Presentazione di Maria Vergine al Tempio (Tiziano)
Tiziano Vecellio, Presentazione di Maria Vergine al Tempio di Gerusalemme (part. Sommo sacerdote accoglie Maria bambina) 1534 - 1538, tempera su tela | |
Presentazione di Maria Vergine al Tempio | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Veneto |
Regione ecclesiastica | Triveneto |
Provincia | Venezia |
Comune | |
Diocesi | Venezia |
Ubicazione specifica | Gallerie dell'Accademia |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Venezia |
Luogo di provenienza | Scuola di Santa Maria della Carità, Sala dell'Albergo |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Presentazione di Maria Vergine al Tempio di Gerusalemme |
Datazione | 1534 - 1538 |
Autore |
Tiziano Vecellio |
Materia e tecnica | olio su tela |
Misure | h. 335 cm; l. 775 cm |
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La Presentazione di Maria Vergine al Tempio è un dipinto, eseguito tra il 1534 e il 1538, ad olio su tela da Tiziano Vecellio (1490 ca. - 1576); ebbe collocazione originariamente nella Sala dell'Albergo della Scuola di Santa Maria della Carità, oggi sede delle Gallerie dell'Accademia a Venezia.
Descrizione
Soggetto
La scena è ambientata in una piazza veneziana, dove compaiono:
- Maria bambina, circondata da un alone di luce, sale con grazia la scalinata. Il passo leggero della fanciulla si rifà alle fonti apocrife, secondo le quali Maria, giunta in cima, si sarebbe messa a danzare. Ella è completamente sola sulla scala e Tiziano sottolinea la sua solitudine rispetto alle altre figure anche per mezzo del colore azzurro della sua veste, diverso dallo sfondo, che egli simbolicamente usa anche per il cielo.
- Sommo sacerdote, insieme ad un anziano con bastone e un giovane inserviente, accoglie la piccola Maria all'ingresso del Tempio, stupito per la sicurezza con cui la bambina sale i gradini, senza mai voltarsi indietro e senza nessun aiuto, nonostante la tenera età.
- San Gioacchino e sant'Anna, ormai anziani, sono confusi fra la folla che assiste alla scena: si confortano a vicenda, guardando Maria che sale la gradinata senza voltarsi a salutarli.
- Gentiluomo, all'estremità del dipinto, distribuisce le elemosine: allusione alla attività dei committenti (i confratelli della Scuola della Carità), ma anche alla tipica virtù di Maria.
Inoltre, nel dipinto figurano:
- Vari astanti si affacciano dalle finestre e dai balconi per assistere all'evento e altri affollano la strada. Tra questi si osservano una serie di personaggi contemporanei i confratelli della Scuola, tra i quali in testa al gruppo, Andrea de' Franceschi in veste rossa ducale e Lazzaro Crasso.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- I gradini della scalinata sono quindici, come i Salmi detti graduali, recitati dai pellegrini, mentre salivano al Tempio di Gerusalemme.
- La scena è organizzata grandiosamente con un'inquadratura di architetture classiche, che citano anche gli allestimenti di scenografie teatrali dell'epoca. A sinistra un grande loggiato è visto di scorcio e conduce lo sguardo dello spettatore in profondità, dove seguono una piramide e, più lontano, rupi e montagne.
- In primo piano alcuni elementi riempiono la composizione, dando al pittore l'opportunità di inserire alcuni temi allora in auge, come il torso classico (il cosiddetto Busto Farnese), o la vecchia venditrice di uova che si gira indietro, che richiama la Sibilla Cumana di Michelangelo.
- L'opera si contraddistingue per il grande realismo dei particolari e la cura per i dettagli, spesso di valore simbolico, come la cesta di uova in primo piano, i polli, il maialino, le colonne di marmo o la parte frontale della scala coperta di muschio.
- La tessitura cromatica è molto ricca, con toni smaglianti e un efficace contrasto tra colori caldi, nella parte cittadina e freddi, nel paesaggio.
Notizie storico-critiche
L'opera fu eseguita su commissione della Scuola di Santa Maria della Carità, tra il 1534 e il 1538 e collocata sulla parete d'ingresso della Sala dell'Albergo, dove si trova tuttora.
Il dipinto fu eseguito da Tiziano Vecellio adattandolo alla forma della parete, che prevedeva un taglio nella zona inferiore a destra, dove c'era una porta, mentre quello a sinistra è una modifica apportata successivamente per l'apertura di una seconda porta, anteriormente al 1664.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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