Arcidiocesi di Saragozza

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Arcidiocesi di Saragozza
Archidioecesis Caesaraugustana
Chiesa latina

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arcivescovo metropolita Vicente Jiménez Zamora
Sede Saragozza

sede vacante
Saragozza

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Suffraganea
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Mappa della diocesi
Nazione bandiera Spagna
diocesi suffraganee
Barbastro-Monzón, Huesca, Tarazona, Teruel e Albarracín
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Cariche emerite:

Manuel Ureña Pastor
Elías Yanes Álvarez
Parrocchie 275
Sacerdoti

676 di cui 388 secolari e 288 regolari
1.291 battezzati per sacerdote

386 religiosi 1.577 religiose
917.040 abitanti in 13.309 km²
873.040 battezzati (95,2%% del totale)
Eretta I secolo
Rito romano
Cattedrale {{{cattedrale}}}
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Plaza de La Seo 5, 50001 Zaragoza, España
tel. 976.394.800 fax. 976.292.780
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2010 ( ch )

Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

L'arcidiocesi di Saragozza (in latino: Archidioecesis Caesaraugustana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2010 contava 873.040 battezzati su 917.040 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Vicente Jiménez Zamora.

Territorio

L'arcidiocesi comprende la provincia di Saragozza, ad eccezione della parte orientale della provincia, che appartiene alla diocesi di Tarazona e una piccola porzione della parte settentrionale, che appartiene alla diocesi di Jaca. L'arcidiocesi comprende anche una parte della provincia di Teruel.

La sede arcivescovile è la città di Saragozza, dove si trovano le cattedrali del Santissimo Salvatore e di Nostra Signora del Pilar.

Il territorio è suddiviso in 272 parrocchie, raggruppate in 25 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 6 vicariati.

Storia

Epoca romana (secoli I-V)

La diocesi di Saragozza è una delle più antiche di Spagna, considerato che la sua origine risale a san Giacomo apostolo, secondo una tradizione mai posta in dubbio fino a quando ne scrisse Cesare Baronio, influenzato da una storia favolosa di Juan García Loaysa. Successivamente papa Urbano VIII ordinò la reintroduzione della versione tradizionale nel Breviario.

Strettamente legati alla tradizione della fondazione della Chiesa di Saragozza da parte di san Giacomo, sono la storia di Nostra Signora del Pilar e i santi Atanasio e Teodoro, discepoli di san Giacomo, che sono ritenuti i primi vescovi di Saraogozza.

Verso l'anno 256 appare come vescovo Felix Caesaraugustanus, che difende la vera disciplina nel caso di Basilide e Marziale, vescovi rispettivamente di Astorga e di Mérida.

San Valero, che partecipò al Concilio di Elvira, fu vescovo dal 290 al 315 e, insieme al suo discepolo e diacono san Vincenzo, soffrì il martirio durante la persecuzione di Daciano. San Vincenzo fu portato a Valencia, dove soffrì un lungo e terribile martirio. San Valero fu esiliato in un luogo chiamato Enet, vicino a Barbastro, dove morì. Le sue reliquie furono trasferite inizialmente a Roda de Isábena, ma il braccio e il capo furono recati a Saragozza dopo la reconquista della città.

Si ritiene che ci furono martiri in precedenti persecuzioni a Saragozza, come sembra indicare Prudenzio; però non esistono notizie certe prima di Valero, quando sono menzionati anche santa Engracia e i santi Innumerevoli. Si racconta che Daciano, per individuare ed eliminare i fedeli di Saragozza, ordinò che si promettesse libertà di culto alla condizione che tutti uscissero dalla città in un momento determinato e da una certa porta. Quanti passarono la porta, furono uccisi di spada e i loro corpi bruciati. Le loro ceneri furono mischiate con quelle dei criminali, di modo che non si potessero venerare. Però la pioggia separò le ceneri, formando da quelle dei martiri masse bianche, note come Santas Masas. Le Santas Masas furono deposte nella cripta della chiesa di santa Engracia, dove ancora si conservano.

Prima dell'invasione musulmana, si realizzarono tre concili nazionali a Saragozza. Il Primo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 380 durante l'episcopato di Valerio II. Questo concilio, precedente quelli di Toledo, trattò lo sradicamento del priscillianesimo.

Periodo visigoto (secoli V-VII)

Nel 542, durante l'assedio dei Franchi, gli abitanti di Saragozza cedettero una parte della stola impregnata di sangue di san Vincenzo come prezzo per la ritirata delle truppe.

Dal 592 al 619 fu vescovo Máximo, che partecipò al concilio di Barcellona e a quello di Egara. Durante il suo episcopato si svolse nel 592 il Secondo concilio di Saragozza contro l'arianesimo.

La sede di Saragozza fu occupata durante l'epoca visigotica da due vescovi illustri: San Braulio (631-651), che prese parte al IV, V e VI Concilio di Toledo; e Tajón (651-664), famoso per i suoi scritti e per aver scoperto a Roma la terza parte dei «Morales» di san Gregorio Magno.

Il Terzo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 691 sotto il vescovo Valedero. Vi si decise che le regine, una volta divenute vedove, avrebbero dovuto ritirarsi in un monastero per sicurezza e per decoro.

Periodo islamico (714 - 1118)

Durante l'occupazione islamica il culto cattolico non sparì dalla città; le chiese della Vergine e di santa Engracia furono mantenute, mentre la cattedrale fu convertita in moschea.

Dei vescovi dell'epoca ci sono giunti i nomi di Senior, che visitò sant'Eulogio a Cordova (849), di Eleca, che nell'890 fu espulso dai musulmani e si rifugiò a Oviedo. Paterno fu inviato dal re Sancho III Garcés di Navarra a Cluny, per introdurre la riforma cluniacense in Spagna, nei monasteri di San Juan de la Peña e di San Salvador de Leyre, e successivamente fu nominato vescovo di Saragozza (1040-1077).

Periodo cristiano (1118 - 1318)

Il re Alfonso I d'Aragona riconquistò la città il 18 dicembre 1118 e nominò vescovo Pedro de Librana, che ricevette la conferma di papa Gelasio II. López, nella sua Historia de Zaragoza, scrive che Pedro de Librana dapprima ebbe come cattedrale la chiesa del Pilar e il 6 gennaio 1119 purificò la grande moschea, che dedicò al Salvatore, per farne la sede della sua cattedra. Da qui trasse origine la controversia che cominciò nel 1135, tra i canonici del Pilar e della Seo per la titolarità della cattedrale.

Arcidiocesi di Saragozza (1318 - presente)

Nel 1318 la sede di Saragozza, fino ad allora suffragaea dell'arcidiocesi di Tarragona, fu elevata ad arcidiocesi metropolitana da una bolla di papa Giovanni XXII del 14 giugno.

Nelle dispute che seguirono la morte del re Martino I d'Aragona, l'arcivescovo García Fernández de Heredia (1383-1411) fu assessinato da Antonio de Luna, partitante del conte Giacomo II di Urgel.

Per più di un secolo (1458-1577) la cattedra vescovile fu appannaggio di principi di sangue reale:

Il 15 settembre 1485, Pietro d'Arbués, canonico della cattedrale di Saragozza e inquisitore maggiore d'Aragona, fu aggredito e ucciso nella cattedrale probabilmente da convertiti. In risposta all'assassinio, centinaia di conversos furono arrestati e ne furono giustiziati da cento a duecento, compresi gli assassini. Successivamente PIetro d'Arbués fu beatificato e canonizzato.

Il 31 luglio 1577 la diocesi cedette un porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Teruel (oggi diocesi di Teruel e Albarracín).

Saragozza aveva due seminari: quello dei santi Valerio e Braulio, fondato dall'arcivescovo Agustín de Lezo y Palomeque nel 1788, fu distrutto da un'esplosione e ricostruito nel 1824 dall'arcivescovo Bernardo Francés Caballero e quello di san Carlo Borromeo, precedentemente un collegio dei gesuiti, trasformato in seminario per decisione di re Carlo III.

Nel XIX secolo l'arcidiocesi subì gravi conseguenze dalla Guerra d'indipendenza e dalle guerre carliste.

I confini diocesani furono modificati per l'ultima volta nel 1955, risolvendo l'anomalia rappresentato dalla chiesa di santa Engracia, che pur trovandosi nel centro di Saragozza, fino ad allora apparteneva alla diocesi di Huesca.

Il 1º settembre 2006 è stata approvata la nuova suddivisione dell'arcidiocesi in vicariati e arcipresbiterati.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Fonti