San Giuseppe Maria Tomasi

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San Giuseppe Maria Tomasi, C.R.
Cardinale
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battezzato
Santo
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 63 anni
Nascita Licata
12 settembre 1649
Morte Roma
1º gennaio 1713
Sepoltura Basilica di Sant'Andrea della Valle, cappella del SS. Crocifisso
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 1666
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale Roma, 1673
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(vedi)
Creato
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18 maggio 1712 da Clemente XI (vedi)
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 29 settembre 1803, da Pio VIII
Canonizzazione 12 ottobre 1986, da Giovanni Paolo II
Ricorrenza 1º gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di liturgisti, cerimonieri e studiosi di liturgia
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

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Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 1º gennaio, n. 15:
« A Roma, san Giuseppe Maria Tomasi, sacerdote dell'Ordine dei Chierici regolari, detti Teatini e cardinale: nell'ardente desiderio di rinnovare il culto divino, passò quasi tutta la sua vita a ricercare e pubblicare antichi testi e documenti della sacra Liturgia e si adoperò nel catechizzare i fanciulli. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

San Giuseppe Maria Tomasi (Licata, 12 settembre 1649; † Roma, 1º gennaio 1713) è stato un cardinale teatino.

Biografia

Nacque a Licata, arcidiocesi di Agrigento, il 12 settembre 1649, figlio primogenito di Giulio Tomasi e di Rosalia Traina, principi di Lampedusa e Duchi di Palma di Montechiaro. Al battesimo ricevette il nome di Giuseppe. La sua vita nella nobile casa paterna fin dai primi anni fu orientata all'educazione alla fede cristiana e alla formazione umanistica con particolare cura. Per questo fu istruito nelle lingue classiche e moderne, soprattutto nello spagnolo, perché già destinato dalla famiglia alla corte di Madrid, dovendo ereditare da suo padre, per i titoli nobiliari, la qualifica di Grande de Españia.

Presto si manifestò in lui la chiamata a una vita di perfezione. In famiglia altri si erano consacrati a Cristo: lo zio Carlo, sacerdote teatino, era il più noto. Tra i familiari la madre e le quattro sorelle professarono la vita religiosa nel monastero benedettino di Palma di Monte Chiaro. La sorella Domenica gli preconizzò che anche lui, Giuseppe Maria, sarebbe diventato teatino. Il 25 marzo 1666 cedette i suoi diritti patrimoniali e feudali a suo fratello, don Ferdinando.[1]

Formazione

Studiò presso don Francesco Maria Maggio argomenti sacri e lingue orientali. I suoi studi furono condotti a Messina, Ferrara, Modena e Roma; dopo gli studi diventò diacono, nel 1671. L'anno dopo era tornato nel feudo di Palma di Montechiaro, a causa della morte del fratello; nello stesso anno andò a Palermo per terminare i suoi studi inerenti alla teologia e nell'anno successivo diventò sacerdote nella Casa Generalizia dell'Ordine a San Silvestro di Monte Cavallo, a Roma. Non ricoprì nessuna carica nell'Ordine, perché da lui rifiutate: preferì piuttosto dedicarsi agli atti di pietà, agli studi liturgici e i testi sacri. Imparò l'ebraico dal dotto Mosè da Cavè. In seguito venne ammesso al circolo degli eruditi e alla biblioteca della regina Cristina Alessandra di Svezia.[1]

Opere

Nel corso della sua vita pubblicò diverse opere riguardanti la liturgia e la scienza sacra, senza però trascurare i suoi doveri religiosi.

Nel 1690 pubblicò "Le Costituzioni", riguardanti le monache benedettine del monastero della Vergine Maria del Rosario di Palma.

Nomina a Cardinale

In seguito, nel concistoro del 18 maggio 1712 venne nominato cardinale da Papa Clemente XI. Non poté però ricoprire a lungo questa carica, perché morì il 1º gennaio 1713. La sua sepoltura avvenne nella Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, sede del suo titolo di cardinale; nel 1971 il suo corpo fu traslato a Sant'Andrea della Valle, nella cappella del SS. Crocifisso.[2]

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale Presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti Successore: Kardinalcoa.png
Marcello d'Aste 1712-1713 Niccolò Caracciolo I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Marcello d'Aste {{{data}}} Niccolò Caracciolo
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni