Beata Gaetana Tolomeo

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Beata Gaetana Tolomeo
Vergine
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al secolo
battezzata
Beata
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Beata Gaetana Tolomeo
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 60 anni
Nascita Catanzaro
10 aprile 1936
Morte Catanzaro
24 gennaio 1997
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il 6 aprile 2019, da Francesco
Beatificazione 3 ottobre 2021, da Francesco
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 24 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
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Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Sito ufficiale o di riferimento
(EN) Scheda su gcatholic.org
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Beata Gaetana Tolomeo (Catanzaro, 10 aprile 1936; † Catanzaro, 24 gennaio 1997) è stata una vergine italiana .

Cenni biografici

Nata a Catanzaro Sala, Gaetana, chiamata Nuccia, era figlia di Salvatore e di Carmela Palermo. Papà Salvatore gestiva un’impresa di autotrasporti ed economicamente stava bene. La mamma, casalinga, piena di fede, buona, paziente, si dedicò con amore e dedizione alla figlia.

All'età di due anni le fu diagnosticata una malformazione degli arti con paralisi progressiva. L'infermità le impedì il normale sviluppo corporeo, per cui dovette vivere tra la sedia e il letto di casa per tutta la vita. Il padre, non accettando la malattia dell'unica figlia, si ubriacava, bestemmiava e diventava violento. Nacque un fratellino, Giacinto, che morì a quattro anni, mentre Nuccia stava ad Asti, durante la guerra, ospite di una zia. A nove anni si accostò alla prima comunione e nello stesso giorno, presumibilmente, ricevette la cresima. Frequentò la scuola primaria fino alla quarta elementare.

Per il suo stato, entrò sempre di più nella sua particolare chiamata alla sequela di Cristo sofferente, sostenuta dalla mamma, dalle suore e dai sacerdoti. Il suo è stato un cammino duro, con momenti di angoscia e di mestizia, perfino di disperazione, ma anche di luce e di liberazione, che hanno raggiunto il culmine negli ultimi anni della vita con il Testamento spirituale e i messaggi:«  C’è anche gioia nella sofferenza e La sofferenza è il trionfo dell’amore.»

Quel rosario, sempre legato alle mani di Nuccia e visibile in tutte le foto, era il segreto del suo cammino verso Gesù, che considerava suo sposo. Dotata di una personalità forte e decisa, amava la musica, il ricamo, il lavoro a maglia e leggeva volentieri.

Nel 1952 ha preso parte ad un pellegrinaggio a Lourdes dove si offrì vittima per i peccatori, offerta che rinnovò in seguito soprattutto per i sacerdoti. La sua casa divenne un luogo di incontro, di preghiera e di formazione cristiana. Fino a 30 anni ha sempre partecipato alla Santa Messa domenicale nella vicina chiesa del Rosario, portata sulle braccia; ara anche iscritta all'Azione cattolica.

Tra difficoltà e consolazioni

Il 1966 è stato un anno difficile per Nuccia: il padre ha avuto un crac finanziario e lei ha rischiato la cancrena alle gambe. Scrisse: « Voglio abbandonarmi completamente a Gesù».» Negli anni ’70 a sua casa sono venuti due ospiti illustri: Padre Mariano di Torino e Natuzza Evolo. Con Padre Mariano spesso si intratteneva in lunghe telefonate spirituali. Anche con Natuzza si sentiva spesso. Questa le diede un’emografia eucaristica, che la rafforzò nella convinzione che Gesù la voleva vittima con Lui sulla croce per la redenzione degli uomini.

Il 30 dicembre 1980 suo padre, già ammalato e sofferente di prostata, è morto dopo tante preghiere e suppliche della figlia per la salvezza della sua anima. Nuccia è diventata il perno su cui tutto girava nella casa; si è prese particolare cura dei due figli di sua cugina Anna: Cristina e Gabriele.

Nell'aprile 1989 l’arcivescovo di Catanzaro, monsignor Antonio Cantisani, nell’ambito della visita pastorale in parrocchia, andò a trovare Nuccia, la quale gli rivelò che da quando era venuto a Catanzaro, aveva pregato ogni giorno per lui. Il 20 novembre 1993 morì la madre e Nuccia ne soffrì tantissimo.

Crocifissa per amore

Verso il 1980 Nuccia ha scritto:« Alla vista della mia vita stroncata, di una vita che non doveva più essere per me che sorgente di amare delusioni, sono stata turbata di abbandonarmi a pensieri spaventosi! Nel mio prepotente bisogno di amore e di protezione, mi sono rivolta al Crocefisso. Vicino a Te, Gesù, ringrazio l’Amore di avermi crocifissa per amore.» Intanto le sue carni compresse sul lato sinistro avevano creato una piaga emaciata, che Nuccia sopportato in silenzio per alcuni decenni fino alla morte. Ha scritto:« In me vive e soffre Gesù, sono il suo tabernacolo vivente.»

Dal 1994 divenne anche una voce nota su Radio Maria: interveniva spesso al programma Il Fratello, condotto da Federico Quaglini. I suoi messaggi sono pieni di umanità e di sapienza; molte persone le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia. Soprattutto con i fratelli ristretti (i carcerati) ebbe una intensa corrispondenza.

Morte

Morì il 24 gennaio 1997 a Catanzaro. Tutti hanno pianto la sua scomparsa, ma anche ringraziato Dio per le meraviglie operate dalla grazia nella sua serva fedele. La sera delle sue esequie Federico Quaglini lesse a Radio Maria il suo Testamento e l’ultima preghiera che Nuccia gli aveva mandato.

I suoi resti mortali riposano dal 1° novembre 2010 nella cappella del Crocifisso della chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia di Catanzaro.

La causa di beatificazione

Dopo la sua morte, avvenuta il 24 gennaio 1997, la sua fama di santità è cresciuta tanto da condurre all’apertura della sua causa di beatificazione presso la diocesi di Catanzaro-Squillace.

Il decreto sull'eroicità delle virtù venne promulgato l'8 aprile 2019. Per la beatificazione della Venerabile e Serva di Dio Gaetana Tolomeo, la Postulazione della Causa ha presentato all'esame della Congregazione delle Cause dei Santi l'asserito evento miracoloso, attribuito alla sua intercessione, della prosecuzione della gravidanza di una signora di Catanzaro, nel 2014, alla quale un'ecografia aveva evidenziato un embrione annidato nel canale cervicale dell'utero e che, nonostante i molteplici inviti ad abortire, pur consapevole dei rischi, decise di portare avanti la gravidanza.

Una successiva ecografia evidenziò che il feto si trovava in sede intrauterina e in normale evoluzione per cui si ebbe una prosecuzione fisiologica della gravidanza fino alla nascita, con taglio cesareo, di un bambino perfettamente sano. L'iniziativa di invocare la Venerabile Serva di Dio fu presa dal cappellano dell'Ospedale al quale si unì in preghiera la signora, altre mamme ricoverate e il marito.

È stata beatificata il 3 ottobre 2021 nella basilica dell'Immacolata da Sua Eminenza Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione dei santi; la sua memoria liturgica è stata fissata al 19 aprile, giorno della sua nascita secondo l'anagrafe civile.