Pietro Aretino

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Pietro Aretino
Laico
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Tiziano Vecellio, Ritratto di Pietro Aretino (1545 - 1550 ca.), olio su tela; New York (USA), Frick Collection
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 64 anni
Nascita Arezzo
20 aprile 1492
Morte Venezia
21 ottobre 1556
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
34 anni
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Altre ricorrenze
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Erede
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Onorificenze
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Virgolette aperte.png
Qui giace l'Aretin, poeta Tosco,
che d'ognun disse mal, fuorché di Cristo,
scusandosi col dir: "Non lo conosco"!
Virgolette chiuse.png
(Paolo Giovio, Ironica epigrafe indirizzata all'Aretino )

Pietro Aretino (Arezzo, 20 aprile 1492; † Venezia, 21 ottobre 1556) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano. Commentatore mordace di uomini ed eventi, nonostante i nemici che inevitabilmente si fece riuscì a mantenere salda la sua posizione. Fu autore di rime, di commedie, di sei libri di Lettere e dei celebri dialoghi tra prostitute (Ragionamenti, 1534-36), lavori questi, come tutti gli altri, contraddistinti da un tipico antipedantismo letterario..

Cenni biografici

Nacque a Arezzo il 20 aprile 1492, figlio di un calzolaio di nome Luca e di una cortigiana. Si trasferì ancora adolescente a Perugia, poi a Siena e di lì, protetto dal banchiere, imprenditore e armatore Agostino Chigi, nella Roma di papa Leone X attorno al 1517.

Durante il conclave seguito alla morte del papa, nel 1521, fece con le sue pasquinate una clamorosa campagna scandalistica, che continuò anche dopo l'inaspettata elezione di Adriano VI, ritenendo poi opportuno, prima dell'arrivo del nuovo papa a Roma, di allontanarsene al seguito del cardinal Giulio de' Medici.

Fu poi alla corte dei Gonzaga e presso Giovanni dalle Bande Nere, con cui strinse una duratura amicizia. Tornò a Roma appena eletto papa Giulio de' Medici, ma l'ostilità del datario pontificio Gian Matteo Giberti e un grave attentato subìto, lo costrinsero a raggiungere di nuovo Giovanni, che accompagnò fino alla morte nel 1526.

Fu poi a Mantova e infine a Venezia, dove per un trentennio trovò sicura e stabile dimora sino alla morte, avvenuta il 21 ottobre 1556.

Bibliografia
  • Giuliano Innamorati, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 4, 1962, online