Santa Radegonda VI

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Santa Radegonda
Laica
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Santa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Erfurt
518
Morte Poitiers
13 agosto 587
Sepoltura Abbazia di Notre Dame a Poitiers
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 13 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
Regina dei Franchi
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In carica 540550
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Clotilde

Erede
Successore
Nome completo
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Dinastia {{{dinastia}}}
Padre Bertario di Turingia
Madre {{{madre}}}
Coniuge

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Consorte

Clotario I

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 13 agosto, n. 4:
« A Poitiers in Aquitania, in Francia, santa Radegonda, che, regina dei Franchi, prese il sacro velo mentre suo marito, il re Clotario, era ancora in vita e visse nel monastero di Santa Croce a Poitiers da lei stessa costruito sotto la regola di san Cesario di Arles. »

Santa Radegonda (Erfurt, 518; † Poitiers, 13 agosto 587) è stata una regina franca. Fu moglie del re della dinastia merovingia Clotario I e quindi regina del regno franco di Soissons. Si impegnò nella diffusione del cristianesimo tra i sudditi e fu fondatrice di chiese e monasteri.

Origine familiare

Era la figlia del re dei Turingi, Bertario. Della madre non si conoscono né il nome né gli ascendenti.

Biografia

Quando i re franchi Teodorico I e Clotario I conquistarono la Turingia (531), Radegonda fu presa in ostaggio da Clotario e condotta in Neustria con gli altri prigionieri. Il vescovo San Gregorio di Tours la cita come l'orfana del re Bertario[1] ed in un altro passaggio scrive che Radegonda fece parte del bottino che Clotario si portò via, aggiungendo che in un secondo tempo la sposò[1]. Crebbe alla corte di Soissons e, quando Clotario, vista la sua bellezza, decise di farne sua moglie, fu mandata ad Athies per ricevere un'educazione adatta ad una regina.

Radegonda dovette piegarsi alla volontà del re e, riluttante, sposò Clotario I attorno al 540. Radegonda era la seconda moglie di Clotario[1]. Il matrimonio, per l'indole brutale e i continui tradimenti del marito, fu estremamente infelice. Fallì definitivamente quando Clotario fece uccidere l'amato fratello di sua moglie, Clotacario, l'unico parente rimastole. Radegonda decise di abbandonare il marito (al quale non aveva dato eredi) e di prendere i voti.

Il miracolo dell'avena

Le cronache narrano che Clotario, appena ebbe accettata la vocazione della regina, se ne sia pentito ed abbia inviato alcuni soldati a Saix per riportarla a corte. Allorché i soldati si avvicinarono a Saix, Radegonda fuggì verso sud attraverso un campo ove alcuni contadini stavano seminando dell'avena. Miracolosamente questa crebbe fino a nascondere la fuggitiva ed i contadini poterono affermare ai soldati che si rivolsero a loro, di non aver visto alcuno nel campo da quando questo era stato seminato. Da allora in poi Clotario non la perseguì più e le lasciò proseguire il suo percorso di fede.
Radegonda fu ripudiata da Clotario[1].

La vita monastica

Ricevette il velo di diaconessa da san Medardo e fece il suo ingresso nel monastero di Tours (quello dov'era entrata anche sua suocera Clotilde); si trasferì poi in quello di Saix, dove si dedicò all'assistenza dei lebbrosi; alla fine, Clotario I fece costruire per lei il monastero di Notre-Dame a Poitiers, che divenne poi della Sainte-Croix quando, nel 569, Radegonda ottenne in dono dal basileus Giustino II un frammento della vera croce. Diede a questa nuova abbazia la regola di San Cesario di Arles, ma rifiutò di diventarne badessa, affidando la carica ad Sant'Agnese di Poitiers.

Il monastero divenne presto famoso sia per la presenza di Radegonda che per quella di Venanzio Fortunato[2], che divenuto consigliere di Radegonda, a cui dedicò poesie, diresse i progressi spirituali e scrisse la biografia. La santa fu sempre circondata dalla venerazione dei fedeli.

Morte e canonizzazione

Radegonda, che aveva fatto testamento tra il 584 ed il 587[1], morì il 13 agosto 587, come testimonia san Gregorio di Tours[1] che intervenne ai suoi funerali e le dedicò una pagina della sua Historia Francorum.
La regina fu tumulata nell'Abbazia di Notre Dame a Poitiers[1].

Radegonda fu canonizzata[1], nel corso del IX secolo.

Nel maggio 1561 un gruppo di protestanti incendiò la cappella dove era sepolta Radegonda; i fedeli ne salvarono pochi resti carbonizzati e li custodirono in una cassetta, oggi deposta nella chiesa di Poitiers a lei intitolata.

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 (EN) Re dei Turingi
  2. Venanzio Fortunato si stabilì nei dintorni di Poitiers, divenne sacerdote e poi vescovo.
Bibliografia
  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, vicende storiche, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. II, pp. 688-711, Garzanti, 1999
  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi, istituzioni, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. II, pp. 712-742, Garzanti, 1999
Voci correlate
Collegamenti esterni