San Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini
San Nimatullah Al-Hardini, O.L.M. Presbitero | |
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al secolo Youssef Kassab (Giuseppe) | |
Santo | |
Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Beit Kassab 1808 |
Morte | Kfifane 14 dicembre 1858 |
Professione religiosa | monastero di Sant'Antonio in Qozhayya, 14 novembre 1830 |
Ordinazione presbiterale | monastero dei Santi Cipriano e Giustino in Kfifane, 25 dicembre 1833 da Seiman Zwain |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Venerabile il | 7 settembre 1989, da Giovanni Paolo II |
Beatificazione | 10 maggio 1998, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 16 maggio 2004, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 14 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 14 dicembre, n. 12:
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San Nimatullah Al-Hardini, al secolo Youssef Kassab (Giuseppe) (Beit Kassab, 1808; † Kfifane, 14 dicembre 1858) è stato un monaco e presbitero libanese, dell'Ordine Libanese Maronita, proclamato santo da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.
Vita
Nacque nel 1808, da Girges (Giorgio) Salhab Kassab e Miryam Raad, sorella di un sacerdote, Yousef Yacoub, in Libano, in una terra che porta il nome della sua famiglia, Beit Kassab, nei pressi di Hardin, aveva quattro fratelli ('Assaf, Elias, Tanious, Yacoub) e due sorelle (Masihieh e Miryam), quattro di essi divennero pure religiosi.
Nel 1828 entrò quindi come novizio nel convento maronita di Sant'Antonio in Qozhayya. Due anni più tardi e precisamente il 14 novembre 1830, emise i suoi voti, assumendo il nome di Nimatullah, che significa "dono di Dio".
Terminati gli studi teologici e filosofici, ricevette l'ordinazione sacerdotale, dal vescovo Seiman Zwain, nel monastero dei Santi Cipriano e Giustino in Kfifane, il giorno di Natale del 1833.
Fu uomo di preghiera, totalmente immerso in Dio. Era solito, infatti, pregare per ore nella cappella del monastero dinanzi al Santissimo Sacramento, in ginocchio, con le braccia aperte a croce e lo sguardo fisso, rivolto al tabernacolo. Nutriva una tenera devozione nei riguardi della Madre di Dio. Per questo, oltre alla recita quotidiana del Rosario e la celebrazione Eucaristica, aveva molta familiarità con le "Glorie di Maria" di Sant'Alfonso Maria de'Liguori. Non mancava di confessarsi quotidianamente, tanto che il suo confessore si trovava assai spesso in difficoltà nel dargli l'assoluzione, non avendo materia su cui accordargliela.
Uomo di grande cultura, nel 1845, ricevette la nomina ad assistente generale dell'ordine. Ricoprì per obbedienza tale carica ritenendosene indegno. Svolse tale mandato complessivamente tre volte (dal 1845 al 1848; dal 1850 al 1853 e dal 1856 fino alla morte). Si rifiutò, invece di ricoprire la carica di abate generale, in quanto la Vergine glielo avrebbe proibito. Durante l'espletamento dei tre mandati fu costretto a vivere presso il monastero di Nostra Signora di Tamish, dove era la casa generalizia dell'ordine maronita. Ciò lo obbligava a spostarsi di frequente a Kfifane, dove insegnava teologia morale. Tra i suoi allievi vi fu il già nominato San Charbel Makhlouf.
Morì il 14 dicembre 1858, nel monastero di Kfifane, invocando il nome della Vergine e affidandosi a Lei.
Culto
Il processo di beatificazione iniziò nel 1926. Fu dichiarato venerabile il 7 settembre 1989. L'accertata guarigione prodigiosa di un giovane libanese fu il miracolo approvato per la beatificazione, celebrata da Papa Giovanni Paolo II il 10 maggio 1998 in piazza San Pietro. È stato canonizzato, sempre da Giovanni Paolo II, il 16 maggio 2004.
Il miracolo per la beatificazione
Per la beatificazione di Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini, la Chiesa cattolica ha ritenuto miracolosa la guarigione di André Najem, guarito nel 1987 da una gravissima forma di anemia.
André era nato il 29 ottobre 1966 a Qtélé, nel sud del Libano. Nel giugno 1986 cominciò ad accusare debolezza e vertigini, mentre il suo corpo si riempì di macchie blu. I medici diagnosticarono un'aplasia midollare idiopatica, con conseguente pancitopenia.
Non potendo sottoporsi a un trapianto di midollo, per mancanza di donatori compatibili, André era costretto, per sopravvivere, a frequenti trasfusioni di sangue, rese problematiche a Beirut dalle conseguenze della guerra.
Il 26 settembre 1987 si recò a pregare dinanzi alla tomba di Al-Hardini e gli fu consentito di indossare la tunica che era appartenuta al monaco. Improvvisamente si sentì rinascere spiritualmente e fisicamente, le forze gli erano tornate e con esse una grande pace spirituale: capì che era guarito. Tornato a casa, prese il Rosario e cominciò a ringraziare Dio e l'intercessione di Al-Hardini.
Il caso, dopo il processo diocesano, fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l'inspiegabilità della guarigione, rapida, completa e duratura[1]
Note | |
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