A Nitra sull'omonimo fiume presso i monti Carpazi, nell'odierna Slovacchia, transito di san Ladislao, che, re di Ungheria, durante il suo regno ristabilì le leggi cristiane introdotte da santo Stefano, riformando i costumi e dando lui stesso esempio di virtù; si adoperò con zelo nel propagare la fede cristiana nella Croazia, unita al regno di Ungheria, istituendo la sede episcopale a Zagabria. Morì mentre muoveva guerra ai Boemi e il suo corpo fu poi deposto a Oradea in Transilvania.»
Figlio di Béla I d'Ungheria e di Richeza, una principessa polacca, Ladislao nacque in esilio, in Polonia, e si rifiutò di opporsi all'ascesa del cugino Salomone d'Ungheria.
Nel 1073, però, accettò di riunirsi al fratello Géza I d'Ungheria per rovesciare Salomone, salendo al potere dopo la morte del fratello.
Salito al trono si diede con alacrità al riassetto della legislazione, riformò i costumi, rinnovò i tribunali, fu attento nel rialzare la pubblica moralità, calpestata da ogni classe di cittadini. L'intento che guidava il santo monarca era quello di far sì che la religione divenisse cardine della legislazione e base di tutto il benessere sociale. Per questo si batté tutta la vita, rendendo il suo popolo profondamente cristiano e degno di essere additato a modello. Fu promotore della costruzione di nuove chiese e introdusse il cattolicesimo in Croazia dopo averla occupata nel 1091.
Nella lotta per le investiture, Ladislao sostenne il papato, ma si riconciliò più tardi con l'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV.
Amato come un campione cavalleresco, morì mentre si preparava a partecipare alla Prima Crociata.