Museo Diocesano di Nardò
Museo Diocesano di Nardò | |
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Bassorilievo con Transito di Maria Vergine o Dormitio Virginis (seconda metà del XIV secolo) | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Puglia |
Regione | Puglia |
Provincia | Lecce |
Comune | Nardò |
Diocesi | Diocesi di Nardò-Gallipoli |
Indirizzo | Piazza Pio XI 73048 Nardò (LE) |
Telefono | +39 340 5012540 |
Posta elettronica | ufficiobeniculturali@diocesinardogallipoli.it |
Sito web | http://museodiocesanonardo.it/it/ |
Proprietà | Diocesi di Nardò-Gallipoli |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | Arredi sacri, dipinti, ex voto, gioielli, incunaboli, lapidi, manoscritti, metalli, monete, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | Accoglienza al pubblico, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshop, didattica, guardaroba, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | ex Seminario Vescovile, primo piano |
Fondatori | vescovi Vittorio Fusco e Domenico Caliandro |
Data di fondazione | 7 giugno 2017 |
Il Museo Diocesano di Nardò (Lecce), allestito al primo piano dell'ex Seminario Vescovile, è stato aperto al pubblico il 7 giugno 2017, per volontà dei vescovi Vittorio Fusco (1995 - 1999) e Domenico Caliandro (2000 - 2012), per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine e dal territorio diocesano.
Il Museo ha una sede distaccata presso il Museo Diocesano di Gallipoli.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in sette sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dall'XI al XX secolo
Sala I - Storia della Diocesi
La sala documenta la storia della Diocesi di Nardò-Gallipoli attraverso testimonianze scritte e l'esposizione delle opere più rappresentative, fra cui spiccano:
- Bolla di fondazione della Diocesi di Nardò (11 gennaio 1413), pubblicata da papa Giovanni XXIII.
- Statua di sant'Agata (XVIII secolo), in cartapesta.
- Busto di san Gregorio Armeno (1716), in argento.
Sala II - Trecento e Quattrocento
Nella sala sono riunite le opere riferibili al XIV ed al XV secolo, tra i quali si nota:
- Bassorilievo con Transito di Maria Vergine o Dormitio Virginis (seconda metà del XIV secolo), proveniente dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio, ma in origine collocato sul portale meridionale della Cattedrale.
Sala III - Cinquecento e Seicento
La sala espone dipinti, arazzi, opere di oreficeria e sculture, riferibili all'arco temporale compreso tra il XVI e XVII secolo, commissionate in gran parte dai vescovi Giovan Battista Acquaviva d'Aragona (1536-1569), Ambrogio Salvio (1569-1577), Luigi De Franchis (1611-1616) e Orazio Fortunato (1678-1707).
Sala IV - Settecento
La sala conserva pregevoli dipinti del XVIII secolo, fra cui spicca per valore ed interesse culturale:
- Due grandi ante dell'armadio delle reliquie (XVIII secolo), in legno dipinto, attribuite a Francesco Solimena, provenienti dalla Cattedrale.
Sala V - Dal Settecento al Novecento
La sala riunisce le opere del periodo compreso fra il XVIII ed il XX secolo come oggetti liturgici e paramenti sacri, quasi tutti di ambito napoletano, commissionati dai vescovi che si sono succeduti, a partire da Antonio Sanfelice (1707-1736) fino ai vescovi più recenti.
Sala VI - Cappella del Seminario
Nell'ex cappella ottocentesca del Seminario sono esposti:
- Ricostruzione del monumento funebre del vescovo Orazio Fortunato (inizio del XVIII secolo), commissionato dal cardinale Vincenzo Orsini, futuro papa Benedetto XIII.
- Paliotto, candelieri e vasi portapalma (prima metà del XVIII secolo), in argento, commissionati in parte dal vescovo Antonio Sanfelice ed in parte dal successore Francesco Carafa (1736-1754) per l'altare maggiore della Cattedrale.
Sala VII - Devozione popolare
Nell'ultima sala, utilizzata anche per le attività didattiche, sono custodite le testimonianze della devozione popolare (ex voto, manufatti di oreficeria), tra cui una collezione di preziose corniole, oltre ai sigilli episcopali e di curia, databili dalla fine del XVIII secolo ad oggi.
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