal Papa copto di Alessandria, avente il potere di eleggere il nuovo Patriarca e il successore di Abuna Qerellos IV che avrebbe il potere di consacrare nuovi vescovi.[5] Questa promozione è stata completata quando Papa Joseph II (copto ortodosso) consacrò un arcivescovo etiope di nascita, Abuna Basilios il 14 gennaio 1951. Nel 1959 papa Cirillo VI di Alessandria incoronò Abuna Basilios come primo Patriarca d'Etiopia.
Patriarca Abune Basilios mori nel 1971, gli succedete il patriarca Abuna Tewophilos. Con la caduta dell'imperatore Haile Selassie nel 1974 la Chiesa Ortodossa Etiope è stata destabilizzata come Chiesa di Stato. Il nuovo governo marxista iniziò la nazionalizzazione delle proprietà (compresi i terreni) di proprietà della chiesa. Patriarca Abuna Tewophilos è stato arrestato nel 1976 dalla giunta militare del Derg e segretamente giustiziato nel 1979. Il governo ha ordinato alla chiesa di eleggere un nuovo patriarca e Abune Takla Haymanot fu intronizzato. La Chiesa copta ortodossa rifiutò di riconoscere l'elezione e l'intronizzazione di Abuna Tekle Haymanot sulla base del fatto che il Sinodo della Chiesa etiope non avesse rimosso Abuna Tewophilos e che il governo non aveva riconosciuto pubblicamente la sua morte e lui era quindi ancora il legittimo Patriarca dell'Etiopia. Le relazioni formali tra le due chiese sono state interrotte, pur rimanendo in comunione. Le relazioni formali tra le due chiese sono riprese il 13 luglio 2007.
Il patriarca Abune Tekle Haymanot dimostrò di essere molto meno accomodante al regime Derg di quanto non fosse previsto e così quando il patriarca morì nel 1988 è stato chiesto un nuovo Patriarca con legami più stretti con il regime. L'arcivescovo di Gondar, un membro del Parlamento etiope dell'era Derg è stato eletto ed insediato come patriarca Abuna Merkorios. Dopo la caduta del regime Derg nel 1991 e l'avvento al potere del governo EPRDF, il patriarca Abune Merkorios abdicò sotto la pressione dell'opinione pubblica e del governo. La chiesa poi elesse il nuovo patriarca Abuna Paulos che è stato riconosciuto dal Papa copto ortodosso di Alessandria. L'ex patriarca Abuna Merkorios poi fuggì all'estero e annunciò che il suo esilio e abdicazione era stato fatto sotto costrizione e quindi era ancora il legittimo Patriarca d'Etiopia. Diversi vescovi sono andati in esilio e formarono un Sinodo alternativo. Questo Sinodo esiliato è riconosciuto da alcune Chiese etiopi in Nord America e in Europa che riconoscono il patriarca Abune Merkorios mentre il sinodo d'Etiopia ha continuato a sostenere la legittimità del Patriarca Abuna Paulos.
In seguito all'indipendenza dell'Eritrea come nazione nel 1993, la Chiesa ortodossa copta nel 1994 ha nominato l'Arcivescovo per la Chiesa ortodossa eritrea Tewahedo, che a sua volta ha ottenuto autocefalia nel 1998 con l'approvazione riluttante del suo sinodo madre. Nello stesso anno fu consacrato il primo patriarca eritreo.
A partire dal nuovo millennio sono sorte nuove chiese negli Stati Uniti e in altri paesi nei quali gli etiopi emigrarono. I fedeli ortodossi etiopi sono oggi circa 50 milioni, che insieme ai protestanti e ai cattolici formano la popolazione cristiana del paese.
I cristiani si concentrano soprattutto nel nord, nel sud e nel centro del paese (la cosiddetta "Etiopia storica" o Abissinia, ovvero quella che nei millenni ha fatto parte dell'Impero di Axum e dell'Impero d'Etiopia), mentre le zone conquistate alla fine dell'800 dall'imperatore Menelik II (imperatore noto per le sue doti guerriere: sconfisse infatti anche l'Italia nella battaglia di Adua, unico episodio nel quale uno stato africano ha sconfitto una potenza europea), che erano originariamente abitate da popoli di origine non semitica come gli abitanti dell'Abissinia, e quindi da musulmani, hanno ricevuto il diritto di culto, e hanno quindi mantenuto la religione islamica.
Lingua
| Per approfondire, vedi le voci Lingua ge'ez e Bibbia etiope |
Le funzioni liturgiche della Chiesa etiope sono celebrate in lingua ge'ez.
La Septuaginta (versione greca) è stata originariamente tradotta in ge'ez ma revisioni successive mostrano una chiara evidenza dell'uso di fonti ebraiche, siriache e arabe. La prima traduzione in volgare moderno è stata eseguita nel XIX secolo da un traduttore che è generalmente noto come Abu Rumi. Successivamente Haile Selassie ha sponsorizzato la traduzione in amarico delle Sacre Scritture dal ge'ez durante il suo regno, uno prima della seconda guerra mondiale e uno dopo.
Architettura e luoghi sacri
Il luogo sacro più venerato dai cristiani etiopi è Axum, considerata la più santa delle città dell'Etiopia, importante meta di pellegrinaggio. Feste significative sono il Timkat (la Festa dell'Epifania, celebrata in Etiopia il 16 gennaio, non il 6), il Natale (Leddet), il Meskel (festa autoctona della chiesa etiope che cade a fine settembre) e la Festa di Maryam Sion, che cade a fine novembre.
Le chiese etiopiche rispondono a vari stili architettonici. Sono famose le chiese monolitiche (scavate in un solo pezzo nella roccia) di Lalibela. Queste chiese sono solitamente scavate dall'alto verso il basso e quindi non risultano visibili dall'esterno.
Altre chiese sono costruite a forma di basilica. Queste sono solitamente le chiese più antiche e che risentono dell'architettura axumita. La cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion ad Axum è un esempio del disegno basilicale: pareti e soffitti sono decorati con affreschi. Altri noti esempi di chiese importanti sono la chiesa della Santissima Trinità di Addis Abeba, la chiesa di San Gabriele di Addis Abeba, la chiesa di San Giorgio e la chiesa di Nostra Signora Maria di Lalibela ecc. Spesso un cortile, circolare o rettangolare, circonda il corpo della chiesa. Le Chiese moderne etiopi possono incorporare gli stili basilicali o nativi e utilizzare tecniche di costruzione e materiali contemporanei. Nelle zone più rurali e inaccessibili, le chiese sono talvolta costruite in paglia.

Le forme locali preferite sono quelle quadrate e rettangolari (regione del Tigre) e quella rotonda (regione dell'Amhara). In tutti e due gli stili la chiesa è costruita attorno ad un chiostro centrale e a fasci concentrici.

Si ritrovano due tipi principali di architettura: uno basilicale (di influenza europea) e un altro nativo.
Arca dell'Alleanza
La Chiesa etiope sostiene che l'Arca dell'Alleanza che Mosè aveva costruito durante il viaggio nel deserto verso la Terra Promessa sarebbe conservata nella Chiesa di Nostra Signora di Sion di Axum, l'antica capitale dell'impero axumita. Solo i sacerdoti possono entrare nella stanza che conserva l'Arca; ciò ha suscitato quindi dubbi sulla veridicità della presenza dell'Arca nella chiesa. Un edificio per il culto non è considerato una vera chiesa fino a che il vescovo non abbia consegnato una copia dell'Arca fatta in alabastro o legno di acacia. Anche queste copie sono sempre tenute nascoste alla vista dei fedeli. Le copie sono esposte durante le feste più importanti, quali la consacrazione della chiesa, il Timkat (epifania), ecc.
Analogie con l'ebraismo

La chiesa etiope pone un accento più pesante sugli insegnamenti del Vecchio Testamento di quanto si possa trovare in qualsiasi altra confessione cristiana. I cristiani etiopi, come alcuni altri cristiani orientali, tradizionalmente seguono regole alimentari che sono simili al Kashrut ebraico. Allo stesso modo, la carne di maiale è vietata, anche se a differenza del Kashrut la cucina etiope non mescola i prodotti lattiero-caseari a base di carne. Alle donne è vietato entrare nel tempio della chiesa durante le mestruazioni; esse sono inoltre tenute a coprire i capelli con una grande sciarpa (o shamma) in chiesa, come descritto da Corinzi 11. In analogia con quanto accade nelle sinagoghe gli uomini e le donne sono seduti separatamente in chiesa, con gli uomini a sinistra e le donne sulla destra (di fronte all'altare).[6] I fedeli etiopi tolgono le scarpe quando si entra in chiesa. È considerato opportuno baciare il suolo della chiesa di fronte al portone in quanto considerata terra sacra. Sia il Sabbath (Sabato) e il giorno del Signore (Domenica) vanno osservati come santi, anche se con più enfasi la domenica.

Cronotassi dei patriarchi
- Abuna Basilios (1959-1970)
- Abuna Theophilos (1971-1976), morto nel 1976, a seguito di una congiura da parte del governo dittatoriale (Derg) che rovesciò l'imperatore
- Abuna Tekle Haymanot II (1976-1988), presumibilmente assassinato dal Derg
- Abuna Merkorios (1988-1991), che, a causa della presenza del Derg abdicò trasferendosi negli Stati Uniti assieme ai seguaci che sostengono che l'abdicazione gli sia stata estorta.
- Abuna Paulos (1991-2012), divenuto patriarca nel 1991 in seguito alla caduta del Derg e morto a 76 anni di vecchiaia.
- Abune Mathias, dal 2012
Eparchie
Le attuali eparchie della chiesa ortodossa etiope sono:[7]
- Addis Abeba, sede del patriarca e capo di tutta la Chiesa ortodossa etiope tewahedo
- Awassa (Sidamo)
- Axum
- Ambo
- Arsi
- Assosa
- Away
- Bale Gobe
- Wollega
- Nord Wollo
- Sud Wollo (Dessie)
- Gambela
- Ovest Gojam (Bahr Dar)
- Est Gojam (Debre Markos)
- Nord Gondar
- Sud Gondar (Debre Tabor)
- Gerusalemme
- Illubabor
- Jimma
- Kenbata
- Mizan Teferi (Kaffa)
- Negele Borena
- Ogaden
- Omo
- Selalya
- Tigré Est
- Tigré Ovest
- Khartum e Nubia (Sudan, Africa)
- Shoa (Nazareth)
- Nord Shoa (Debre Berhan)
- America ed emisfero occidentale
| Note | |
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| Bibliografia | |
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| Collegamenti esterni | |
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