Museo della Sindone di Torino
Museo della Sindone di Torino | |
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Museo della Sindone, sala espositiva | |
Categoria | Musei confraternali |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Piemonte |
Regione | Piemonte |
Provincia | Torino |
Comune | Torino |
Diocesi | Arcidiocesi di Torino |
Indirizzo | Via San Domenico, 28 10122 Torino (TO) |
Telefono | +39 011 4365832 |
Fax | +39 011 4319275 |
Posta elettronica | museo@sindone.org |
Sito web | [1] |
Proprietà | Confraternita del Santissimo Sudario |
Tipologia | specializzato, storico, scientifico |
Contenuti | apparecchiature tecnico-scientifiche, documenti storici, fotografie, libri a stampa |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, audioguide, biglietteria, biblioteca, bookshop, didattica, fototeca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Chiesa del SS. Sudario, cripta |
Fondatori | Confraternita del Santissimo Sudario |
Data di fondazione | 4 giugno 1936 |
Il Museo della Sindone di Torino, allestito nella cripta della Chiesa del SS. Sudario, è stato inaugurato il 4 giugno 1936 per volere della Confraternita del Santissimo Sudario per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio scientifico e storico sulla Sacra Sindone, conservata presso il Duomo di Torino.
Storia
Negli anni Trenta, la Confraternita del Santissimo Sudario decise di organizzare alcuni dei numerosi e preziosi reperti sulla Sindone raccolti nei secoli in una mostra permanente, che venne inaugurata il 4 giugno 1936 alla presenza del cardinale Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino. La Mostra documentaria dell'insigne reliquia - così venne denominata - era allestita in due ambienti adiacenti alla Chiesa del SS. Sudario.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta, la Confraternita e i Cultores Sanctae Sindonis si adoperarono per rendere sempre più funzionale il Museo, ed il 2 maggio 1959 inaugurarono negli stessi locali un nuovo allestimento del Museo. Il più ampio spazio concesse alcuni importanti miglioramenti dell'esposizione, tra i quali la possibilità di esporre una copia in grandezza naturale del negativo della Sindone stampata su pellicola e suggestivamente illuminata per trasparenza.
La soluzione espositiva, tuttavia, non era ancora ritenuta completamente soddisfacente, anche a causa della necessità di utilizzare la casa per diverse funzioni, ed il Centro Internazionale di Sindonologia, da poco costituito, da una parte continuò ad aggiornare il Museo, e dall'altra in collaborazione con la Confraternita continuò a studiare una soluzione alternativa, sino ad individuare in un fabbricato annesso alla casa di proprietà della Confraternita la sede idonea per una nuova sede del Museo. I lavori per adattarlo all'uso erano notevoli. Iniziarono, infatti, nel 1965 e terminarono nel 1973 con l'apertura al pubblico della sala in cui il Museo trovò sistemazione per 25 anni.
Nel 1997, infatti, iniziarono i lavori di restauro della cripta della Chiesa del SS. Sudario. Il Museo, completamente rinnovato, è stato riaperto al pubblico il 15 aprile 1998.
Percorso espositivo
Il Museo documenta le vicende legate alla Sacra Sindone, dal XV secolo ad oggi, cogliendone gli aspetti storici, scientifici, devozionali e artistici, attraverso due percorsi:
- Percorso scientifico, illustra la storia della ricerca scientifica iniziata oltre un secolo fa, nel 1898, e da allora continuata dagli studiosi di varie discipline che hanno tentato di "leggere" la Sindone e la sua immagine, per cercare di svelarne i misteri.
- Percorso storico, traccia la storia della Sindone e della sua venerazione a partire dalla seconda metà del XV secolo, quando il "Lenzuolo" divenne proprietà dei Savoia.
Tra gli oggetti esposti di particolare interesse si ricordano:
- Lastre delle riprese fotografiche effettuate nel 1898 da Secondo Pia e quelle scattate nel 1931 da Giuseppe Enrie che hanno dato il via agli studi scientifici sulla reliquia.
- Cassetta con cui la Sindone giunse a Torino nel 1578.
- Incisioni e libri antichi dal XVI al XIX secolo.
- Immagini tridimensionali.
- Fotografie al microscopio elettronico di pollini, microtracce e tele, frutto di esperimenti volti a spiegare l'immagine.
Inoltre, il Museo conserva un vero e proprio capolavoro:
- Reliquiario a teca (XVI secolo), in argento e pietre dure, che ha custodito la Sacra Sindone fino al 1998.
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