San Servazio
San Servazio Vescovo | |
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Santo | |
Cripta del santo del VI secolo Basilica di San Servazio a Maastricht. | |
Età alla morte | 84 anni |
Nascita | 300 |
Morte | 384 |
Ordinazione presbiterale | IV secolo |
Consacrazione vescovile | IV secolo |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Tongeren |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 13 maggio |
Patrono di | Olanda, fabbri, falegnami e vignaioli; invocato contro le malattie di gambe ed ossa |
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Nel Martirologio Romano, 13 maggio, n. 2:
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San Servazio, in latino Servatius, anche reso come Servasio (300; † 384), è stato un vescovo armeno.
Biografia
Il santo, secondo una poco documentata tradizione, nacque a Penestria in Armenia e sarebbe stato un parente di Cristo, che ricevette l'ordinazione presbiterale a Gerusalemme, in questa occasione ebbe la visione di un angelo che gli ordinò di evangelizzare la regione della Gallia belgica. Di certo il santo operò nella regione nordeuropea e probabilmente fu nominato vescovo di Tongeren, poi divenuta la diocesi di Liegi, prima della sua partecipazione nel 343 al concilio di Sardia, dove difese con energia sant'Atanasio nell'affermare la divinità di Cristo. Fu presente ad altri concili in particolare a quello di Rimini del 359. Sulla delicata questione della natura di Cristo, venne tuttavia tratto in inganno e firmò un'ambigua formula, proposta dal partito ariano che fece dire a san Girolamo che tutto il mondo fosse divenuto ariano. In seguito sant'Ilario di Poitiers chiarì a Servazio il reale significato di tale formula e questi non esitò a disconoscerla. Probabilmente sotto il suo episcopato la sede della diocesi venne trasferita dall'antica città romana di Tongeren a Maastricht.
San Gregorio di Tours ci informa che in tarda età il vescovo compì un pellegrinaggio a Roma, la tradizione vuole che a Roma ricevette in dono dal Papa un calice e una chiave contenenti limature della reliquia delle catene di san Pietro.
Culto
Al santo sono intitolate chiese nella regione, famose quelle romaniche di Maastricht e a Quedlinburg.
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