San Petronio di Bologna
San Petronio di Bologna Vescovo | |
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Santo | |
Pierpaolo dalle Masegne, Busto di San Petronio (XV secolo); Bologna, Museo Medievale | |
Nascita | IV secolo |
Morte | 480 |
Ordinazione presbiterale | 421 ca. |
Consacrazione vescovile | 430 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Bologna |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 4 ottobre |
Patrono di | Bologna Castel Bolognese |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 4 ottobre, n. 2:
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San Petronio di Bologna (IV secolo; † 480) è stato un vescovo latino.
Biografia
Petronio, come molti altri Vescovi del tempo, proveniva dalla pubblica amministrazione, funzionario e figlio di funzionario. Si dice che fosse nato in Spagna, da padre romano, secondo altre fonti invece era di origine greca. In Spagna fu Prefetto del pretorio, prima di venire in Italia, dove il Papa Celestino I lo convinse ad accettare, verso il 430, la Cattedra bolognese.
Bologna era allora diocesi suffraganea di Milano, e perciò i Vescovi milanesi vi si fermavano spesso. Uno fu il grande Sant'Ambrogio, che vi consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei Martiri Vitale e Agricola.
Accanto a questa, il Vescovo Petronio costruì altri edifici sacri, facendo nascere quel suggestivo complesso di monumenti che i Bolognesi chiamano " le sette chiese ". Oltre a ciò, San Petronio fece costruire, intorno alle " sette chiese ", un intero quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari, per meglio proporre al popolo il culto dei Santi e la devozione per i sacri misteri. Prima di dar mano alle chiese, però, San Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi. E intorno alle case aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine. Fu dunque un tipico esempio di saggezza e di premura, sollecito del bene spirituale e anche materiale dei fedeli e della sicurezza militare.
Ebbe una vita spiritualmente intensa, presso una comunità di monaci contemplativi. Durante il suo episcopato, la città venne riordinata e la diocesi rinnovata nelle opere e nella fede.
Dopo la morte del grande Vescovo bolognese, avvenuta verso il 480, le reliquie del Santo vennero onorate costruendovi sopra una chiesa che divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità, e che ancora costituisce il centro ideale di Bologna, benché non ne sia la cattedrale.
Il personaggio storico
Petronio è attestato in forma documentata come ottavo vescovo di Bologna nell'Elenco Renano, un'antica lista dei vescovi bolognesi[1]. In base a considerazioni storiche, il suo episcopato va collocato tra il 431 e il 449 (o 450).
La reale esistenza del personaggio è suffragata da due testimonianze a lui coeve: Sant'Eucherio di Lione lo cita in una lettera come esempio di persona che aveva abbandonato una posizione sociale molto elevata per entrare nell'ordine sacerdotale; Gennadio di Marsiglia descrive Petronio, vescovo di Bologna, uomo di santa vita ed esercitato fin dall'adolescenza negli studi dei monaci (vir sanctæ vitæ et monachorum studiis ab adolescentia exercitatus); inoltre ricorda sotto il suo nome il trattato De ordinatione episcopi pieno di ratione (razionalità) e di humanitate (cultura), forse da attribuire all'omonimo genitore, un Petronio che si sapeva uomo erudito e che svolgeva il ruolo di prefetto del pretorio in Gallia (402-408).
Da questo si possono dedurre alcune considerazioni biografiche: Petronio doveva appartenere ad una famiglia consolare (non si può escludere un legame con Bologna dove una gens Petronia è conosciuta nel II secolo d.C.); crebbe nella Gallia romana e in gioventù coltivò studi monastici, verosimilmente nell'ambito del monastero di Lerino; lasciò le prospettive di carriera politica e amministrativa che gli potevano competere per appartenenza sociale e intraprese la via del sacerdozio che lo condusse alla dignità episcopale, forse attraverso una permanenza a Milano in contatto con Ambrogio[2].
Santo patrono cittadino
A metà del XIII secolo (presumibilmente nel 1253) il libero Comune di Bologna decise di elevare Petronio alla dignità di principale patrono della città (in sostituzione di San Pietro, che incarnava il potere temporale dei papi).
Nel 1388 decise di innalzare in Piazza Maggiore la grande basilica a lui intitolata (la costruzione iniziò nel 1390 su progetto dell’architetto Antonio di Vincenzo). Qui fu traslata la reliquia del capo del Santo per volere di papa Benedetto XIV (il concittadino Prospero Lambertini), che accettò la richiesta dei canonici di San Petronio. Solo nel 2000 anche il resto del corpo del patrono è stato traslato in San Petronio. La ricostruzione della città nella sua consistenza fisica oltre che spirituale è ben simboleggiata dalle croci che Petronio avrebbe posto ai margini della nuova città murata in funzione apotropaica: le quattro croci a lui attribuite sono tuttora conservate, nei rifacimenti successivi, nella basilica di San Petronio.
Iconografia
Nell'iconografia tradizionale san Petronio viene raffigurato in vesti episcopali ed in età matura, seguendo l'immagine del vescovo con barba bianca e di aspetto saggio e paterno (come san Biagio, san Nicola di Bari, ecc.): viene contraddistinto dalla presenza di un modellino della città di Bologna in mano, ai suoi piedi o sorretto da angeli.
Le raffigurazioni artistiche di san Petronio sono essenzialmente limitate alla città di Bologna, fra le quali le più significative sono:
- Statua di san Petronio (1350 ca.), in marmo, di Giovanni di Balduccio, conservata presso il Museo di Santo Stefano di Bologna.[3]
- San Petronio di Bologna (seconda metà del XIV secolo), tempera su tavola, di Simone dei Crocefissi, conservato presso il Museo di San Petronio di Bologna.[4]
- Ciclo di dipinti murali con Storie della vita di san Petronio (inizio del XV secolo), affresco di Giovanni da Modena, ubicato nella cappella Bolognini della Basilica di San Petronio.
- Statua di san Petronio, in marmo, opera giovanile di Michelangelo Buonarroti nel sepolcro di San Domenico nella Basilica di San Domenico.
- Statua di san Petronio (1683), realizzata dallo scultore Gabriele Brunelli, commissionata dall'Arte dei Drappieri: questa scultura, il 4 ottobre 2001 è stata ricollocata in piazza di Porta Ravegnana, davanti alle due torri, da dove era stata rimossa nel 1871 e trasferita in una cappella della basilica di piazza Maggiore.
Predecessore: | Vescovo di Bologna | Successore: | |
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San Felice | ca. 431 - 450 | Marcello |
Fonti | |
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Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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