Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace

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Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace
Archidioecesis Catacensis-Squillacensis
Chiesa latina

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Arcivescovo Metropolita
Sede Catanzaro

sede vacante
Catanzaro

Amministratore apostolico Angelo Raffaele Panzetta
Amministratore diocesano {{{ammdiocesano}}}
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Suffraganea
Regione ecclesiastica Calabria
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Provincia italiana di Catanzaro
Collocazione geografica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Crotone-Santa Severina, Lamezia Terme
Coadiutore
Vicario Gregorio Montillo
Provicario
generale
Ausiliari

Cariche emerite:

Vincenzo Bertolone S.d.P.
Parrocchie 136
Sacerdoti

202 di cui 164 secolari e 38 regolari
1.163 battezzati per sacerdote

57 religiosi 122 religiose 26 diaconi
258.000 abitanti in 1.604 km²
235.000 battezzati (91,1% del totale)
Eretta 1121
Rito Romano
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Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Via dell'Arcivescovado 13, 88100 Catanzaro, Italia
tel. +390961.72.13.35 fax. 0961.70.10.44 @
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2017 (gc ch )

Dati dal sito web della CEI
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Concattedrale di Santa Maria Assunta a Squillace

L'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace (in latino: Archidioecesis Catacensis-Squillacensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla Regione ecclesiastica Calabria. Nel 2016 contava 235.000 battezzati su 258.000 abitanti. È attualmente sede vacante].

Territorio

L'Arcidiocesi comprende parte della provincia di Catanzaro.

Sede arcivescovile è la città di Catanzaro, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta, di San Pietro e San Paolo. A Squillace si trova la Concattedraledi Santa Maria Assunta .

Il territorio è suddiviso in 136 parrocchie.

Storia

Diocesi di Squillace

La Diocesi di Squillace è tra le più antiche dell'Italia meridionale. La tradizione ne fa risalire la nascita all'evo apostolico: primo vescovo sarebbe stato Giovanni, ordinato dal primo vescovo di Reggio Santo Stefano di Nicea, oppure Fantino, discepolo di Papa Lino, il successore di San Pietro[1]. Comunque, il primo vescovo di cui sia noto il nome è Gaudenzio, vissuto a metà del V secolo. Nel VI secolo, a Squillace nacquero le prime istituzioni monastiche occidentali grazie a Cassiodoro il quale, tra il 540 e il 550, fece costruire due cenobi, il "Castellense" e il "Vivariense". In questo stesso periodo il Vescovo Zaccheo sostenne coraggiosamente Papa Vigilio a Costantinopoli contro la violenza di Giustiniano dimostrando fra l'altro la comunione della Chiesa di Squillace con quella di Roma[2].

La Diocesi di Squillace, come peraltro tutte quelle dell'Italia meridionale e della Sicilia, continuò a dipendere spiritualmente da Roma anche dopo l'inserimento di queste regioni nell'Impero Bizantino con la Prammatica Sanzione del 554. Nel 776, tuttavia, Leone III Isaurico le staccò da Roma e le sottomise Patriarcato di Costantinopoli; la Notitia I della Diatiposi di Leone VI di Bisanzio (ossia il catalogo di tutte le Chiese sottoposte al patriarcato bizantino) enumerava pertanto la Diocesi di Squillace fra quelle di Rito Bizantino suffraganee di Reggio[3]. Dei tre secoli in cui Squillace fu una Diocesi greca non abbiamo quasi nessun documento e ignoriamo i nomi dei vescovi, tranne uno (Demetrio, vivente nell'870). Nello stesso periodo tuttavia la Diocesi di Squillace si arricchì dei monaci basiliani i quali crearono una straordinaria fioritura di monasteri fra cui quello di San Giovanni Theristis a Bivongi[4][5]. Sempre allo stesso periodo la tradizione data l'arrivo delle reliquie di Sant'Agazio, patrono della Diocesi, e di San Gregorio Taumaturgo, patrono di Stalettì.

Squillace fu retta da un Vescovo di Rito greco (Teodoro Mesymerio), ancora un trentennio dopo la conquista normanna della Calabria, con il conseguente ritorno alla giurisdizione di Roma e il ripristino del Rito Latino. La latinizzazione avvenne comunque con lentezza. Primo Vescovo di Rito latino fu Giovanni de Niceforo, decano della Diocesi di Mileto (1096). Nell'atto di costituzione del 1096 la Diocesi di Squillace, i cui confini vennero fissati da Ruggero II di Sicilia dai fiumi Alarum et Crocleam[1], era formata dalle seguenti località: Squillace, Taverna, Stilo, Antistilo, Santa Caterina dello Ionio, Badolato, Satriano, Castel di Cuccolo, Castel di Mainardo, Meta di Lomata, Rocca di Catenziaro, Tiriolo, Catenziaro, Salìa, Barbaro, Simmiri e vari casali[6].

La serie dei Vescovi di Squillace è stata ininterrotta, tranne un breve periodo di vacanza per l'ostilità di Federico II il quale nel 1236 usurpò la Diocesi; dopo la morte dell'Imperatore (1250), papa Innocenzo IV non confermò il canonico di Reggio, Benvenuto, e il 6 ottobre 1254 trasferì a Squillace il Vescovo di Martirano Tommaso, O.Cist.

Verso la fine del XVI secolo il territorio della Diocesi di Squillace fu teatro di numerosi episodi di contestazione religiosa e/o politica il più noto dei quali fu la congiura di Tommaso Campanella nel 1599. Una testimonianza indiretta ne è la nomina a Vescovo di Squillace, avvenuta il 13 agosto 1601, del Vicario generale dei domenicani Paolo Isaresi della Mirandola, dopo una serie di Vescovi appartenenti alla famiglia Sirleto[7]

Diocesi di Catanzaro

La Diocesi di Catanzaro fu eretta nel 1121, ricavandone il territorio dalla Diocesi di Squillace. L'erezione della Diocesi fu invano avversata dal Vescovo di Squillace Pietro, passarono alla neonata diocesi i territori di Taverna, Rocca Falluca,Tiriolo, Sellia e la stessa Catanzaro[8]. Originariamente era suffraganea dell'Arcidiocesi di Reggio Calabria.

Nel 1567 fu ufficialmente istituito il seminario diocesano, che doveva provvedere alla formazione dei sacerdoti, un compito che prima veniva assolto dal collegio dei gesuiti. Tuttavia, la mancanza di fondi impedì il funzionamento regolare del seminario. Il vescovo Orazi impose una tassazione a tutta la Diocesi per sopperire alle esigenze del seminario e nel 1594 poté ristabilirlo, ma dopo la sua morte le porte del seminario si richiusero. A metà del XVII secolo si tentò con scarso successo una collaborazione con il collegio dei gesuiti. Nella prima metà del XVIII secolo si fecero nuovi tentativi e per qualche anno vi furono effettivamente corsi scolastici. Nel 1750 il seminario fu chiuso, riaprì nel 1753, ma successivamente fu chiuso e riaprì nuovamente nel 1769. Nel 1833 il Vescovo Matteo Franco provvide il seminario di una sede più ampia.

Il 5 giugno 1927 la Diocesi di Catanzaro fu elevata al rango di Arcidiocesi.

Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace

Il 30 settembre 1986 l'Arcidiocesi di Catanzaro e la Diocesi di Squillace sono state unite con decreto della Congregazione per i Vescovi. In seguito a questo decreto l'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace ha perso i centri (appartenenti quasi tutte all'ex diocesi di Squillace) di Stilo, Pazzano, Bivongi, Camini, e le frazioni Focà e Ursini di Caulonia, mentre si è vista attribuire Fabrizia, Castagna e Panettieri.

Con decreto di papa Giovanni Paolo II del 30 gennaio 2001, l'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace è stata elevata al rango di sede Metropolitana, avente come suffraganee, l'Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina e la Diocesi di Lamezia Terme.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Squillace

Vescovi e arcivescovi di Catanzaro

Arcivescovi di Catanzaro-Squillace

Statistiche

L'Arcidiocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 235.000 persone contava 258.000 battezzati, corrispondenti al 98,5% del totale.

Note
  1. 1,0 1,1 V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 652
  2. Giovanni Minasi, Le chiese di Calabria dal quinto al duodecimo secolo : cenni storici. Napoli : Lanciano e Pinto, 1896, p. 81-5 (Ristampa anastatica: Oppido Mamertina : Barbaro, 1987
  3. Giuseppe Simone Assemani, Dispositio (Διατύπωσις) facta per religiosissimum Imperatorem Leonem Sapientem, quem ordinem habeant Throni Ecclesiarum Patriarchae Constantinopoleos subjectarum.
  4. Maria Bianca Gallone, I basiliani : monachesimo greco nella storia, nella religione e nelle arti. Bari : Arti grafiche Favia, 1973
  5. Antonio Francesco Parisi, I monasteri basiliani dell'Istmo di Catanzaro. Napoli : Società Napoletana di Storia Patria, 1957
  6. Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive De Episcopis Italiae, et insularum adjacentium, rebusque ab iis praeclare gestis, deducta serie ad nostram usque aetatem. Opus singulare provinciis XX distinctum, Tomus nonus, complectens Metropolitanas earumque suffraganeas Ecclesias, quae in Salentinae, ac Calabriae Regni Neapolitani clarissimis provinciis continentur, Auctore d. Ferdinando Ughello Florentino. Editio secunda, aucta & emendata, cura et studio Nicolai Coleti, Venetiis : apud Sebastianum Coleti, 1721, pp. 426-427
  7. Guido Rhodio, In margine al celebre Processo di quattro secoli fa: Giordano Bruno e il Vescovo di Squillace fr. Paolo Isaresi., in "Vivarium Scyllacense", nº 1-2, vol. XII, Giugno-Dicembre 2001, pp. 7-24 su cassiodoro.it, URL consultato il 2009-08-17
  8. Leonardo Calabretta, Le diocesi di Squillace e Catanzaro, Op. cit., p. 18
  9. Primo Vescovo noto di Squillace. Nel 465 sottoscrisse gli atti del Sinodo convocato dal papa Ilario (L. Calabretta, Le diocesi di Squillace e Catanzaro, Op. cit., p. 14); per errore l'Ughelli lo pospose nella Cronotassi a Zaccaria, corrispondente verosimilmente al successore Zaccheo (G. Moroni, Dizionario Op. cit., vol. LXIX p. 168)
  10. Fra il 551 e il 553 partecipò al Concilio di Costantinopoli II e al sinodo che pose fine allo Scisma tricapitolino appoggiando papa Vigilio contro Giustiniano I di Bisanzio (L. Calabretta, Le diocesi di Squillace e Catanzaro, Op. cit., p. 14); firmò le risoluzioni di questi sinodi anche per conto di Valentino, vescovo di Selva Candida, a cui i Goti avevano mozzato le mani (G. Moroni, Dizionario Op. cit., vol. LXIX p. 168)
  11. Probabilmente un Vescovo della Dalmazia la cui sede era stata conquistata da truppe ostili (Claude Fleury, Histoire ecclésiastique: augmentée de quatre livres (les CI, CII, CIII et CIV) comprenant l'histoire du quinzième siècle, Paris : Delaroque freres, 1856, Vol. II, p. 747)
  12. Partecipò al Sinodo Lateranensee riunito dal 5 ottobre al 31 ottobre 649 da papa Martino I contro l'eresia monotelita (L. Calabretta, Le diocesi di Squillace e Catanzaro, Op. cit., pp. 14-15)
  13. Presente nel 680 a un sinodo di Costantinopoli contro il Monotelismo (G. Minasi, Le chiese di Calabria Op. cit., p. 112)
  14. Sottoscrisse, assieme ad altri quatto Vescovi calabresi, gli atti del Concilio di Costantinopoli VI contro Fozio nell'869
  15. "L'epoca di questo vescovo è rimarcabile per la fondazione della Certosa di Santo Stefano del Bosco, e per la concessione da lui fatta a San Brunone del suolo dove fu edificata" (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 652)
  16. Figlio del conte di nome Pietro, fu eletto Vescovo in Cappella Messanae da Ruggero II di Sicilia (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 653)
  17. Dopo la morte di Ugone, fu eletto Vescovo un arcidiacono della Cattedrale di Squillace di cui si ignora il nome e che viene pertanto indicato colla sigla «R.» nel registro vaticano di papa Gregorio IX; era stato scelto come Vescovo anche Guglielmo, abate di Santo Stefano del Bosco, ma papa Onorio III ne giudicò illegittima l'elezione (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 653).
  18. Intervenne all'incoronazione di Giacomo II a re di Sicilia nel 1286 (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 653)
  19. Trasferito a Squillace dalla Diocesi di Lavello da papa Urbano V. Fu privato della sua sede da papa Urbano VI, all'epoca dello Scisma d'Occidente (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 653)
  20. Trasferito a Squillace dalla Diocesi di Potenza. L'antipapa Benedetto XIII nominò due Vescovi, Pietro e Giovanni, che non furono tuttavia accettati dal popolo di Squillace (V. d'Avino, Squillace, Cenni storici, Op. cit., p. 653)
  21. Partecipa al Concilio Vaticano I. Nel giugno 1889 convoca l'ultimo sinodo diocesano della Diocesi di Squillace (Domenico Cirillo, Comunità Diocesane, Op. cit.)
  22. Partecipa alla definizione del dogma dell'Assunzione della Vergine (1950) e al Concilio Vaticano II (Domenico Cirillo, Comunità Diocesane, Op. cit.)
Bibliografia
Per Catanzaro


Per Squillace


Voci correlate
Collegamenti esterni