Presentazione della Beata Vergine Maria

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Presentazione della Beata Vergine Maria

Giotto - Scrovegni - -08- - Presentation of the Virgin in the Temple.jpg
Giotto, Presentazione di Maria Vergine al Tempio (1303-1306), affresco; Padova, Cappella degli Scrovegni
Memoria
Mistero celebrato Presentazione di Maria al tempio di Gerusalemme.
Riferimenti
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Data 21 novembre
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Rito
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Rito Romano
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Periodo Tempo Ordinario
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Note di Rito romano
Rito Ambrosiano
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Periodo Avvento
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Note di Rito ambrosiano
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Celebrata in
Celebrata a
Tradizioni religiose
Data d'istituzione VI secolo in oriente
XIV secolo in occidente
Chiamata anche Madonna della Salute o Ingresso della Madre di Dio al tempio
Feste correlate
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 21 novembre, n. 1:
« Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di sé stessa a Dio fin dall'infanzia colei che, sotto l'azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio. »

La Presentazione della Beata Vergine Maria è una memoria liturgica della Chiesa cattolica che ricorda la presentazione di Maria, ancora bambina, al Tempio di Gerusalemme.

Viene celebrata il 21 novembre.

Il fatto

La narrazione del
Protovangelo di Giacomo
(7,2-8,1)
Quando la bambina compì i tre anni, Gioacchino disse: "Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola accesa e la tenga accesa affinché la bambina non si volti indietro e il suo cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore". Quelle fecero così fino a che furono salite nel tempio del Signore. Il sacerdote l'accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: "Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell'ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione". La fece poi sedere sul terzo gradino dell'altare, e il Signore Iddio la rivestì di grazia; ed ella danzò con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene.

I suoi genitori scesero ammirati e lodarono il Padrone Iddio perché la bambina non s'era voltata indietro. Maria era allevata nel tempio del Signore come una colomba e riceveva il vitto per mano di un angelo.

Oggetto diretto della festa è un avvenimento della vita di Maria: ella, all'età di soli tre anni, sarebbe stata condotta dai genitori Anna e Gioacchino a Gerusalemme, per essere offerta al Signore nel Tempio, dove sarebbe rimasta fino all'età di dodici anni, dedita unicamente alla pietà e al servizio del Santuario.

Storicità e fonti

Del fatto non vi è menzione nei Vangeli, ma è una delle tante pie invenzioni degli apocrifi[1]. Essa appare per la prima volta, ancora con scarsi dettagli, nel cosiddetto Protovangelo di Giacomo (II-III secolo) e viene sviluppata in seguito e drammatizzata in vari altri vangeli apocrifi dell'infanzia di Gesù[2].

La narrazione trovò nel popolo un'accoglienza cordiale e fecondò l'ispirazione degli artisti, che elaborarono sin dall'antichità una vasta gamma di rappresentazioni.

San Massimo il Confessore ne descrive l'evento nel suo Vita di Maria, ma anche Tarasio di Costantinopoli, Pietro di Argo, Germano nella sua Omelia per la Presentazione, e infine Giorgio Innografo in Kontakion per la Presentazione.

La celebrazione liturgica

In Oriente

Gli inizi della celebrazione liturgica sarebbero da ricercare a Gerusalemme[3]. La chiesa di Santa Maria Nova, costruita nel centro della città da Giustiniano I nel 543, sembra volesse localizzare l'avvenimento. Dall'anniversario della dedicazione di questa chiesa, il 21 novembre, sarebbe nata in seguito la vera festa della Presentazione.

Ai tempi dei crociati il ricordo del fatto passò al Templum Domini, cioè alla Moschea di 'Omar, sulla spianata del Tempio, che servì da edificio di culto cattolico dal 1099 al 1187[3].

Nel 1143 Manuele Comneno rese festiva la celebrazione.

In Occidente

L'Occidente conobbe la festa attraverso gli influssi orientali.

La festa cominciò a universalizzarsi nel 1372: in quell'anno l'ambasciatore a Cipro, Filippo di Mazières, indusse Carlo V di Francia a celebrare la festa, con l'assenso di papa Gregorio XI, nella chiesa dei Minori, ad Avignone, dove all'epoca risiedeva la corte pontificia. Il re invitò il paese a seguire l'esempio del sommo pontefice, il Papa la inserì nel calendario della Curia Romana e di lì a poco penetrò in tutta la Chiesa Occidentale: nel 1391 l'adottarono i Carmelitani e nel 1474 i Certosini; Pio II e Sisto IV ne favorirono molto la diffusione: nel 1472 fu concessa al duca Guglielmo di Sassonia, da dove passò a Magonza e Treviri.

Pio IV introdusse la festa nel Breviario Romano, anche se in seguito Pio V la soppresse perché apocrifa. Filippo II di Spagna ottenne però da Gregorio XIII di poter continuare a celebrarla nei suoi regni e poco dopo Sisto V, spinto a ciò anche dal gesuita Francesco Turriani, con il breve Intemeratae Matris Dei Mariae (1º settembre 1585) la prescrisse nuovamente alla Chiesa universale con rito doppio e con il formulario della festa della Natività di Maria, a cui sostituì la parola nativitas ("nascita") con praesentatio ("presentazione"). Scomparvero così i vari formulari medioevali, con testi a volte arditi, anche se spesso poetici.

Clemente VIII, in occasione della revisione del Messale Romano (1602) elevò il rito a doppio maggiore e ridusse il formulario alla forma in cui si mantenne fino a prima del Concilio Vaticano II.

Sotto Benedetto XIV fu discussa una riforma del Breviario Romano e del Messale e la festa della Presentazione corse il pericolo di essere nuovamente eliminata, ma il Papa morì prima di poter condurre a termine tale opera.

La riforma liturgica del Concilio Vaticano II ne ha ridotto il rango, da festa a memoria.

Nell'arte

Fratelli Limbourg, Presentazione di Maria Vergine al Tempio (foglio 137r), tratto da Très Riches Heures du Duc de Berry (1412 - 1416 ca.); Chantilly (Francia), Musée Condé

L'episodio della Presentazione è stato trattato da moltissimi autori in più epoche storiche. Fra i tanti si ricorda Giotto, che ne ha descritto visivamente la scena all'interno della Cappella degli Scrovegni di Padova, affrescata da lui fra il 1303 e il 1306. Lo stesso soggetto venne dipinto da Taddeo Gaddi nella Cappella Baroncelli di Santa Croce di Firenze o da Paolo Uccello nel Duomo di Prato o ancora da Domenico Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni di Santa Maria Novella. Anche Cima da Conegliano riprese lo stesso tema nel dipinto del 1496 - 1497, oggi a Dresda; un'altra rappresentazione molto nota si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore. In tutti questi dipinti un ruolo chiave ha la rappresentazione architettonica della scala, su cui la Vergine bambina sale.

Sempre a Roma, nella Chiesa Nuova, è presente una cappella dedicata alla Presentazione della Vergine.

Congregazioni della Presentazione

Numerose le congregazioni intitolate alla Presentazione della Vergine:

Nelle Chiese Orientali

La festa è celebrata anche dalla Chiesa Ortodossa come Ingresso della Madre di Dio al Tempio[7]. Comunemente la festività è nota nel mondo orientale anche come Ingresso al Tempio della Tuttasanta Deìpara.

Anche le Chiese Orientali, come la Chiesa Cattolica, la celebrano il 21 novembre[8]. Si trova in tutti i calendari orientali.

Note
  1. Giuseppe Löw (1952) 1966.
  2. Giuseppe Bonaccorsi, I Vangeli apocrifi, Firenze 1948, I vol., p. 72-73 e passim.
  3. 3,0 3,1 Giuseppe Löw (1952) 1967.
  4. Robert Thomas Hampson, Calendaria medii aevi, Londra 1841, 432, 445.
  5. Più precisamente al Museo Nazionale Vyelvemlekek.
  6. Budapest, Museo Nazionale, F. 94.
  7. in russo: Введение во храм Пресвятой Богородицы, traslitterato 'Vvedenie vo khram Presvjatoj Bogorodicy'.
  8. Nicolao Nilles, Kalendarium manuale utriusque Ecclesiae Orientalis et Occidentalis, I, II, Innsbruck 1898.
Bibliografia
Voci correlate