Natuzza Evolo
Serva di Dio Fortunata Evolo Laica | |
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Serva di Dio | |
Natuzza Evolo | |
Età alla morte | 85 anni |
Nascita | Paravati 23 agosto 1924 |
Morte | Paravati 1º novembre 2009 |
Sepoltura | Paravati, cappella della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime |
Appartenenza | Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi |
Serva di Dio Fortunata Evolo, detta Natuzza (Paravati, 23 agosto 1924; † Paravati, 1º novembre 2009), è stata una mistica e veggente italiana. Il 7 aprile 2019, è stata dichiarata serva di Dio dalla Chiesa.
Biografia
Nacque a Paravati, una frazione del comune di Mileto, antica città della Calabria, dove Ruggero il normanno aveva stabilito la capitale della sua contea e la prima Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea di rito latino dell'Italia meridionale. Il padre, Fortunato, qualche mese prima che lei nascesse, nella speranza di poter aiutare la famiglia, era emigrato in Argentina, da dove non tornò mai più. La madre, Maria Angela Valente, rimasta sola con una numerosa famiglia da accudire, si adattò ai lavori più umili per sfamare la famiglia. Natuzza (un diminutivo di Fortunata molto diffuso in Calabria) cercò di aiutarla accudendo gli altri fratelli: non poté quindi frequentare regolarmente la scuola e restò di conseguenza con un livello di istruzione molto limitato, quasi analfabeta.
A 14 anni, per aiutare la famiglia, andò a lavorare come domestica in casa dell'avvocato Silvio Colloca, guadagnandosi subito la fiducia di quella famiglia. Ma dopo poco tempo Natuzza fu al centro di episodi strani e apparentemente inspiegabili, definibili oggi come paranormali, quali la vista per lei reale di persone che invece erano già defunte.
Uno di questi episodi si svolse così: "Due persone che Natuzza non conosceva andarono a fare visita alla signora Alba Colloca che le ricevette in salotto e ordinò alla ragazza di preparare il caffè da offrire loro. Natuzza preparò quattro caffè e li portò su un vassoio, ma quando la signora li offrì agli ospiti, Natuzza le chiese perché non avesse servito il caffè anche al sacerdote che era seduto con loro. In realtà non c'era nessun sacerdote, ma Natuzza insistette che era lì e lo descrisse minutamente. I due ospiti confermarono subito che Natuzza aveva descritto con grande precisione un loro parente sacerdote che era morto qualche anno prima." Altre volte la ragazza vide e descrisse persone che in realtà erano parenti o amici dei Colloca e che erano defunte da tempo. Inoltre spesso veniva trovata priva di sensi, per poi raccontare che aveva parlato con la Madonna, con Gesù o con degli Angeli.
Tutto ciò preoccupò la famiglia Colloca che decise di rivolgersi al parroco don Antonio Albanese, che esorcizzò la giovane. Infine una sera i Colloca, preoccupati per quei fatti inspiegabili, pensarono di licenziarla. Ma quando la signora Colloca andò per comunicarle quella decisione, Natuzza, prima che lei potesse parlare, la accolse piangendo e le chiese perché volessero mandarla via: qualche momento prima era entrata nella sua camera una signora anziana, con la voce rauca, che lei non conosceva; questa le aveva detto di essere la madre della signora Colloca e l'aveva già informata. Quella signora risultò effettivamente la madre della signora Colloca, morta prima che Natuzza potesse conoscerla.
Nel 1941 Natuzza si ritirò da quel lavoro, andò a vivere presso la nonna materna e pensò di farsi suora, ma venne dissuasa, proprio perché protagonista di tutti quegli episodi inquietanti. La madre decise allora di farla sposare e le propose il matrimonio con un giovane, figlio di amici, di professione falegname, che in quel momento prestava servizio nell'esercito. Il futuro marito accettò di sottoscrivere un contratto in cui si impegnava ad accettare di avere una moglie un po' particolare, lasciandole tutta la libertà possibile per poter seguire la sua vocazione di disponibilità verso il prossimo. Trovandosi lo sposo in guerra, il matrimonio avvenne per procura il 14 agosto 1943. Fu un matrimonio felice e la coppia ebbe cinque figli.
Per tutta la vita si moltiplicarono gli episodi paranormali[1], quali apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, Angeli, Santi e defunti, inoltre la comparsa di stigmate ed effusioni ematiche, accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e anche momenti di estasi. Svariate testimonianze le attribuirono anche il "dono dell'illuminazione diagnostica". Per decine di anni ricevette presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall'aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie. Moltissimi testimoniarono di aver ricevuto grazie e benefici dopo averla incontrata.
Su sua ispirazione si costituì nel 1987 un'associazione (poi diventata fondazione, presso cui Natuzza ha trascorso il resto della sua vita), con l'obiettivo di creare a Paravati un complesso che inglobasse un santuario mariano, strutture per l'assistenza medica e centri per giovani, anziani, disabili, tra cui, già realizzati, il centro anziani "Pasquale Colloca" e quello per i servizi alla persona "San Francesco di Paola"[2]. Ispirati da Natuzza e dalla sua testimonianza di fede sorsero inoltre, dal 1994, dei "Cenacoli di preghiera" riconosciuti dalle autorità ecclesiastiche e diffusi sul territorio nazionale e all'estero.
Il 9 aprile 2007 Rai International trasmise da Paravati di Mileto lo spettacolo "Notte degli angeli", a lei dedicato, organizzato dal promoter musicale Ruggero Pegna e condotto da Lorena Bianchetti, ispirato al libro "Miracolo d'amore" (Rubbettino Editore), storia della guarigione dello stesso Pegna dalla leucemia.
Morì alle 5 di mattina del 1º novembre 2009, nel centro per anziani che lei stessa aveva fondato grazie alle offerte dei fedeli, a causa di un blocco renale[3].
Beatificazione
Il 1º novembre 2014 il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, nel giorno del quinto anniversario della morte di Natuzza, annunciò che era iniziato il processo di beatificazione presso la Congregazione per le cause dei Santi[4].
Note | |
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Bibliografia | |
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