San Charbel Makhlouf
San Charbel Makhlouf, O.L.M. Presbitero | |
---|---|
Santo | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Bkaakafra 8 maggio 1828 |
Morte | Annaya 24 dicembre 1898 |
Appartenenza | Ordine Libanese Maronita |
Professione religiosa | Annaya, 1853 |
Ordinazione presbiterale | 23 luglio 1859 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 5 dicembre 1965, da Paolo VI |
Canonizzazione | 9 ottobre 1977, da Paolo VI |
Ricorrenza | 24 luglio |
Altre ricorrenze | 24 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 24 luglio, n. 1:
24 dicembre, n. 8, ricorrenza secondaria:
|
San Charbel Makhlouf (o Sciarbel Makhlouf) (arabo: مار شربل; Bkaakafra, 8 maggio 1828; † Annaya, 24 dicembre 1898) fu un monaco e presbitero libanese, proclamato santo da Paolo VI nel 1977.
Monaco dell'Ordine Antoniano Maronita (Baladiti), la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte[1][2][3].
Biografia
Nato a Beqaa-Kafra l'8 maggio 1828, quinto figlio dei contadini Brigitte Chidiac e Antun Makhlouf, il piccolo Youssef dimostrò fin da subito la sua grande spiritualità. Durante la sua primissima infanzia rimase orfano di padre e sua madre dopo un po' di tempo si risposò con un uomo molto religioso, che successivamente ricevette il ministero del diaconato. Proprio la figura del patrigno indirizzerà Youssef a una vita ascetica e alla preghiera quotidiana.
A 14 anni il giovane Youssef si dedica ad accudire il gregge di famiglia, ma all'età di 22 anni, senza dire niente a nessuno della sua vocazione, si recò al convento della Madonna di Mayfouq dove si ritirò in preghiera e dove ricevette l'ordine del noviziato adottando il nome di Charbel. Trasferitosi al convento di Annaya, prese i voti perpetui diventando così monaco nel 1853. Nello stesso anno si trasferì al monastero di San Cipriano di Kfifen dove studiò teologia e filosofia sotto la guida tra l'altro di Nimatullah Youssef Kassab Al-Hardini, divenuto santo nel 2004.
Dopo che fu ordinato sacerdote il 23 luglio 1859, Charbel fu rimandato dai suoi superiori al monastero di Annaya. Qui maturò in lui la volontà di ritirarsi in un eremo, permesso che gli fu accordato il 13 febbraio 1875.
Morì nel suo eremo la vigilia di Natale del 1898.
La famiglia è la base del progetto del Signore
San Charbel spiegava che il diavolo sempre concentra le sue energie sulla distruzione della famiglia, perché questa riflette da vicino l'immagine di Dio:
« | La famiglia è la base del progetto del Signore, e tutte le forze del male stanno concentrando tutto il loro male per distruggerla perché sanno che distruggendo la famiglia verranno scosse le basi del progetto divino. La guerra del Maligno contro il Signore è la sua guerra contro la famiglia, e la guerra del Maligno contro la famiglia è il fulcro della sua guerra contro il Signore, perché la famiglia è l’immagine di Dio, dall’inizio della creazione di questo universo. Il Maligno si sta concentrando sulla distruzione della famiglia, la base del progetto di Dio. » |
.
« | Custodite le vostre famiglie e tenetele lontane dagli schemi del Maligno attraverso la presenza di Dio in loro. Proteggetele e custoditele mediante la preghiera e il dialogo, la comprensione e il perdono reciproco, l’onestà e la fedeltà, e soprattutto l’ascolto. Ascoltatevi con le orecchie, gli occhi, il cuore, la bocca e i palmi delle mani, e tenete il fragore del rumore del mondo lontano da casa vostra perché è come una tempesta furiosa e un’onda violenta – una volta entrate in casa spazzeranno via tutto e disperderanno chiunque. Preservate il calore della famiglia, perché quello del mondo intero non può compensarlo. » |
Beatificazione e Canonizzazione
Pochi mesi dopo la sua morte una luce abbagliante fu vista intorno alla sua tomba. Quindi il corpo del santo, che trasudava sangue misto ad acqua,fu trasferito in una speciale bara. In seguito a questo evento prodigioso, numerosi pellegrini iniziarono ad affollarsi presso le sue venerate spoglie per ottenere la sua intercessione.
Nel 1925 la sua beatificazione e canonizzazione fu proposta a papa Pio XI. Nel 1950 la tomba fu aperta in presenza di una commissione ufficiale composta da medici, che verificarono lo stato del corpo. Dopo che la tomba fu aperta e ispezionata, è stato constatato che gli episodi di guarigione si moltiplicavano. Nuovamente una moltitudine di pellegrini di differenti religioni iniziarono a adunarsi presso il monastero di Annaya, chiedendo l'intercessione del santo. Diversi sono i miracoli che dopo la sua morte gli sono stati attribuiti, includendo i periodi del 1927 e del 1950 quando dal suo corpo trasudò sangue misto ad acqua, bagnandone le vesti. La sua tomba iniziò a diventare un luogo di pellegrinaggio per una moltitudine di cristiani e non cristiani provenienti da tutto il mondo.
Nel 1954 papa Pio XII firmò il decreto accettando la proposta di beatificazione di Charbel Makhlouf l'eremita. Il 5 dicembre 1965 papa Paolo VI celebrò la cerimonia di beatificazione del mistico libanese durante la chiusura del Concilio Vaticano II. Nel 1976 sempre papa Paolo VI firmò il decreto di canonizzazione del beato Charbel. La canonizzazione avvenne nella Basilica di San Pietro in Vaticano il 9 ottobre 1977.
Fra i molti miracoli che sono stati attribuiti a san Charbel la Chiesa ha scelto due tra loro per dichiarare la beatificazione e un terzo per la sua canonizzazione.
Questi miracoli sono: la guarigione di suor Mary Abel Kamari, la guarigione di Iskandar Naim Obeid di Baabdat e la guarigione di Mariam Awad di Hammana.
Miracoli
Un gran numero di miracoli sono stati attribuiti dai fedeli a san Charbel dopo la sua morte. Uno tra i più famosi è quello di Nohad El Shami, una donna di 55 anni che guarì da una paralisi parziale. Essa racconta che durante la notte del 22 gennaio 1993 vide in sogno due monaci maroniti fermi accanto al suo letto. Uno di questi impose le mani sul suo collo e la operò chirurgicamente finché la sollevò dal dolore mentre l'altro monaco teneva un cuscino dietro di lei.
Quando si svegliò, la donna si accorse che aveva due ferite sul suo collo, una per ogni lato. Nohad da quel giorno fu completamente guarita e recuperò la sua abilità a camminare. Essa credette che fu san Charbel che l'aveva operata, ma non riconobbe l'altro monaco. La notte seguente gli apparve di nuovo il santo maronita in sogno che le disse:
« | Ti ho operato perché tutti ti vedano e la gente torni alla fede. Molti si sono allontanati da Dio, dalla preghiera, dalla Chiesa. Ti chiedo di partecipare alla Messa presso l'eremo di Annaya ogni 22 del mese; le tue ferite sanguineranno il primo venerdì e il 22 di ogni mese. » |
Il secondo monaco viene da lei identificato come, molto probabilmente, San Marone. Da allora, conforme alla volontà di san Charbel espressa in sogno a Nohad, i fedeli convengono per pregare e per celebrare la Messa nell'eremo di san Charbel il 22 di ogni mese.[5][6][7]
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Santi e beati del martirologio del 24 luglio
- Santi e beati del martirologio del 24 dicembre
- Presbiteri ordinati nel 1859
- Presbiteri libanesi
- Presbiteri del XIX secolo
- Presbiteri per nome
- Professioni religiose del 1853
- Monaci libanesi
- Monaci del XIX secolo
- Beati proclamati nel 1965
- Beati proclamati da Paolo VI
- Santi canonizzati nel 1977
- Santi canonizzati da Paolo VI
- Tutti i Santi
- Santi libanesi
- Santi del XIX secolo
- Biografie
- Nati nel 1828
- Nati l'8 maggio
- Nati nel XIX secolo
- Morti nel 1898
- Morti il 24 dicembre