Eufrate
Eufrate | |
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Lunghezza | 2760 km |
Portata media | 1150 m³/s |
Bacino idrografico | 765.000 km² |
Nasce | diga di Keban |
Sfocia | Golfo Persico |
Santo | Adamo ed Eva, Abramo |
Evento | Paradiso Terrestre, Ur, Babilonia |
Stati/regioni attraversati | Turchia, Siria, Iraq |
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L'Eufrate (in lingua ebraica פרת perat, in lingua greca Εὐφράτης, Euphrátes, in lingua accadica pu-rat-tu, in arabo الفرات al-Furat, in turco Firat) è un fiume dell'Asia occidentale, tributario del Golfo Persico. Le sue acque bagnano tre stati: Turchia, Siria e Iraq; insieme al Tigri delimita la regione detta storicamente Mesopotamia, pianura creata dai sedimenti dei due fiumi. Con i suoi 2760 km. di lunghezza e 765.000 kmq di bacino imbrifero, l'Eufrate è uno dei più grandi fiumi nell'ovest asiatico.
Corso del fiume
Sorgente
Il fiume nasce nell'Armenia turca dalla confluenza dell'Eufrate orientale (Murat) e dell'Eufrate occidentale (Kara), i quali, scaturendo al di là dei monti del Tauro, rispettivamente dal monte Dumlu a nord di Erzerum e dal monte Aladag presso Karana, si riuniscono nella provincia turca di Elâzig nella vallata dove un tempo sorgeva l'antica città luvia di Melid, oggi completamente sommersa dalla diga di Keban[1].
Corso
Il bacino nella sua lunghezza è formato da diverse sezioni: la prima è quella dei due immissari descritti.
Dal bacino idrografico artificiale di Keban, procede verso sud-est con un corso assai serpeggiante che attraversa la catena montuosa del Tauro, incisa in profondità dal fiume che nel corso dei millenni ha formato cascate e canyon. Prima di inoltrarsi in Siria l'acqua è interrotta da un'altra grande diga artificiale, quella di Atatürk, presso Hüvek, operativa dal 1990, che forma il terzo lago della Turchia.
A Djérâbloûs entra nell'arido altopiano siriano e 40 km a Ovest di Raqqa alimenta un terzo bacino artificiale, il grande lago di Tabka, in corrispondenza del quale volge la direzione verso la propria foce a sud est. Bagna Deir-ez-Zor e poco prima di entrare in Mesopotamia riceve da sinistra il suo maggior afflunete, il Khâboûr.
Entra quindi nella Mesopotamia presso l'antica Til Barsip (odierna Tell Ahmar); nella pianura irachena, di natura sedimentaria, si espande in più rami descrivendo numerosi meandri e, dopo aver bagnato importanti città come Ramadi, Falluja, Kufa, Samawa e Nasiriya, attraversa la grande palude di Hor al Hammar, con un corso a tratti pensile; unendosi infine al Tigri, a monte di Bassora, col quale forma lo Shatt al Arab, attraversa la fertile Mesopotamia meridionale e dopo 160 km si getta nel Golfo Persico con un grande delta in continua crescita.
Le fonti storiche hanno permesso di accertare che l'Eufrate e il Tigri avevano in epoca antica foci separate, condizione che si verificò probabilmente fino al II secolo d. C.
Affluenti
L'Eufrate ha pochi affluenti. I principali sono i fiumi Khâboûr, Balichu e Sagaru. Per un lungo tratto nella pianura mesopotamica scorre senza ricevere alcuna immissione.
Regime
Il regime è un misto fra nivio e pluviale. Infatti la prima parte del fiume, pur non avendo riserve di ghiacciaio, riceve le acque di scioglimento delle nevi degli altopiani armeni; mentre la parte a sud gode del tributo delle piogge.
Questo ha come conseguenza un comportamento del fiume assimilabile al Nilo: da marzo a maggio raggiunge il suo massimo livello, con piene che allagano la pianura circostante rendendola fertile. Nei mesi successivi le acque si abbassano, fino a toccare a novembre il periodo di massima magra.
L'Eufrate è sempre stato molto sfruttato per le irrigazioni, tanto che già Polibio aveva annotato quanto il fiume si stesse impoverendo[2]. Un altro uso effettuato fin dall'antichità fu come arteria di comunicazione, ovviamente per le parti navigabili in pianura e nei mesi di piena. Ai nostri giorni la sua importanza è legata soprattutto ai bacini idrografici creati dalle dighe[3] e all'equilibrio dell'ecosistema della regione. L'agricoltura beneficia soprattutto delle acque della parte meridionale, mentre l'altipiano siriaco, ricco di gesso, non ne consente quell'uso.
L'Eufrate nella storia
La valle creata dall'Eufrate e dal suo gemello Tigri, fertile e ricca e coronata dalla catena montuosa del Tauro coperta di foreste, fu la culla delle più antiche civiltà conosciute. Sulle rive dell'Eufrate si trova infatti Mureybat, dove gli archeologi hanno ritrovato tracce della cultura natufiana [4].
Nei millenni successivi, intorno all'Eufrate si sono sviluppati popoli di etnia diversa: Sumeri, Semiti, Indoeuropei[5], e si sono avvicendate le civiltà della cosiddetta Mezzaluna fertile, soprattutto i Babilonesi e gli Assiri. Sulle sue rive sorsero alcune delle più famose e grandi città dell'età antica: Babilonia, Mari, Karkemish.
Questi popoli crearono un sistema di canalizzazione delle acque e di arginatura delle piene altamente raffinato, come emerge dagli scavi archeologici.
I conquistatori successivi, prima i Persiani[6] e poi gli Arabi[7], ereditarono le grandi opere di ingegneria idraulica compiute dagli antichi; dopo il Mille le immigrazioni massicce di popolazioni nomadi (turchi e soprattutto mongoli) sommersero il territorio e ne distrussero strutture e prosperità.
Nel corso della storia il letto del fiume si è spostato, perciò molte delle antiche città che sorgevano sulle sue rive (oltre a quelle già citate, Sippar, Nippur, Schuruppak, Uruk, Larsa, Ur, Eridu) oggi ne sono lontane.
L'Eufrate nella Bibbia
L'Eufrate è un fiume fondamentale per l'Antico Testamento, è anzi "il fiume" per antonomasia[8], oggetto di numerosi riferimenti sia con il suo proprio nome sia semplicemente con le locuzioni il fiume (ha-nahàr) oppure il grande fiume (ha-nahàr hagadòl).
Lo si trova a partire dalla Genesi, che lo nomina come uno dei quattro fiumi che delimitano il giardino dell'Eden: Gen 2,14 , ripreso in Sir 24,24 .
Anche la narrazione storica comincia dalle rive dell'Eufrate, nella città di Ur dove abitava la famiglia di Abramo (Gen 11,31 ): tradizione confermata dal libro di Giosuè dove viene indicato sempre come il fiume: Gs 24,2 ; Gs 24,3 ; Gs 24,14 ; Gs 24,15 .
L'Eufrate era il confine orientale della Terra promessa ad Abramo e quindi alla nazione di Israele nella solenne promessa del Signore di Gen 15,18 [9], che si realizzò col regno di Davide[10], esteso fino al fiume Eufrate: 2Sam 8,3 [11], e con Salomone (1Re 4,21-24 e 2Cr 9,26 ).
Successivamente, quando la nazione si restrinse al regno di Giuda, la regione fino al fiume fu governata da altri popoli [12], fra i quali crebbero i nemici che sconfissero Israele[13] e che furono poi distrutti da Dio[14].
Da sottolineare che nel blocco di libri Esdra-Neemia l'Eufrate viene più volte citato[15] a proposito dei popoli d'Oltrefiume: questi vanno intesi nella prospettiva geografica babilonese, e sono quindi i popoli a ovest del fiume.
Il Nuovo Testamento contiene due sole citazioni nel libro dell'Apocalisse, precisamente in Ap 9,14 e Ap 16,12 .
L'Eufrate nell'arte
Nell'arte figurativa cristiana
L'arte paleocristiana ha ripreso la tradizione veterotestamentaria di considerare l'Eufrate come "il fiume": per questo, e per la simbologia dell'acqua richiamata, esso apparve spesso citato nelle iscrizioni dei battisteri, dove fu anche raffigurato nei mosaici, spesso insieme agli altri tre fiumi dell'Eden, come uno shematico corso d'acqua o come una testa, talvolta anche con parte del busto, di una figura umana (cosiddetta protome) barbuta.
Il grande mosaico della basilica orientale di Qasr el-Lebia ha una singolare rappresentazione del fiume personificato in una figura giovanile.
Nella Divina Commedia
Anche Dante ricordò l'Eufrate nel canto XXXIII del Purgatorio:
« | Dinanzi ad esse Eufratès e Tigri veder mi parve uscir d'una fontana, e, quasi amici, dipartirsi pigri. » | |
(Purgatorio, XXXIII, 112)
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Il poeta riprese l'erronea convinzione diffusa nel Medioevo che Tigri ed Eufrate nascessero da una unica sorgente.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |