Sant'Agostino Chapdelaine
Sant'Agostino Chapdelaine, M.E.P. Presbitero · Martire | |
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al secolo Auguste Chapdelaine | |
Santo | |
Età alla morte | 42 anni |
Nascita | La Rochelle 6 gennaio 1814 |
Morte | Xilinxian 29 febbraio 1856 |
Appartenenza | Società per le Missioni Estere di Parigi |
Ordinazione presbiterale | Coutances, 1843 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 27 maggio 1900, da Leone XIII |
Canonizzazione | 1º ottobre 2000, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 28 febbraio |
Altre ricorrenze | 29 febbraio negli anni bisestili |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 28 febbraio, n. 7:
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Sant'Agostino Chapdelaine, al secolo Auguste Chapdelaine (La Rochelle, 6 gennaio 1814; † Xilinxian, 29 febbraio 1856) è stato un presbitero, missionario e martire francese, da prima parroco in Francia e poi dal 1851 membro della Società per le Missioni Estere di Parigi, fu missionario in Cina dal 1855 dove subì il martirio nella città di Xilinxian nella provincia del Guangxi.
Biografia
Nacque a La Rochelle diocesi di Coutances in Francia, il 6 gennaio 1814; in una famiglia contadina. Dopo una gioventù trascorsa nell'aiuto della famiglia nel lavoro dei campi, completò i suoi studi presso l'abbaye Blanche a Mortain, allora seminario diocesano e fu ordinato presbitero a Coutences nel 1843. Fu da prima vicario e poi parroco del villaggio di Boucey.
Ma il suo desiderio era di farsi missionario, nel 1851 entrò come novizio della Società per le Missioni Estere di Parigi e il 29 aprile 1852 s'imbarcò ad Anversa, diretto alla missione cinese del Kuang-Si; ma si fermò a Ta-Chan vicino alla frontiera, per ambientarsi, imparare la lingua e aspettare il momento propizio, perché il Kuang-Si era stato per più di un secolo senza la presenza di un missionario e quindi non si era più certi dell'accoglienza dei suoi abitanti.
Nel 1855 poté entrare nello Kuang-Si, dove si mise subito a fare apostolato, percorrendo il territorio in lungo e in largo; in breve tempo i neofiti divennero circa duecento e ulteriori conversioni erano prossime, quando un certo Pé-San, uomo di costumi corrotti, avendo saputo che una donna da lui sedotta, si era convertita al cristianesimo, denunciò la presenza del missionario al mandarino di Sy-Lin-Hien, acerrimo nemico dei cristiani, accusandolo di sobillare il popolo, fomentando disordini.
Il mandarino allora inviò le sue guardie a Yan-Chan, da padre Augusto Chapdelaine per arrestarlo, ma questi avvertito in tempo, sfuggì alla cattura rifugiandosi in casa di un letterato cristiano a Sy-Lin-Hien. Il 25 febbraio 1856, la casa venne circondata dalle guardie e perquisita; padre Chapdelaine fu fatto prigioniero insieme a quattro fedeli cristiani che l'avevano accompagnato e il secondo figlio dell'ospite. La retata di cristiani produsse a sera 25 prigionieri, che furono bastonati a colpi di bambù, incatenati e con la "ganga" al collo (tipica gogna dei Paese asiatici).
Il 26 febbraio il missionario fu interrogato e accusato; fu punito con centinaia di colpi di bambù che lo resero tutto una piaga. Il giorno dopo fu incatenato con le ginocchia piegate e strette da catene di ferro e in quella posizione dolorosa rimase in attesa di un ingente riscatto da parte dei cristiani, che comunque erano nascosti e impauriti. Non essendo giunto nessun riscatto il 29 febbraio 1856 fu ucciso.
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