Eremo di Montepaolo
Eremo di Montepaolo | |
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Eremo di Montepaolo | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia Romagna |
Provincia | Forlì-Cesena |
Comune | Dovadola |
Località | Montepaolo |
Diocesi | Forlì-Bertinoro |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Eremo |
Dedicazione | Sant'Antonio di Padova |
Data fondazione | XII secolo |
Inizio della costruzione | XII secolo |
Completamento | 1932 |
Coordinate geografiche | |
Emilia Romagna | |
L'Eremo di Montepaolo, ubicato presso Dovadola[1] (ad una ventina di chilometri da Forlì), dedicato a Sant'Antonio di Padova e risalente almeno al XII secolo, si trova in un'area molto verde e boscosa. Un antico percorso pedonale collega Montepaolo alla rocca di Castrocaro Terme, con una distanza di circa 8 km. Castrocaro, a sua volta, è collegata alla città di Forlì da un comodo sentiero lungo il fiume Montone. Montepaolo costituisce il principale santuario antoniano dell'Emilia-Romagna.
La presenza di Sant'Antonio di Padova
Sant'Antonio fu inviato a Montepaolo nel 1221, poco dopo che vi si era installata una piccola comunità francescana. Antonio rimase all'eremo dal 1221 al 1222; durante tale permanenza effettuò, a Forlì, la città più vicina, le sue prime predicazioni pubbliche; a causa di questo il santo fu a lungo noto anche come Antonio da Forlì.
Nei pressi dell'eremo si trova poi la grotta nella quale spesso Antonio si ritirava in meditazione ed in preghiera[2]. Attualmente, la Grotta di Antonio è facilmente raggiungibile tramite un sentiero pedonale.
Antonio, diventato poi predicatore dell'Ordine, lasciò Montepaolo per esercitare il ministero in Romagna e nel resto dell'Italia settentrionale e della Francia. A Montepaolo ebbe modo di ritornare nel 1228, quando, in qualità di Padre Provinciale, vi compì una visita canonica.
A memoria della permanenza di Sant'Antonio il santuario conserva una reliquia tratta dal corpo stesso del Santo.
I secoli seguenti
Poiché l'area di Montepaolo era soggetta a frane, l'eremo venne abbandonato dai Francescani, forse per ordine dello stesso Antonio. I frati dell'eremo si riunirono alla comunità di Castrocaro.
Non si perse però la memoria né dell'eremo né della grotta: nel 1629 un nobiluomo di Castrocaro, Giacomo Paganelli, guarito per intercessione di Sant'Antonio, come ex voto edificò un oratorio dove sorgeva l'antico eremo.
Alla fine del XVIII secolo, dopo che una nuova frana coinvolse l'oratorio, furono i padri Emanuele De Azevedo, autore di una Vita di Sant'Antonio, e Andrea Michelini a curarne la ricostruzione.
All'inizio del XX secolo, dopo che nuovi smottamenti danneggiarono il luogo, monsignor Sante Mei, vescovo di Modigliana, chiese ai frati minori di tornare a valorizzare il sito. Essi ricostruirono e ripristinarono, in zona più sicura, edifici e grotta.
Il Santuario attuale
Nel 1908 monsignor Raimondo Jaffei, vescovo di Forli, benedisse la prima pietra dell'attuale Santuario, edificato in stile neogotico ed internamente affrescato. Fra gli artisti che vi lavorarono si ricordano Giacomo Gemmi, Giovanni Bassan, Bruno Mazzoni, Venanzio Bolsi e Baccio Maria Bacci.
L'eremo costituisce oggi un importante centro di spiritualità e di preghiera. In particolare tutte le domeniche di settembre vi si svolgono celebrazioni in onore di Sant'Antonio.
Nell'area esterna al Santuario sono stati allestiti due percorsi artistici e spirituali: il Sentiero della Speranza, consistente in una serie di pannelli raffiguranti la vita di Antonio, e il Viale dei Mosaici, dedicato alla storia di Montepaolo.
Nella Diocesi di Forlì opera anche un gruppo di preghiera che si è dato il nome di Gruppo di preghiera di Montepaolo perché trova in Montepaolo, luogo dove il gruppo stesso è nato, la sua ispirazione.
Pellegrinaggi a piedi
Il 13 giugno è tradizionale il pellegrinaggio a piedi da Castrocaro a Montepaolo.
Montepaolo è anche il punto di partenza per il pellegrinaggio detto Cammino di Assisi.
Note | |
Bibliografia | |
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