Museo Diocesano della Spezia
Museo Diocesano della Spezia | |
Oratorio di San Bernardino da Siena, sede del museo | |
Categoria | Musei diocesani |
---|---|
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Liguria |
Regione | Liguria |
Provincia | La Spezia |
Comune | La Spezia |
Diocesi | Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato |
Indirizzo |
Via del Prione, 156 19100 La Spezia (SP) |
Telefono |
+39 0187 258570, +39 0187 734424 (curia) |
Fax | +39 0187 257426 |
Posta elettronica | museosp@diocesilaspezia.it |
Proprietà | Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arredi sacri, dipinti, metalli, grafica e disegni, lapidi, libri antichi a stampa, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale Diocesano di La Spezia |
Sede Museo | Oratorio di San Bernardino da Siena |
Datazione sede | 1455 |
Data di fondazione | 28 maggio 2005 |
Il Museo Diocesano della Spezia ha sede nell'Oratorio di San Bernardino da Siena, edificato nel 1455 dalla confraternita omonima, ed è stato inaugurato il 28 maggio 2005, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dalla Cattedrale di Cristo Re e dal territorio diocesano.
Il Museo, fa parte di un Sistema Museale Diocesano, che costituisce un percorso assai articolato sul territorio, che comprendente anche i seguenti musei:
Storia
Il Museo, inaugurato il 28 maggio 2005, è il punto di arrivo di un lungo percorso di progettazione ed allestimento, che ha visto come protagonisti diverse diverse personalità religiose e politiche spezzine.
La prima idea del Museo risale agli anni Ottanta quando il vescovo Siro Silvestri (1975 - 1989), incoraggia la nascita di un'istituzione specificatamente dedicata a promuovere l'arte e la cultura e al tempo stesso volta ad impedire la dispersione del patrimonio artistico della Diocesi.
Negli anni Novanta il sindaco Lucio Rosaia propone l'Oratorio di San Bernardino, allora sede della Pubblica Assistenza, come edificio adatto ad ospitare il Museo Diocesano.
L'occasione giusta per la concretizzazione del nuovo progetto museale si è presentata con il Giubileo del 2000, grazie ai contributi accordati alle diocesi d'Italia da destinarsi specificatamente alla realizzazione di progetti a favore della cultura. Si è potuto così dare inizio ai lavori di restauro ed adattamento dell'edifico alla nuova funzione di sede espositiva.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale, sviluppato su tre livelli, si apre con la ricostruzione storica dei luoghi attraverso l'utilizzo di pannelli e l'esposizione di opere d'arte e suppellettile liturgica, databili dal XIII al XXI secolo.
Piano terra
Al piano terra sono ospitate collezioni permanenti di arte e di storia secondo un criterio cronologico con opere databili fra il XIV e il XVI secolo. Di rilievo:
- Frammenti di sovrapporta (XV secolo), di bottega ligure, raffiguranti:
- Annunciazione;
- Madonna con due disciplinati in preghiera;
- San Bernardino da Siena con disciplinati in preghiera.
- Frammento di stipite con San Giuseppe e sant'Antonio da Padova (XV secolo), in ardesia, di bottega ligure.
- Madonna con Gesù Bambino (1476), tavola, di Jacopo Spinolotto: l'opera era stata rubata del 1974 dalla Pieve di San Venerio; ritrovata nel 2007, dal 2008 è conservata nel Museo.
- Sant'Erasmo e san Gerolamo (1495 ca.), olio su tela, di Carlo Braccesco, proveniente dalla Parrocchia di Sant'Andrea di Levanto.
- San Pantaleo ed un santo vescovo (1495 ca.), olio su tela, di Carlo Braccesco, proveniente dalla Parrocchia di Sant'Andrea di Levanto.
- Trittico con San Giovanni evangelista tra san Sebastiano e san Rocco (XVI secolo), tavola, di Nicolò Vespasiano, provenienti dalla Chiesa Nuova.
- Gloria di san Nicola da Tolentino (1539), tavola, di Antonio da Carpena detto il Carpenino, proveniente dal distrutto Convento degli Agostiniani.[1]
- Immacolata concezione (XVII - XVIII secolo), in legno intagliato policromo, di Anton Maria Maragliano, proveniente dalla chiesa di S. Nicola di Carpena.
La parte rialzata di questo piano è il fulcro del percorso espositivo: si tratta dell'antico coro dell'oratorio, dove sono presentati gli oggetti più preziosi della collezione, in particolare:
- Due cofanetti eburnei di Federico II (XIII secolo), di ambito siculo-arabo.
- Piatto per elemosine con Adamo ed Eva tentati dal serpente nel paradiso terrestre (XV - XVI secolo), in ottone sbalzato, di bottega tedesca.
- Calice di Enrico VIII (XVI secolo), di bottega orafa parigina, proveniente dalla Parrocchia di Sant'Andrea di Levanto.
- Reliquiario di san Giovanni Battista, in argento, di bottega genovese, proveniente dalla Parrocchia di San Giovanni Battista di Riomaggiore.
- Tabernacolo (XVI secolo), in legno intagliato e dorato, proveniente dalla Parrocchia di San Giovanni Battista di Monterosso.
Secondo piano
Al secondo piano il percorso prosegue con la storia della Diocesi spezzina, dalla sua fondazione nel 1929, al lungo lavoro per la costruzione della nuova Cattedrale di Cristo Re (dal concorso nazionale degli anni Trenta del secolo scorso, fino realizzazione dell'attuale degli architetti Libera e Galeazzi conclusasi nel 1975). La diocesi, nel corso degli anni ha subito alcune trasformazioni territoriali, fino a coincidere col territorio provinciale. Tale unificazione avvenuta nel 1959 con l'acquisizione dell'Alta Val di Vara e di Portovenere è sottolineata da alcune preziose opere d'arte, provenienti da questi territori.
Ampio spazio, nel percorso museale è stato dato anche alla religiosità popolare con significativi documenti e testimonianze storico-artistiche provenienti dalle confraternite.
Terzo piano
L'ultimo piano propone opere d'arte sacra contemporanea ed è adibito a spazio per mostre temporanee.
Galleria fotografica
|
|
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |