San Lorenzo Imbert
San Lorenzo Imbert, M.E.P. Vescovo · Martire | |
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Santo | |
Età alla morte | 43 anni |
Nascita | Marignane 23 marzo 1796 |
Morte | Sai-Nam-Hte 21 settembre 1839 |
Ordinazione presbiterale | 18 dicembre 1819 |
Consacrazione vescovile | 14 maggio 1837 |
Incarichi ricoperti | Vescovo titolare di Capsa |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 luglio 1925, da Pio XI |
Canonizzazione | 6 maggio 1984, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 21 settembre |
Santuario principale | Cattedrale del Buon Pastore, Singapore |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 21 settembre, n. 14:
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San Lorenzo Imbert (Laurent Marie Joseph) (Marignane, 23 marzo 1796; † Sai-Nam-Hte, 21 settembre 1839) è stato un vescovo, missionario e martire francese.
Vita
Nacque il 23 marzo 1797 nel villaggio agricolo di Marignane in Francia. Dopo gli studi presso il seminario delle Missioni Estere di Parigi, fu ordinato sacerdote il 18 dicembre del 1819, nel 1920 fu inviato missionario in Cina.
Prima di raggiungere la sua meta, fu dal 1821 al 1822 insegnante presso il seminario generale di Penang in Malesia.
Su richiesta del vicario apostolico del Siam, monsignor Esprit-Marie-Joseph Florens, si recò a Singapore alla fine del 1821 e vi rimase per una settimana.
Nel 1822 si imbarcò per Macao, ma difficoltà ad entrare in Cina lo trattennero due anni nel Tonchino, Indonesia francese. Nel 1824 raggiunse la provincia cinese del Sichuan dove rimase dodici anni.
Il 26 aprile del 1836 fu nominato vicario apostolico in Corea e vescovo titolare di Capsa, il 14 maggio del 1837 ricevette la consacrazione e entrò segretamente in Corea.
Qui visse in clandestinità i due anni seguenti, saputo di essere stato denunciato il 10 agosto del 1839, dopo aver celebralo la Messa, si consegnò alle autorità. Fu imprigionato e portato a Seul dove fu sottoposto a tortura per ottenere i nomi dei convertiti coreani. Sperando di ottenere salva la vita se avesse consegnato i missionari stranieri presenti in Corea, scrisse una lettera ai suoi due collaboratori Giacomo Chastan e Pietro Maubant, chiedendo loro di consegnarsi alle autorità.
I tre furono imprigionati e torturati per ottenere i nomi dei convertiti coreani al cristianesimo, non riuscendo ad ottenere nulla furono decapitati il 21 settembre del 1839 nella località di Sai-Nam-Hte. I corpi, dopo essere stati esposti per diversi giorni alla gogna, furono infine seppelliti sul monte Nogu.
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