Ferrante Aporti
Ferrante Aporti Presbitero | |
---|---|
Senatore del Regno d'Italia | |
Età alla morte | 67 anni |
Nascita | San Martino dall'Argine 20 novembre 1791 |
Morte | Torino 29 novembre 1858 |
Ordinazione presbiterale | 1815 |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Ferrante Aporti (San Martino dall'Argine, 20 novembre 1791; † Torino, 29 novembre 1858) è stato un presbitero, pedagogista e politico italiano, pioniere dell'educazione scolastica infantile.
Biografia
Ferrante Aporti nacque il 20 novembre 1791 a San Martino dall'Argine (Mantova) da Giuseppe Aporti, avvocato e proprietario terriero e da Giuseppa Isalberti. Primo di sei fratelli, nel 1804 fu avviato dal padre alla carriera ecclesiastica presso il seminario di Cremona, dove nel 1815 fu ordinato presbitero. Si distinse soprattutto negli studi di teologia, metafisica, fisica e matematica e per questo, nel 1816, fu scelto per frequentare un corso di specializzazione presso il «Collegio Theresianum» di Vienna.
Aporti non condivise l'indirizzo dominante dell'istituto, orientato a formare sacerdoti che fossero soprattutto servitori dello stato asburgico. Perciò, non disposto a giurare fedeltà a dottrine non in linea coi princìpi della Chiesa, rinunciò a conseguire la laurea e nel 1819 si recò a Cremona.
Il vescovo Omobono Offredi gli affidò le cattedre di Storia ecclesiastica ed Esegesi biblica nel seminario diocesano; contemporaneamente l'amministrazione austriaca lo nominò direttore delle scuole elementari maggiori e ispettore scolastico provinciale.
È da quel momento che Aporti individuò la sua missione nell'attività educativa, intesa come lotta all'ignoranza, la vera e unica origine dei mali dell'uomo, della società e della patria. Il sacerdote impostò nuove strutture, nuovi metodi, nuovi modelli educativi; nel giro di pochi anni ampliò la sua scuola elementare, tenne corsi per i maestri, aprì le scuole festive di disegno e architettura, presentò un progetto di riforma per creare gli istituti tecnici, promosse la diffusione di istituzioni educative sul territorio cremonese. Nel frattempo intrattenne contatti epistolari con intellettuali lombardi, si aggiornò costantemente sulle nuove esperienze educative europee e approfondì gli studi teologici e pedagogici, dando alle stampe molti articoli e saggi.
L'attenzione per la condizione di abbandono dei bambini appartenenti alle classi popolari lo indusse a fondare a Cremona, nel 1828, il primo "asilo d'infanzia" in Italia, a pagamento, per alunni da due anni e mezzo a sei anni.
Nel 1830 aprì la prima scuola infantile gratuita, finanziata dal governo austriaco e dalle autorità scolastiche.
L'iniziativa si diffuse in pochi anni nel resto del Regno Lombardo-Veneto, in Toscana, Emilia e Romagna.
Nel 1834 aprì a San Martino dall'Argine la prima scuola infantile rurale. Quasi tutti i centri fecero capo a don Ferrante, che nel frattempo promosse anche scuole per sordomuti, ciechi e orfani del colera. L'istituzione dell'asilo suscita dibattiti in tutta Italia e impegna Aporti a pubblicare articoli su diverse riviste e a rispondere ai molti che scrivevano per chiedere spiegazioni. La sua fama si diffuse e venne invitato da numerosi intellettuali, politici e regnanti in tutta la penisola per illustrare la sua iniziativa.
Le istituzioni aportiane si diffusero in tutta Italia, meno che nello Stato Pontificio, proibite nel 1837 a causa di timori e pregiudizi.
Nel 1844 re Carlo Alberto di Savoia lo chiamò a Torino a tenere il primo corso di "Metodo per gli insegnanti elementari" all'università. Nello stesso anno aprì a San Martino dall'Argine il primo istituto tecnico agrario.
La sua attività, che lo portò a schierarsi a favore dell'innovazione in campo educativo, gli procurò l'apprezzamento degli ambienti liberali. Nel 1848 si espose a favore della rivoluzione nazionale firmando l'appello che chiedeva a Carlo Alberto di Savoia di intervenire nei moti contro l'Impero austriaco. Al rientro degli austriaci a Cremona, fu costretto a fuggire a Torino assieme alla famiglia.
La sua candidatura ad arcivescovo di Genova venne attaccata polemicamente e fu costretto a rinunciare. Il governo sabaudo gli affidò l'incarico di gestire l'istruzione pubblica (in qualità di presidente del Consiglio universitario); nel 1856 lo nominò senatore.
Continuò a dedicarsi con passione instancabile alla sua attività di studioso e promotore di istituzioni educative, scrivendo testi, articoli e lettere di teologia e pedagogia, anche quando nel 1857 venne posto in aspettativa.
Morì a Torino il 29 novembre 1858.
Oggi il carcere minorile di Torino è intitolato alla sua memoria.
Scritti
I suoi scritti più importanti sono:
- Manuale di educazione e ammaestramento per le scuole infantili (1833);
- Guida per i fondatori e direttori delle scuole infantili (1836);
- Cenni sull'indole propria delle scuole infantili (1837);
- Elementi di pedagogia (1847).
Metodo pedagogico
L'asilo doveva:
- accogliere e preservare dai pericoli della strada i figli dei lavoratori (assistenza e prevenzione)
- aiutare le famiglie a sostenerli mediante la refezione (refettorio)
- educare i bambini nello sviluppo intellettivo, religioso, morale e fisico; all'educazione fisica erano dedicate 5 ore, mentre 4 ore erano dedicate all'attività intellettuale e morale.
- attraverso i fanciulli doveva migliorare le condizioni sociali del popolo e suscitare la coscienza nazionale.
Orari, contenuti e organizzazione della scuola gli stessi della scuola elementare: ingresso alle ore 8:00 e uscita alle ore 17:00.
Il primo asilo di Aporti è anteriore al giardino d'infanzia di Frobel (1840).
Nell'educazione intellettiva di Aporti è presente il principio dell'intuizione affermato da Pestalozzi.
Aporti considerava l'Asilo un importante occasione di prevenzione sociale e di prima educazione, soprattutto, per coloro che non non potevano godere dell'educazione scolastica.
Le attività che variavano ogni mezz'ora, venivano organizzate in questo modo: appello, preghiera e canto; colazione ricreazione, nomenclatura, gioco e preghiera; aritmetica, catechismo e Sacre Scritture, pranzo ricreazione e preghiera; alfabeto in prima classe, scrivere in seconda e terza, canto e merenda, ginnastica e merenda.
L'esercizio della nomenclatura si basa sul metodo dimostrativo di presentare gli oggetti comuni, nominarli e mostrarne qualità e usi.
La storia sacra si insegna per mezzo di tabelloni illustrati, gli esercizi preliminari prevedono la corretta pronuncia di suoni alfabetici, sillabici e il tracciare le aste, poiché lettura e scrittura si insegnano solo nell'ultimo anno, ci si abitua al calcolo numerando le cose concrete mentre in terza si apprendono le quattro operazioni, le frazioni le misure, i pesi e le monete.
Onorificenze
Onorificenze sabaude
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro | |
Onorificenze straniere
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) | |
Cavaliere di III Classe dell'Ordine della Corona Ferrea (Impero Austriaco) | |
Decorato di I classe dell'Ordine del Merito di San Lodovico di Lucca (Borbone Parma) | |
— 20 gennaio 1841 |
Bibliografia | |
Collegamenti esterni | |
|
- Presbiteri ordinati nel 1815
- Presbiteri italiani del XIX secolo
- Italiani del XIX secolo
- Presbiteri del XIX secolo
- Presbiteri per nome
- Biografie
- Presbiteri italiani
- Pedagogisti italiani
- Politici italiani
- Nati nel 1791
- Nati il 20 novembre
- Nati nel XIX secolo
- Morti nel 1858
- Morti il 29 novembre
- Personalità legate a Torino