Sant'Onesimo

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Sant'Onesimo
Personaggio del Nuovo Testamento
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
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Nascita Colossi
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Morte Efeso
febbraio 90
Sepoltura
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Ordinato diacono
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Scomunicato da
Riammesso da da
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 15 febbraio
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di {{{patrono di}}}
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Incoronazione
Investitura
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Onorificenze
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Consorte

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Collegamenti esterni
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 15 febbraio, n. 1:
« Commemorazione del beato Onesimo, che san Paolo Apostolo accolse quale schiavo fuggiasco e generò in catene come figlio nella fede di Cristo, come egli stesso scrisse al suo padrone Filémone. »

Sant'Onesimo, dal greco con significato di utile, giovevole, chiamato anche Santo Apostolo Onesimo (Colossi, I secolo; † Efeso, febbraio 90), è un personaggio del Nuovo Testamento, schiavo greco di Filemone di Colossi, fuggitivo a Roma, conobbe e servì San Paolo, dal quale fu rinviato a Filemone con una lettera e con la preghiera di affrancarlo; è venerato dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa come Santo.

Agiografia

Lettera a Filemone, frammento

Era uno schiavo di Appia e di Filemone, personaggio influente della città di Colossi, in Frigia, che era stato convertito al cristianesimo dallo stesso San Paolo e che accoglieva nella sua casa la comunità cristiana della città per la celebrazione dei sacri misteri cristiani. Onesimo fuggì a Roma per sfuggire alla punizione per un furto che aveva commesso, lì conobbe Paolo che si trovava in carcere in attesa di essere giudicato dall'Imperatore. Si convertì al Cristianesimo, si fece battezzare e si mise al suo servizio. Paolo che conosceva bene il suo padrone, Filemone e la sua fervente Fede cristiana, pur volendo tenere con sé Onesimo, che ormai amava come un figlio, volle tuttavia rispettare le leggi romane in materia di schiavitù e decise di rimandarlo al legittimo padrone, con una lettera, scritta attorno al 62-63, la Lettera a Filemone in cui gli chiedeva di tornare ad accogliere Onesimo non più come uno schiavo, ma come un fratello.

« Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare, preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene, Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e a me. Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore. Avrei voluto trattenerlo presso di me, perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto per il vangelo! »

Paolo non condanna la schiavitù, anche se essa è palesemente in contrasto con la legge della Carità cristiana, ne pone invece le basi per il suo superamento: il padrone e lo schiavo, anche se conservano le relazioni sociali di prima, diventando cristiani devono ormai vivere come due fratelli al servizio dello stesso Signore. Ecco come Paolo scrive ancora:

« Forse per questo è stato separato da te per un momento, perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto di più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso! »

Onesimo tornò quindi da Filemone dal quale fu bene accolto e affrancato, poi rimandato nuovamente a Paolo per servirlo, tanto che Paolo se ne servirà per inviare la sua lettera ai Colossesi, nella quale è citato come latore:

« Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tichico, il caro fratello e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore, che io mando a voi, perché conosciate le nostre condizioni e perché rechi conforto ai vostri cuori. Con lui verrà anche Onesimo, il fedele e caro fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno di tutte le cose di qui. »

Dopo aver contribuito alla diffusione del cristianesimo in Asia Minore, Onesimo morì attorno al 90.

Culto

L'attuale martirologio romano riporta solo un Santo Onesimo, festeggiato il 15 febbraio discepolo di Paolo.

La tradizione cristiana parla anche di un martire Sant'Onesimo, vescovo di Efeso, lapidato a Roma nel 109 durante la persecuzione di Traiano e attualmente non associato al nostro. Neppure trovano conferma antichi accenni a un Onesimo vescovo di Antiochia o di Berea (in Siria?)[1][2]

Note
  1. Scheda su Sant'Onesimo in www.catholic.org
  2. Paul Guérin (a cura di), Vie des Saints des Petits Bollandistes, Bloud et Barral editori, Parigi, 1876, tomo II, p. 545.
Bibliografia
  • (FR)Paul Guérin (a cura di), Vie des Saints des Petits Bollandistes, Bloud et Barral editori, Parigi, 1876
  • (FR)Daniel Furter, Les Épîtres de Paul aux Colossiens et à Philémon, Vaux-sur-Seine, Edifac, 1987.
Voci correlate
Collegamenti esterni