Libertas (enciclica)
Libertas Lettera enciclica di Leone XIII XXVI di LXXXVI di questo papa | |
Data |
20 giugno 1888 (XI di pontificato) |
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Traduzione del titolo | La libertà |
Argomenti trattati | Sulla libertà |
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Libertas è una enciclica di Papa Leone XIII, datata 20 giugno 1888, di carattere politico.
Esprime le opinioni della Chiesa sui rapporti tra la stessa e lo stato.
L'enciclica tratta della libertà, fondandola nell'ordine del bene stabilito da Dio. Confuta la visione che della libertà hanno i razionalisti e i naturalisti.
Afferma i limiti della libertà di coscienza e della libertà d'insegnamento. Difende la libertà della Chiesa di fronte allo Stato liberale.
Contenuti
La separazione fra Chiesa e Stato è inaccettabile perché irragionevole, in quanto l'individuo singolo è in sé religioso e non si vede perché non debba esserlo un'intera società.
Troviamo una lotta ai diritti umani in nome dei diritti di Dio: l'uomo è libero di avere il diritto di non credere, ma – secondo Leone XIII – c'è anche un diritto di Dio ad essere adorato. E questo diritto è prevalente su quello di qualsiasi uomo. È questo il cuore di tutta l'impostazione di Leone XIII.
Con la sensibilità odierna non si può parlare di un diritto di Dio se non in senso molto analogico: i diritti umani vengono riconosciuti e tutelati dalla legge perché possono essere violati e messi in difficoltà, ma nel caso di Dio non si può dire assolutamente questo (Leone XIII risente ancora di una vecchia impostazione in cui la società è ancora in relazione a Dio).
Per quel che riguarda l'idea gelasiana di Leone XIII, essa tenta di oltrepassare – senza riuscirvi – l'ormai avvenuta divisione totale fra Stato e Chiesa. Ormai bisognerà accettare quel che è accaduto, cercando di assicurare la libertà reciproca delle due parti. Queste due idee si trovano nella Immortale Dei. Nella Libertas, invece, la separazione fra Chiesa e Stato viene considerata inaccettabile perché l’intera società dev'essere considerata religiosa come il singolo uomo (estensione dei diritti di Dio alla società) e, inoltre, perché la religione dev'essere considerata come un bene comune della società.
Leone XIII comincia a distinguere sulla libertà di coscienza. Il concetto positivo è "fare tutto quel che piace". Quello negativo sta nel non subire impedimenti per scegliere la propria religione dentro uno Stato laico: questa libertà si può tollerare in base alla distinzione fra tesi e ipotesi. Non è conforme a verità e giustizia dare a tutti la libertà religiosa, ma viene tollerata tale situazione per via dei tempi gravi che si percorrono, ed in ragione della salvaguardia del bene comune.
« | La libertà, nobilissimo dono di natura, proprio unicamente di creature dotate d'intelletto e di ragione, attribuisce all'uomo la dignità di essere "in mano del proprio arbitrio" e di essere padrone delle proprie azioni. Tuttavia è molto importante stabilire in che modo tale dignità debba manifestarsi, poiché dall'uso della libertà possono derivare grandi vantaggi ma anche grandi mali. Infatti è facoltà dell'uomo ubbidire alla ragione, seguire il bene morale, tendere direttamente al suo fine ultimo. Ma egli può anche deviare verso tutt'altri scopi e, perseguendo false immagini del bene, può turbare l'ordine prestabilito e precipitare in volontaria rovina. Gesù Cristo, liberatore del genere umano, restaurando ed elevando la primitiva dignità di natura, giovò moltissimo alla volontà dell'uomo e la innalzò verso miglior segno, ora soccorrendola con la sua grazia, ora proponendo la sempiterna felicità nei cieli. Per tale motivo la Chiesa cattolica ha giovato e gioverà sempre a questo eccellente bene di natura, poiché è sua missione diffondere in tutto il corso dei secoli i benefici recati a noi da Gesù Cristo. Eppure sono molti coloro che considerano la Chiesa contraria alla libertà umana. La causa di tale pregiudizio proviene da un perverso e confuso concetto di libertà, che viene snaturato nella sua essenza o allargato più del giusto, in modo da coinvolgere situazioni nelle quali l'uomo non può essere libero, se si vuol giudicare rettamente. » | |
(Incipit dell'enciclica)
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con impliciti richiami a San Tommaso d'Aquino si afferma quanto segue:
- accettazione della distinzione, ma non della separazione fra Chiesa e Stato perché irragionevole, in quanto l'individuo singolo è in sé religioso e non si vede perché non debba esserlo un'intera società;
- libertà dell'uomo, anche di coscienza e (tolleranza);
- opposizione alle leggi arbitrarie;
- validità del regime democratico (repubblica popolare moderata);
- liceità del rifiuto di servire un dominio esterno, o un ingiusto regime politico interno.
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