Sant'Ansano

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Sant'Ansano
Laico · Martire
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Tiberio d'Assisi, Sant'Ansano (inizio XVI secolo), affresco staccato riportato su tela; Birminghan (Gran Bretagna), Barber Institute of Fine Arts
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 20 anni
Nascita Roma
284
Morte Montaperti
1º dicembre 304
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione Pre-canonizzazione [[]]
Ricorrenza 1º dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale Duomo di Siena
Attributi Palma
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Siena
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Sant'Ansano (Roma, 284; † Montaperti, 1º dicembre 304) è stato un laico e martire latino. Secondo la tradizione portò il Cristianesimo ed evangelizzò la popolazione di Siena, allora Saena Julia, colonia romana.

Non abbiamo notizie precise di Sant'Ansano, se non che fosse romano e che provenisse dalla Gens Anicia un'antica e nobile famiglia romana che aveva dato i natali a consoli e imperatori e da cui, dopo Sant'Ansano, discenderanno sia San Gregorio Magno sia San Benedetto[1]. Il resto è in buona parte tradizione orale non suffragata da documenti storici. È il Santo patrono della città di Siena.

Biografia

Nacque attorno al 284, figlio del senatore Tranquillino Anicio e professò, già da giovanissimo, la Fede in Cristo. Il periodo storico in cui visse fu molto difficile per i cristiani: l'Impero romano in crisi politica e militare non poteva vedere di buon occhio chi parlava di amore universale, di pace e adorava un uomo morto in croce, subendo un supplizio infamante. Per di più, i cristiani si rifiutavano di adorare come una divinità l'Imperatore.

Venne a contatto col Cristianesimo tramite la matrona Massima, fu poi scoperto e denunciato dal suo stesso padre, Tranquillino. Nel 302 Massima andò incontro al martirio, mentre Ansano, riuscito a fuggire, si diresse, seguendo la Via Cassia, prima a Bagnoregio (VT) e quindi ad Allerona, nei pressi di Orvieto (TR).

Giovanni di Paolo, Sant'Ansano battezza i senesi (1440 - 1450 ca.), tavola; Esztergom (Ungheria), Museo Cristiano

Secondo la leggenda devozionale, su invito di un angelo, recatosi a Siena dove si sarebbe unito ai parenti di papa Lucio I martire nel 254:[2]

« Egli [Ansano] trovò in Siena nientemeno che i parenti di Papa Lucio martire, sfuggiti alla persecuzione e dai quali originarono i Luci, nobile famiglia senese. Unito con essi la efficacia della predicazione facea crescere il numero dei battezzati ogni giorno. »

[3] A Siena, Ansano iniziò a predicare il Vangelo e a battezzare i primi cristiani. I Battesimi furono così numerosi, che Ansano si meritò il titolo di "battezzatore dei Senesi".

Ma anche a Siena si ritrovò osteggiato, tanto da dover sostenere la "prova del fuoco e dell'olio bollente", dalla quale sarebbe uscito illeso. La tradizione dice che questa prova fu sostenuta nella zona della strada che oggi si chiama "Fosso di Sant'Ansano". Tutto ciò, però, non bastò ai senesi, ed egli fu imprigionato, su ordine del proconsole Lisia, in una torre, che per tradizione è stata localizzata sul colle di San Quirico. Da questa torre, dove oggi si trova la cappella cattolica a lui dedicata, avrebbe battezzato i senesi convertiti. Di qui, sarebbe uscito solo il 1º dicembre 304 (o 303, secondo altre notizie), per essere condotto al martirio per decapitazione, nella località di Dofana, presso Monteaperti, dove in seguito è sorta la cappella a lui dedicata.

Reliquie

Il corpo rimase sepolto per secoli a Dofana, nella Diocesi di Arezzo, fino a quando nel 1107 il Vescovo di Siena, Gualfredo e quello di Arezzo, Gualtiero, si accordarono e i senesi poterono andare a recuperare i resti di Sant'Ansano (si narra del 6 febbraio) e li traslarono nel Duomo di Siena. La testa del santo fu invece portata ad Arezzo, dove è ancora custodita in un reliquiario d'argento conservato nel Duomo. Nel 1359 il corpo di Ansano fu bruciato da un fulmine. Rimangono il braccio sinistro a Dofana e quello destro a Siena. Un dito si conserva nella Pieve di San Giovanni Battista a Sant'Ansano, nel comune di Vinci.

Duccio di Buoninsegna, Madonna con Gesù Bambino in trono tra santi e angeli detta Maestà (1308 - 1311), tempera su tavola; Siena, Museo dell'Opera del Duomo: sant'Ansano è il primo a sinistra inginocchiato.

Culto

A testimonianza della diffusione del culto del giovane martire, chiese e cappelle a lui dedicate sono sorte sia in Toscana che fuori dalla regione. Non considerando Bagnoregio, Allerona e Siena, luoghi dove Ansano predicò e morì, si annoverano chiese di Sant'Ansano, tra le altre, a Spoleto, a Seravezza (LU), a Monte Aceraia nel comune diBorgo San Lorenzo e a Fiesole (FI). È il patrono di Siena e la memoria liturgica ricorre il 1º dicembre. A Siena la festa di Sant'Ansano segna l'inizio dell'anno contradaiolo.

È, inoltre, anche il patrono del comune di Anzano di Puglia, dove, venerato con il nome di Anzano, il culto è stato ripristinato dal 2006, dopo il ritrovamente e il restauro di un'antica statua forse ottocentesca. Il detto del giorno di Sant'Ansano è (nel dialetto locale): "Sant'Anzan, vruoccl e patàn" ("Sant'Anzano, broccoli e patate"). Sempre il giorno di Sant'Ansano si organizzano in ogni quartiere del paese dei falò in onore del Santo.

Note
  1. Luca Fusai, La storia di Siena dalle origini al 1559, Il Leccio, Siena 1987, p. 29
  2. Cfr. Siena e l'antico contado senese. Tradizioni popolari e leggende di un comune medioevale e del suo contado, di Giuseppe Rondoni. Uffizio della rassegna nazionale, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze 1886, p. 82
  3. Cfr. Siena e l'antico contado senese. Tradizioni popolari e leggende di un comune medioevale e del suo contado, di Giuseppe Rondoni. Uffizio della rassegna nazionale, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze 1886, p. 82
Bibliografia
  • Umberto Meattini, Sant'Ansano: la storia e la leggenda, Cantagalli, Siena, 1995
  • Giuseppe Rondoni, Siena e l'antico contado senese. Tradizioni popolari e leggende di un comune medioevale e del suo contado, Uffizio della Rassegna Nazionale, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze, 1886
Voci correlate
Collegamenti esterni