Crocifissione di Gesù Cristo (Altichiero)
Altichiero da Zevio, Crocifissione di Gesù Cristo (1376 - 1379), affresco | |
Crocifissione di Gesù Cristo | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Regione ecclesiastica | Triveneto |
Provincia | Padova |
Comune | Padova |
Diocesi | Padova |
Ubicazione specifica | Basilica di Sant'Antonio, Cappella di San Giacomo |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Padova |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | dipinto murale |
Soggetto | Crocifissione di Gesù Cristo |
Datazione | 1376 - 1379 |
Ambito culturale | |
Autore | Altichiero da Zevio |
Materia e tecnica | affresco |
Misure | h. 240 cm; l. 840 cm |
Iscrizioni | INRI |
|
La Crocifissione di Gesù Cristo è un dipinto murale, eseguito tra il 1376 ed il 1379, ad affresco, da Altichiero da Zevio (1330 ca. - 1390 ca.), ubicato nella Cappella di San Giacomo nella Basilica di Sant'Antonio di Padova.
Descrizione
Soggetto
La scena del dipinto è divisa in due parti:
- nella metà superiore (celeste), dominata dal blu del cielo, compaiono:
- al centro, Gesù Cristo crocifisso con gli occhi chiusi, la testa reclinata sulla spalla destra, il volto sofferente, il corpo accasciato sulla croce appena sostenuto dalle braccia, un fiotto di sangue zampilla da una ferita nel costato e i piedi inchiodati insieme.
- Angeli manifestano tutto il loro dolore, volando intorno alla traversa della croce, come a sottolineare la drammaticità del momento e la disperazione degli eventi.
- nella metà inferiore (terrestre), si assiepa la folla che assiste alla Crocifissione, fra i quali si riconoscono:
- al centro, San Giovanni evangelista e santa Maria Maddalena, smunti e piangente, sono inginocchiati ai piedi della croce e sopraffatti dal dolore.
- a sinistra, Maria Vergine addolorata, avvolta in un manto blu e pesante mantello blu, viene consolata e sorretta dalle pie donne.
- Soldati ed aguzzini, ognuno con un suo aspetto e lineamenti, spettatori del supplizio o intenti a varie mansioni: soldati indifferenti, passanti, spettatori incuriositi o inconsapevoli, madri con i bambini alla mano, persone che commentano, sgherri che rientrano in città, soldati intenti a tirare a sorte le vesti di Gesù, ecc.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La cappella, ove è ubicata l'opera, sembra quasi un atrio parzialmente aperto al mondo illustrato nel dipinto murale della Crocifissione. Attualmente, purtroppo, l'effetto illusionistico è compromesso da due oculi bui, murati all'esterno. Essi, infatti, hanno un impatto simile a quello di veri elementi architettonici, cosa che probabilmente non accadeva quando dai vetri oscurati filtrava da settentrione una pallida luce. La forma e l'intradosso ovali, nonché la distanza che sembra esservi tra essi e gli archi a sesto acuto, indicano che tali oculi avevano un ruolo preciso all'interno della composizione, come dischi di tenue luce, più luminosi ai bordi, evocanti l'eclisse verificatasi in coincidenza della morte di Gesù (Mt 27,45 ). In altre parole, il dipinto della Crocifissione fu la prima opera pittorica concepita come un teatro illuminato dalla luce naturale proveniente dall'esterno e modulata secondo le condizioni reali. Questo affresco, in cui prevalgono i colori della terra (ocra, marrone e rosa), può essere infatti considerato l'immediato precursore delle scene panoramiche. La parte inferiore della parete è dipinta in modo da sembrare una balaustra che corre dietro le colonne rosse, per tutta la sua ampiezza, inducendo lo spettatore a sentirsi testimone della Crocifissione dall'atrio della residenza di Pilato, come se l'evento raffigurato avvenisse al suo livello, nella propria realtà. L'effetto panoramico non era fine a se stesso, bensì aveva l'esplicita funzione di richiamare i fedeli alla messa e di fare dell'eucarestia un'esperienza profonda ed attuale. A questo scopo, l'altare fu collocato al centro dell'aula, in modo che la croce del dipinto, osservata dal punto di vista dei fedeli, sembrasse effettivamente una croce d'altare e l'affresco nel suo insieme apparisse come un trittico, nel quale il mondo che in esso era rappresentato aveva l'aspetto della vera realtà.
- La struttura compositiva è paratattica ed ha una profondità illusiva, che si basa su una distribuzione delle figure e degli elementi su più livelli, dando l'illusione dello spazio prospettico.
Iscrizione
Nel dipinto figura un iscrizione, a lettere gotiche, posta sulla terminazione superiore del montante della croce di Gesù, detta titulus crucis, nella quale si legge:
(LA) | (IT) | ||||
« | I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udaeorum) » | « | Gesù il Nazareno, Re dei Giudei » |
Notizie storico-critiche
La decorazione pittorica della cappella di San Giacomo nella Basilica di Sant'Antonio di Padova venne commissionata da Bonifacio Lupi, marchese di Soragna, ad Altichiero da Zevio, il quale dipinse, tra il 1376 ed il 1379, le Storie di San Giacomo, in collaborazione con il pittore bolognese Jacopo Avanzi (seconda metà del XIV secolo - 1416), e, da solo, la splendida Crocifissione di Gesù Cristo.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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