Apocrifi

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Il termine apocrifo è una traslitterazione del greco απόκρυφος, apókryphos (ἀπό, apó = da + κρύπτω, krýpto = nascondere), indicante "ciò che è tenuto nascosto", "ciò che è tenuto lontano (dall'uso)". L'uso odierno del termine è circostanziato prevalentemente alla tradizione giudeo-cristiana, all'interno della quale è stata coniato. In essa con apocrifo si intende un testo non canonico, cioè non incluso nell'elenco dei libri della Bibbia ritenuti da parte del Magistero ecclesiastico autentici ed ispirati. Non sono cioè Parola del Signore, come ad esempio i Vangeli canonici di San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni o altri testi compresi dalla Sacra Scrittura ufficiale.

La Chiesa, pur autorizzandone la lettura, invita alla prudenza affinché quanto essi affermano non sia considerato automaticamente veritiero e non vi si attinga per la propria salvezza. Essi, che sono di numero elevatissimo sia riguardo all'Antico che al Nuovo Testamento, riguardano per lo più scritti a volte intrisi di leggende e dal carattere a volte fantastico e fiabesco, che nello specifico della vita del Signore presentano grosso modo un Gesù fautore di miracoli e di prodigi, a volte anche esibizionista e impertinente, forse con il solo scopo di mostrare come e quanto egli sia Dio.

La caratteristica del prodigio e delle varie cose portentose traspare in questi scritti in modo a volte esagerato per poter definire tali scritti un’opera di carattere ispirato, mentre ai racconti storici (poco attendibili) si alternano le leggende e le fantasie.

Nella Chiesa delle origini parecchi Padri ricorrevano all'apocrifo Protovangelo di Giacomo per legittimare la verginità della Madonna o altre dottrine mariane, ragion per cui, anche se non del tutto attendibili, potrebbero essere una valida traccia per il percorso della Tradizione della Chiesa.

Tipologia

Complessivamente i testi apocrifi della tradizione giudeo-cristiana rappresentano un numero elevato. Sono notevolmente variegati quanto a:

  • data e luogo di composizione;
  • lingua di composizione;
  • autore: molti dei testi apocrifi sono pseudoepigrafi (= in greco "dal titolo falso"), cioè si presentano tramite un artificio letterario come opera di un autore illustre e autorevole (solitamente dell'Antico o del Nuovo Testamento), nel tentativo di guadagnare una autorità che altrimenti il testo non avrebbe. Anche alcuni libri canonici del Nuovo Testamento sono oggi considerati dai biblisti pseudoepigrafi come la seconda lettera di Pietro, scritta forse dopo la sua morte
  • tradizione religiosa di riferimento: ebraica, cristiana, eretica (soprattutto ambienti gnostici);
  • genere letterario: narrazione storica, lettera, atti (narrazione storica relativa specificamente ad alcuni protagonisti), Vangelo (riferito a Gesù), Apocalisse (racconto allegorico descrivente il futuro e/o viaggi celesti);
  • fortuna e uso nella tradizione religiosa: la maggior parte degli apocrifi non sono stati considerati in alcun modo dagli autori successivi, altri (p.es. Vangeli apocrifi dell'infanzia) hanno goduto di una certa fortuna almeno a livello artistico, altri ancora hanno goduto di notevole considerazione presso gli autori successivi al punto da non essere identificati con la dicitura 'apocrifi' (p.es. la cosiddetta letteratura sub-apostolica nella tradizione cattolica);
  • disponibilità testuale:
    • di alcuni ci sono pervenuti i manoscritti completi; in tal senso è stata preziosa la scoperta avvenuta nel 1945 presso Nag Hammadi di una giara contenente 13 manoscritti databili tra il III-IV secolo di opere gnostiche fino ad allora considerate perdute;
    • di altri solo testimonianze frammentarie e indirette ad opera degli scrittori del tempo, soprattutto Padri della Chiesa (II VI secolo), che hanno citato nei loro manoscritti alcuni passi per poterne confutare le affermazioni e quindi delegittimarli rispetto ai testi canonici;
    • di altri ancora si conosce poco più che il nome del testo.

Apocrifi dell'Antico Testamento

Sono numerosi i testi religiosi apocrifi che si riferiscono come contenuto o attribuzione pseudoepigrafa all'Antico Testamento. Per indicarli è ampiamente diffusa anche la dicitura "Apocrifi giudaici", ma tale terminologia è impropria: non tutti sono nati in ambiente giudaico, ma molti di essi derivano da autori cristiani o ci sono comunque pervenuti con pesanti rielaborazioni e/o aggiunte cristiane.

Quanto al genere letterario, gli apocrifi dell'Antico Testamento appartengono a varie tipologie. Particolarmente numerose sono le apocalissi e i testamenti.

Apocalissi apocrife dell'Antico Testamento

La parola "apocalisse" è una traslitterazione del greco ἀπōκάλυψις, che indica letteralmente 'l'alzarsi di un velo', e in senso figurato 'svelamento' o 'rivelazione' di cose nascoste. Alcuni testi apocalittici fanno parte della Bibbia: il libro di Daniele e l'Apocalisse di Giovanni (accolta solo nel canone cristiano). Alcuni elementi accomunano tutti i testi della letteratura apocalittica:

  • la rivelazione narrata dall'autore si fonda su una visione, un sogno o un viaggio corporeo attraverso i cieli e/o gli inferi;
  • l'autore è guidato nella visione o nel viaggio da un angelo e incontra altri angeli, diavoli, anime di defunti;
  • l'autore apprende i progetti divini sulla storia circa il futuro prossimo o remoto, talvolta parlando direttamente con Dio, più spesso attraverso visioni allegoriche;
  • tali progetti prevedono il trionfo ultimo della giustizia, spesso in contrasto col difficile contesto storico nel quale si trova l'autore pseudoepigrafo e i lettori.

Queste le apocalissi apocrife dell'Antico Testamento:

Testamenti apocrifi dell'Antico Testamento

Il genere letterario del testamento, similmente all'uso corrente del termine, è caratterizzato dalla enunciazione da parte di un personaggio morente delle sue ultime volontà. Spesso si tratta di esortazioni morali.

Questi i testamenti apocrifi dell' Antico Testamento:

Altri testi apocrifi dell'Antico Testamento

Oltre alle apocalissi e ai testamenti sono presenti tra gli apocrifi dell'Antico Testamento numerosi altri scritti, con un genere letterario variegato: si tratta per lo più di narrazioni storiche (leggendarie) relative a personaggi dell'Antico Testamento, ma anche di esortazioni e di visioni. Spesso i racconti si tingono di tonalità apocalittiche, trattando accadimenti passati o futuri relativi a uomini, angeli o demoni.

Altri apocrifi dell'Antico Testamento:

Apocrifi dell'Antico Testamento accolti nella Settanta

Oltre a questi testi ve ne sono altri parimenti di origine giudaica e non accolti nel canone ebraico ma accolti in quello greco-ortodosso (cioè presenti nella versione biblica greca della Settanta):

Tra gli apocrifi dell'Antico Testamento presenti nella Settanta sono inclusi anche i cosiddetti deuterocanonici, accolti nel canone cattolico ma non in quello protestante.

Apocrifi del Nuovo Testamento

I tre criteri usati dalla Chiesa cristiana antica per considerare un testo canonico nell'ambito del Nuovo Testamento sono stati:

  • Paternità apostolica: attribuibile all'insegnamento o alla diretta scrittura degli apostoli o dei loro più stretti compagni;
  • Uso liturgico: testi letti pubblicamente nei riti liturgici delle prime comunità cristiane;
  • Ortodossia: testi che rispettino le verità dogmatiche di fede (Unità e Trinità di Dio, Gesù Cristo vero Dio e vero uomo...).

Gli Apocrifi del Nuovo Testamento sono solitamente divisi in base a contenuto, genere e ambiente d'origine nelle seguenti categorie:

Vangeli apocrifi

In base a contenuto, genere e ambiente d'origine i vangeli apocrifi sono solitamente divisi in varie tipologie:

Vangeli dell'infanzia

Illustrano i dettagli relativi alla vita pre-ministeriale di Gesù, soprattutto la sua infanzia. Presentano un carattere abbondantemente e gratuitamente miracolistico che sfocia spesso nel magico-fiabesco, in netto contrasto con la sobrietà dei 4 Vangeli canonici. Sono caratterizzati inoltre da un'assente o imprecisa conoscenza degli usi e costumi giudaici o da altre imprecisioni di natura storica o geografica, che inficiano il valore storico degli eventi narrati.

Vangeli giudeo-cristiani

I tre vangeli detti giudeo-cristiani, in uso tra i cristiani dei primi secoli rimasti legati alla tradizione religiosa giudaica, sono andati perduti. Ci è giunta traccia di essi solo attraverso testimonianze indirette e occasionali fornite da alcuni Padri della Chiesa. Verosimilmente si trattava di tre diciture diverse di un unico testo derivato dal Vangelo di Matteo.

Vangeli gnostici

Contengono testi relativi all'insegnamento o alla vita di Gesù. Il loro merito principale sta nella possibilità di ricostruire il pensiero delle varie correnti gnostiche che li produssero o li adottarono; non forniscono resoconti storici della vita di Gesù. La caratteristica principale di questi vangeli è la natura segreta delle rivelazioni contenute: Gesù risorto comunica particolari nozioni e informazioni in privato a un discepolo (quasi sempre apostolo) meritevole (a differenza degli altri non meritevoli).

Vangeli della passione

Altri vangeli apocrifi

Frammenti di vangeli apocrifi

I ritrovamenti archeologici del XX secolo hanno portato alla luce alcuni frammenti di papiro o pergamena contenenti testi di natura evangelica non riconducibili ad alcun vangelo apocrifo o canonico. Data la brevità dei testi e la corruzione del supporto, la datazione è particolarmente difficile sia con metodi filologici che con i normali metodi di datazione archeologici (per esempio col metodo del carbonio 14). Risulta inoltre attualmente impossibile determinare se si trattasse di raccolte di materiale poi confluito nei vangeli canonici (per esempio la fonte Q), di brani di vangeli apocrifi noti ma andati perduti, o di brani di vangeli apocrifi del tutto sconosciuti.

Vangeli apocrifi perduti o omonimi

Di molti vangeli apocrifi non ci sono pervenuti altro che brevi citazioni patristiche o addirittura la sola dicitura titolare. Non di rado inoltre un autore di riferisce ad un testo con una dicitura diversa da quella allora prevalente e oggi standardizzata.

Atti apocrifi

Il genere "Atti" si applica ai testi relativi a personaggi del Nuovo Testamento che non siano Gesù (per tali testi si usa la dicitura "Vangeli"). Come il testo canonico degli Atti degli Apostoli si riferisce principalmente agli apostoli Pietro e Paolo, così anche la maggior parte degli atti apocrifi si riferisce ad apostoli, col pio intento di fornire ai credenti resoconti sulla loro predicazione e morte, dati altrimenti ignoti per il silenzio dei testi canonici del Nuovo Testamento.

Dato l'avanzato periodo di composizione e lo stile spesso eccessivamente favolistico i vari atti apocrifi non possono essere considerati fedeli resoconti storici, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

Lettere apocrife del Nuovo Testamento

Apocalissi apocrife del Nuovo Testamento

Ciclo di Pilato

Altri testi apocrifi del Nuovo Testamento

I libri deuterocanonici e la letteratura sub-apostolica

Visto che le differenti confessioni religiose hanno adottato diversi canoni dei libri della Bibbia, la qualifica di apocrifo varia a seconda della confessione di riferimento: per esempio, nel canone ortodosso rientrano, come sopra indicato, anche libri considerati apocrifi in ambito cattolico (i libri presenti nella LXX) e nelle comunità protestanti sono indicati come apocrifi anche i libri deuterocanonici.

Inoltre, come già accennato, alcuni libri propriamente definibili come apocrifi hanno goduto di notevole considerazione presso gli autori successivi: per questo non sono comunemente identificati con la dicitura di apocrifi'.

Deuterocanonici

Alcuni testi di origine giudaica non accolti nel canone ebraico sono detti deuterocanonici = del secondo canone (contrapposti al primo canone ebraico), in quanto inclusi oltre che nella Settanta anche nel canone cattolico della Bibbia latina detta Vulgata. In ambito protestante sono considerati come gli altri apocrifi.

Letteratura sub-apostolica

Alcuni testi cristiani antichi non furono inclusi nel canone biblico ma vennero di fatto equiparati ai testi canonici fino al IV secolo. Nella tradizione cattolica questi testi non vengono solitamente indicati con la dicitura apocrifi, benché di fatto lo siano, per non accostarli agli altri testi propriamente apocrifi che non hanno avuto accoglienza o fortuna entro la tradizione cristiana. La dicitura usata è "scritti apostolici" o "dei Padri apostolici" o letteratura subapostolica, cioè risalente all'epoca immediatamente seguente (circa II secolo) a quella apostolica (I secolo).

Bibliografia
essendo del 1917 l'articolo non tiene conto dei grandi ritrovamenti archeologici successivi, in particolare i manoscritti di Qumran e i codici di Nag Hammâdi
Collegamenti esterni