Chiesa cattolica etiope

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Nota di disambigua - Se stai cercando la Chiesa etiope non in comunione con la Santa Sede, vedi Chiesa ortodossa etiope.
Chiesa cattolica etiope
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Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria (Addis Abeba)

Localizzazione
Classificazione cattolica
Fondazione
Data 1951
Separata da Chiesa ortodossa etiope
Associazione È una Chiesa metropolitana sui iuris della Chiesa cattolica
Diffusione Etiopia
Primate Papa Leone XIV
Metropolita Berhaneyesus Demerew Souraphiel
Forma di governo episcopale
Congregazioni 200
Membri stima 70.000 - 300.000
Ministri di culto 9 vescovi, 539 presbiteri, 2 diaconi
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online (gcch)

La Chiesa cattolica etiope (amarico: የኢትዮጵያ ካቶሊክ ቤተክርስቲያን, ye’ītiyop’iya katolīki bētekirisitīyan) è una Chiesa sui iuris della Chiesa cattolica diffusa in Etiopia. Da essa nel 2015 è nata la Chiesa cattolica eritrea, con medesime tradizioni e anch'essa in comunione con Roma.

Deriva dalla Chiesa ortodossa etiope tewahedo, nata e prevalente in Etiopia, ma mentre questa è separata dalla Santa Sede e mantiene una cristologia monofisita o miafisita (cioè attribuisce all'unica persona di Gesù un'unica natura dove la divinità e l'umanità sono "unite in una", ተዋሕዶ, tewahedo), la Chiesa cattolica etiope è tornata in comunione con la Santa Sede e riconosce a Gesù un'unica persona e due nature distinte (cf. Concilio di Calcedonia 451, accettato dalle principali chiese cristiane).

In comune con la chiesa tewahedo mantiene il rito etiope (derivato dal rito alessandrino) e la Bibbia etiope basati sulla lingua ge'ez, sebbene non sia parlata popolarmente da secoli e sia stata sostituita dall'amarico. Nel maggio 2025 è stato rinnovato il messale in lingua ge'ez in uso alla chiesa cattolica etiope ed eritrea.[1]

Nello stesso territorio etiope sono presenti e sovrapposte anche diocesi cattoliche di rito latino (8 vicariati apostolici e una prefettura apostolica) che usano la lingua vernacolare (cioè l'amarico).

Storia

Le scoperte portoghesi alla fine del XV secolo aprirono la strada per un contatto diretto tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d'Etiopia.

Risale al 1555 l'istituzione di un Patriarcato di Etiopia latino. Soprattutto a causa del comportamento del portoghese Alfonso Mendes, che papa Urbano VIII elesse patriarca d'Etiopia nel 1622 e che fu espulso dal paese nel 1636, questi contatti, che sembravano destinati al successo, portarono invece alla completa chiusura dell'Etiopia ad ulteriori contatti con i cattolici.

Nel 1839 san Giustino de Jacobis arrivò nel paese in qualità di prefetto apostolico d'Etiopia, incaricato cioè di una giurisdizione di rito latino. Preferì invece adottare il rito liturgico etiope. Molti sacerdoti etiopi furono attratti dalla sua santità e dai suoi insegnamenti, e costituirono il primo nucleo di quella che nel 1930 divenne la Chiesa cattolica etiope. L'Eritrea, colonia italiana dal 1894, aveva già una giurisdizione ecclesiastica separata al cui vertice c'era un vescovo italiano per i cattolici di rito latino, che erano in massima parte italiani.

Il rito latino prese piede anche nell'Etiopia meridionale, in regioni che non erano cristiane e che erano state annesse all'Etiopia odierna non prima della fine del XIX secolo. La conquista italiana dell'Etiopia nel 1936 diede incremento al numero delle giurisdizioni di rito latino, ma l'espulsione di missionari stranieri al termine della Seconda guerra mondiale comportò che il clero di rito etiope assumesse la responsabilità di vaste regioni del paese. Conseguentemente, il 31 ottobre 1951, fu istituito un esarcato apostolico di rito etiope ad Addis Abeba, e l'ordinariato per l'Eritrea fu elevato al rango di esarcato. Dieci anni dopo, il 9 aprile 1961, fu istituita una metropolia etiope, con Addis Abeba come sede metropolitana e l'Arcieparchia di Asmara (in Eritrea) e l'Eparchia di Adigrat (in Etiopia) come eparchie suffraganee.

Nel 1995 due nuove eparchie, l'Eparchia di Barentù e l'Eparchia di Cheren, sono state erette in Eritrea ed è stato soppresso il vicariato apostolico di rito latino. L'Eritrea è quindi diventata l'unico paese dove tutti i cattolici, quale che sia il loro rito, sono soggetti ad una giurisdizione ecclesiastica orientale.

Nel 2003 fu eretta l'Eparchia di Emdeber nell'Etiopia meridionale.

La lingua ge'ez, una lingua semitica caduta in disuso da secoli, è la lingua liturgica di questa Chiesa.

Il 19 gennaio 2015 papa Francesco ha dato alla Chiesa cattolica eritrea la struttura di Ecclesia sui iuris, distaccandola dalla Chiesa etiope. Al tempo stesso ha eretto in Etiopia la nuova Eparchia di Bahir Dar-Dessiè, con territorio dismembrato dall'Arcieparchia di Addis Abeba.

Organizzazione

Secondo il Codice dei canoni delle Chiese orientali, la Chiesa cattolica etiope, essendo una Chiesa metropolitana sui iuris, è retta dall'Arcieparca Metropolitano e dal Consiglio dei Gerarchi, che deve riunirsi almeno una volta ogni anno.[2]

La Chiesa cattolica etiope è costituita dalle seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:

Arcieparchi metropolitani

Note
  1. "Un nuovo Messale in lingua ge'ez per le Chiese orientali cattoliche in Eritrea e Etiopia", 27 maggio 2025, vaticannews.va, online
  2. Codice dei canoni delle Chiese orientali, canoni 155–173
Voci correlate
Collegamenti esterni