Giovanni Palatucci

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Servo di Dio Giovanni Palatucci
Laico
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Servo di Dio
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 35 anni
Nascita Montella
31 maggio 1909
Morte Dachau
10 febbraio 1945
Sepoltura
Appartenenza
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Attributi
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Invito all'ascolto
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Servo di Dio Giovanni Palatucci (Montella, 31 maggio 1909; † Dachau, 10 febbraio 1945) è stato un filantropo, poliziotto, vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza italiano, medaglia d'oro al merito civile per aver salvato la vita a molti ebrei durante la Seconda guerra mondiale e, per questo, anche annoverato Giusto tra le nazioni. Dal 21 marzo 2000 è servo di Dio con l'apertura del processo di beatificazione, (concluso nel 2004); era nipote di monsignor Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna.

Biografia

Dopo aver svolto nel 1930 il servizio militare a Moncalieri come allievo ufficiale di complemento, iscritto al Partito Nazionale Fascista, nel 1932 conseguì la laurea in giurisprudenza a Torino. Nel 1936 giurò come volontario vice commissario di pubblica sicurezza. Nel 1937 fu trasferito alla questura di Fiume come responsabile dell'ufficio stranieri e poi come commissario e questore reggente.

Nella sua posizione ebbe modo di conoscere l'impatto che le leggi razziali avevano avuto sulla popolazione ebraica. In quel contesto, cercò di fare quello che la sua posizione gli permetteva e in una lettera ai genitori scrive: «Ho la possibilità di fare un po' di bene e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare».

Potendo aiutare gli ebrei a salvarsi dalle persecuzioni, si rifiutò di lasciare il proprio posto anche di fronte a quella che sarebbe stata una promozione a Caserta. Nel marzo del 1939 un primo contingente di 800 ebrei, che avrebbe dovuto essere consegnato alla Gestapo, venne fatto rifugiare nel vescovado di Abbazia, grazie alla tempestività con cui Palatucci avvisò il gruppo del pericolo che lo minacciava.

Un calcolo approssimativo ha stimato in circa 5.000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.

Nel novembre 1943 Fiume, pur facente parte della Repubblica Sociale Italiana, di fatto entrò a far parte della cosiddetta Adriatisches Kustenland, ossia il "Territorio d'operazioni del litorale Adriatico", controllato direttamente dai nazisti per ragioni d'importanza strategica e il comando militare della città passò al capitano delle SS Hoepener. Pur avvisato del pericolo che correva personalmente, decise di rimanere al suo posto, facendo scomparire gli archivi contenenti informazioni sugli ebrei fiumani e salvando più persone possibili.

Contattati i partigiani italiani, cercò di coordinare una soluzione politica post-bellica per il territorio di confine fiumano, proponendo l'istituzione di uno "Stato Libero di Fiume", per fare in modo che questo territorio, che correva il rischio di dover venir ceduto dall'Italia alla Jugoslavia, mantenesse una sua indipendenza. Le spie tedesche però diedero informazioni sulla sua attività. Per contrastare ulteriormente l'azione dell'amministrazione nazista, vietò il rilascio di certificati alle autorità naziste se non su esplicita autorizzazione, così da poter aver notizia anticipata dei rastrellamenti e poterne dar avviso. Inoltre inviava relazioni ufficiali al governo della Repubblica Sociale Italiana, dalla quale formalmente Fiume dipendeva, pur essendo di fatto occupata e controllata direttamente dalle truppe naziste, per segnalare le continue vessazioni, le limitazioni nello svolgimento delle proprie attività e il disarmo a cui i poliziotti italiani della questura di Fiume erano stati sottoposti dai tedeschi.

Il 13 settembre 1944 Palatucci venne arrestato da Herbert Kappler, tenente colonnello delle SS e tradotto nel carcere di Trieste. Il 22 ottobre fu trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove morì pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni.

Riconoscimenti

  • Il 17 aprile 1955, venne concessa la Medaglia d'Oro alla memoria dall'Unione delle Comunità Israelitiche d'Italia con la seguente motivazione: «Commissario all'Ufficio stranieri della Questura di Fiume, tanto operò in favore degli ebrei e di altri perseguitati, che venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944 e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della liberazione, la mirabili esistenza. Se al suo nome nello Stato d'Israele sono state dedicate una via ed una foresta, gli ebrei d'Italia vogliono anch'essi onorarne il ricordo».
  • Il 12 settembre 1990 lo Yad Vashem lo riconosce Giusto tra le nazioni[1].
  • Il 15 maggio 1995 la Repubblica italiana gli ha conferito la Medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione:
Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al merito civile
«Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita.»
— Dachau - 10 febbraio 1945[2]
  • Processo di canonizzazione. Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma ha emesso un Editto per l'apertura del processo di beatificazione di Giovanni Palatucci, avvenuta formalmente il 9 ottobre 2002.
  • In occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX secolo.
  • Nel 2004 si è conclusa la fase diocesana del processo di canonizzazione ed è stato proclamato Servo di Dio.
  • Il 29 maggio 2009 l'Italia ha emesso un francobollo commemorativo in suo onore[3].
  • Il 25 aprile 2002 a Nettuno viene inaugurato il Parco "Giovanni Palatucci"[4].
  • Il 10 febbraio 2003 è inaugurato a Roma il Parco Giovanni Palatucci[5].
  • il 21.11.2007 a Palazzo San Gervasio gli è stata dedicata una strada.
  • Il 22 maggio 2009 a Cagliari gli è stata dedicata una piazza nei pressi del Palazzo di Giustizia[6].
  • Il 29 maggio 2011 la comunità montellese di Norristown gli ha dedicato un monumento murale[7][8].
  • Ad Avellino gli è stata dedicata la via prospiciente la Questura di Avellino ed un Parco Pubblico cittadino.
  • A Montella gli è stata dedicata la Scuola Primaria Statale "Giovanni Palatucci" ed una piazza.
  • Negli anni 90 gli è stata dedicata la piazzetta di Maratea.


Note
Bibliografia
  • Goffredo Raimo, A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci, Montella (AV), 1992
  • Luigi Parente, Francesco Saverio Festa, Giovanni Palatucci. La scelta, le differenze, Mephite, Avellino, 2004
  • Angelo Picariello, Capuozzo, accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2007. (La prefazione è di Toni Capuozzo, figlio di un collaboratore di Palatucci; il titolo del libro è ispirato a un episodio toccante che lo vide protagonista, quale destinatario dell'ultimo messaggio di Palatucci dal vagone piombato).
  • Valentino Izzo, Raccontare Campagna... Il SS. Nome di Dio, 2003
  • Valentino Izzo, Raccontare Campagna... le persone illustri, 2005
  • Valentino Izzo, APCF (Antisemitismo, Palatucci, Campagna, Foibe), 2009
  • Ugo G. e Silvia Pacifici Noja, Il cacciatore di giusti : storie di non ebrei che salvarono i figli di Israele dalla Shoah, Cantalupa Torinese, Effatà, 2010
  • Nazareno Giusti, L'ultimo questore, Belforte Editori, 2009.
Filmografia
  • Senza confini, regia di Fabrizio Costa - Miniserie TV (2001) prodotta e trasmessa dalla RAI.
Voci correlate
Collegamenti esterni