Franchi




I Franchi (nome di origine germanica con cui furono designati complessivamente vari popoli germanici già conosciuti dai Romani Catti, Brutteri, Tencteri ecc.), penetrati nell'Impero romano nel III secolo, quando combatterono contro il generale romano Postumo (258-59), dirigendosi poi verso la Spagna.
Giuliano l'Apostata riuscì a domare le varie tribù franche (357-360), ormai distinte in due gruppi: quelle insediate sulle rive del Reno (Franchi Ripuari) e quelle della valle dell'IJssel, l'antico Sala (Franchi Salii). Dopo nuove scorrerie (388-89), nel 393 si giunse a un accordo tra le tribù e l'Impero romano, per il quale i Franchi, trasformandosi in alleati militari, divennero i difensori del limes romano. Nel 406, però, la resistenza dei Franchi non riuscì a contenere l'invasione di Vandali, Alani e Svevi, né la condizione di federati impedì loro di compiere scorrerie contro città e regioni romane.
Il generale romano Ezio li combatté nel 428; alla sua morte nel 454, i Franchi passarono a ulteriori conquiste: i Ripuari costituirono una Francia Ripuaria tra il Reno, la Mosa e la Mosella; i Sali occuparono la regione attorno a Cambrai e Tornai. Dissoltosi l'esercito imperiale in Occidente, per opera dei Franchi Sali guidati da Clodoveo I, la storia dei Franchi si unificò con quella della Gallia già romana.
Dinastia merovingia
Clodoveo è considerato il vero fondatore della dinastia merovingia. Salito al potere nel 481 coalizzò le tribù dei Franchi ed iniziò una politica di espansione a spese di Alemanni, Turingi, Burgundi (con i quali stese diverse alleanze e intrattenne rapporti contrastanti) e Visigoti (della Gallia del Sud, fino al 507, quando, dopo la pesante sconfitta nella battaglia di Vouillé che costò la vita allo stesso re Alarico II e la perdita della capitale Tolosa e di quasi tutti i territori nella regione gallica, furono costretti a varcare i Pirenei). Occupò inoltre l'ultima enclave romana costituita nel bacino della Senna da Siagrio il quale, sconfitto nel 486, si rifugiò proprio presso Alarico II che poi lo consegnò a Clodoveo. A conclusione del processo di espansione scelse come capitale Lutezia (l'attuale Parigi).

Nel 493 Clodoveo stipulò un patto di non aggressione con il regno dei Burgundi, sancito dal suo matrimonio - il secondo - con la cattolica Clotilde, figlia del re Chilperico II e nel 496 attacca gli Alemanni, popolazione stanziata alle frontiere orientali, sempre in conflitto con i Franchi Ripuari per il controllo della valle del Reno: Clodoveo s'inserì nel conflitto contando di ottenere la fine della minaccia alemanna e, insieme, importanti espansioni territoriali. Alleato del re franco di Colonia, Sigiberto lo Zoppo, impegnò la battaglia decisiva a Tolbiac: Gregorio di Tours sostiene che Clodoveo, in difficoltà, abbia promesso la sua conversione al cattolicesimo in cambio della vittoria, che ottenne, costringendo gli Alemanni ad abbandonare il corso superiore del Reno.
Il 24 dicembre 496 Clodoveo mantenne il suo voto - secondo Gregorio - ricevendo il battesimo a Reims dal vescovo san Remigio di Reims, cominciando la graduale cristianizzazione dei Franchi. La sua conversione fu importante per rendere la Gallia Franca un bastione del cattolicesimo piuttosto che dell'arianesimo, una confessione cristiana rivale che era favorita da altri regni barbarici.
Alla morte di Clodoveo il regno fu diviso tra i suoi quattro figli. Negli anni 530 fecero campagne contro i visigoti nella Spagna del Nord mandarono armate in Italia, espansero, l'influenza franca nella Baviera e costrinsero i sassoni a pagargli tributi. Dopo la morte del re Ostrogoto Teodorico nel 526, il regno franco divenne il più grande e il più potente degli Stati barbari che avevano rimpiazzato l'Impero Romano in Occidente.
Alla morte di Clodoveo il Regno Merovingio, seguendo la legge Salica, fu diviso tra i suoi quattro figli che continuarono nella politica di espansione, conquistando la Borgogna, la Provenza e la Turingia. Negli anni 530 i figli di Clodoveo fecero campagne contro i Visigoti nella Spagna del Nord mandarono armate in Italia, espansero, l'influenza franca nella Baviera e costrinsero i sassoni a pagare tributi. Dopo la morte del re Ostrogoto Teodorico il grande nel 526, il Regno poteva a ben diritto essere riconosciuto come il più grande e il più potente degli Stati barbari successori che avevano rimpiazzato l'Impero Romano in Occidente.
Nonostante questi successi, i governanti merovingi spesso litigarono tra loro ed erano costantemente alla ricerca di mezzi per complottare l'uno contro l'altro. Nel 558 il figlio più giovane di Clodoveo, Clotario I (511-561) emerso come il vincitore dopo decenni di rivalità con i suoi fratelli che inclusero l'omicidio di nipoti e la morte del suo stesso figlio, riunì il Regno franco sotto il suo proprio comando, sopravvivendo ai suoi fratelli ed ereditando le loro terre. Tuttavia il suo regno durò meno di tre anni, perché egli morì nel 561 e il regno fu diviso un'altra volta tra i suoi quattro figli. A questo punto i tre distinti regni merovingi di Neustria, Austrasia e Borgogna cominciarono a prendere forma.
La morte di Clotario I aprì la strada a un nuovo periodo di guerre, civili e assassini, scatenato dalla rivalità tra la Regina Brunilde di Austrasia[1] e dalla regina Fredegonda di Neustria[2] , morta nel 597. Il conflitto si protrasse per decenni e continuò con guerre tra i figli delle regine e i loro nipoti.
Clotario II di Neustria, figlio di Chilperico I e della terza moglie Fredegonda, riuscì a ricomporre tutto il regno franco sotto la sua autorità, avvalendosi dell'aiuto di due importanti esponenti dell'aristocrazia austrasiana, sant'Arnolfo di Metz e Pipino di Landen. Nello stesso anno Clotario mise a morte Brunechilde, che aveva perso l'appoggio della nobiltà. A differenza di Brunechilde, Clotario ebbe l'indiscutibile vantaggio, per la nobiltà franca, di lasciar loro un ampio margine di potere. L'anno successivo egli legava la nomina dei vescovi alla sanzione reale.
Alla morte di Clotario, Arnolfo si ritirò in un monastero, mentre il nuovo re Dagoberto I, di cui Arnolfo era già precettore e Pipino influentissimo maestro di palazzo in Austrasia fin dal 624, sentendo forse l'oppressione della nobiltà di Austasia, spostò la corte da Metz a Lutezia (Parigi), portando con sé Pipino, che nella nuova capitale aveva meno appoggi ed era più facilmente controllabile. Nel 639 Dagoberto morì lasciando dei figli bambini, e un anno dopo morì anche Pipino.
Dagoberto I, fu l'ultimo re merovingio a detenere una significante autorità reale. L'autorità dei suoi successori, che la storia ricorda come i re fannulloni, fu gradualmente eclissata dai maggiordomi che presto divennero i veri detentori del potere, pur continuando per oltre un secolo ad essere formalmente re dei Franchi.
Re Merovingi
- Clodione (*? †~447)
- Meroveo (*448 †457)
- Childerico I (ca. 457– †482)
- Clodoveo I (ca. 482– †511)
|
|
|
Teodorico II (596–613 Burgundia) |
|
- Clotario II (613–629)
- Cariberto II (629–632 Aquitania)
- Chilperico di Aquitania (632)
- Dagoberto I (629–639)
|
|
- Teodorico III (679–690)
- Clodoveo IV (690–694)
- Childeberto III (694–711)
- Dagoberto III (711–715)
- Chilperico II (715–721)
- Teodorico IV (721–737)
- Childerico III (743–751)
I Carolingi
Nel 687 il Regno di Austrasia sconfisse la Neustria e la Borgogna alla battaglia di Tetry[3] e divenne il Regno dominante in Francia. Questo incrementò il potere della famiglia aristocratica, conosciuta sia come Pipinidi o come Arnolfingi, che aveva continuamente servito come maggiordomi di Austrasia fin dai giorni di Dagoberto I. Tuttavia, nonostante questa nuova influenza sopra l'intera Francia, i Pipinidi non poterono reclamare il trono per sé stessi e continuarono a governare per mezzo dei loro re fantocci merovingi; i Franchi non avrebbero accettato nessun'altra dinastia che regnasse sopra di loro. Questa situazione cambiò dopo il dinamico regno di Carlo Martello, (688-741), un rampollo dei Pipinidi che divenne maggiordomo di Austrasia nel 715.
Carlo è famoso per aver condotto i Franchi alla vittoria sopra il Califfato omayyade nella battaglia di Tour[4] nel 732 consolidando così il suo ruolo come governante di fatto di Francia.
Ma nonostante tutto ciò, il trono dei Franchi era ancora occupato da un'esponente della dinastia merovingia. Nel 751 Pipino il Breve inviò al papa Zaccaria delle lettere e, all'insaputa del suo re, ma con il beneplacito di tutti i Franchi, inviò una delegazione a Roma, guidata da san Burcardo, vescovo di Würzburg e da Fulrado, abate di Saint-Denis, chiedendogli se il titolo di re appartenesse a chi esercitava il potere o a chi era di sangue reale. Il papa rispose che doveva essere re colui che veramente esercitava il potere.
Con questa risposta favorevole, Pipino convocò a Soissons nel novembre 751 un'assemblea del popolo franco, dalla quale si fece eleggere re. Il merovingio Childerico III, che Pipino stesso e Carlomanno avevano elevato al trono nel 743, fu deposto e rinchiuso in un monastero, mentre lui con la moglie Berta, fu unto e incoronato, re dei Franchi, da Bonifacio, vescovo di Magonza. Pipino diventò così il primo re carolingio dei Franchi.
Il nuovo papa Stefano II aveva deciso d'invocare l'aiuto di Pipino contro i Longobardi, e a tale scopo s'era messo in viaggio per la Francia. Il papa e Pipino s'incontrarono a Ponthion il 6 gennaio 754 e si giurarono mutua assistenza: nella primavera il re franco convocò delle assemblee, nelle quali fu decisa la spedizione in Italia, e da parte sua il papa, qualche mese più tardi, unse e consacrò solennemente il re, con la regina Bertrada e i figli, e lo insignì della dignità di patrizio dei Romani.
In cambio di questo riconoscimento Pipino il Breve, si impegnò a scendere in Italia contro i Longobardi, e mantenne la parola data al papa. Nelle successive spedizioni egli liberò Ravenna e il suo entroterra. Inoltre, il re franco non restituì i territori conquistati all'impero bizantino, ma li donò al papa, che vide così notevolmente incrementati i suoi possedimenti nell'Italia centrale.
Pipino morì nel 768 e a quel punto le terre franche furono divise tra i suoi figli Carlomanno (768-771) e Carlo, che più tardi sarebbe stato conosciuto nella storia come Carlo Magno (768-814). I due fratelli governarono insieme come co-regnanti fino alla morte di Carlomanno nel 771. A quel punto Carlo Magno divenne l'unico re dei Franchi. Dalla sua Corte di Aachen, Carlo Magno governava col supporto dell'aristocrazia Franca e della Chiesa, benché i fosse costantemente impegnato in campagne militari. Nel 774 conquistò il Regno dei Longobardi e assunse il titolo di Re dei Franchi e dei Longobardi. Egli fece campagne contro i baschi nei Pirenei, i Saraceni in Spagna e gli Avari in Ungheria. Queste conquiste non furono raggiunte senza grandi difficoltà. Come è esemplificato dalle guerre sassoni[5], il nome dato alla conquista di Carlo Magno della Sassonia che si protrasse a fasi intermittenti dal 772 all'804; nonostante la durata del conflitto, Carlo Magno, infine, prevalse, incorporò la Sassonia nel suo Regno e convertì a forza i sassoni Pagani al cristianesimo. Alla sua morte nell'814 Carlo Magno aveva raddoppiato la dimensione del Regno dei Franchi.
Il 25 dicembre 800 Carlo Magno fu coronato Sacro romano imperatore dal papa Leone III. Anche se fu probabilmente un tentativo del papato di stabilire un controllo sopra Carlo Magno, l'incoronazione servì anche per rinforzare il prestigio carolingio e il potere dei Franchi nella Europa Centro orientale. L'impero di Carlo Magno ,più tardi conosciuto come l'impero carolingio, si estendeva dalla Spagna del Nord all'Ungheria. Esso coincise con un periodo di attività culturale conosciuto come la rinascita carolingia che vide un incremento nella letteratura nella scrittura nella musica nella giurisprudenza e negli studi biblici.
Sovrani carolingi
- Capifamiglia Pippinidi e Carolingi
- Pipino di Landen (580-640)
- Grimoaldo I (643-662)
- Pipino di Herstal (687-714)
- Carlo Martello (714-741)
- Carlomanno (figlio di Carlo Martello) (741 - 747)
- Pipino il Breve (741-751)
- Re carolingi
- Pipino il Breve (751-768)
- Carlomanno I (768–771)
- Carlo Magno (768-800)
- Carlo il Giovane (800-811)
- Imperatori carolingi
- Carlo Magno † (800 - 814)
- Ludovico il Pio (813/814 - 840)
- Lotario I (840–855)
- Ludovico II il Giovane (855-875)
- Carlo il Calvo (875-877)
- Carlo il Grosso (881-888)
- Arnolfo di Carinzia † (896 - 899)
- Ludovico il Cieco (901-905)
- Berengario del Friuli (915–924)
- Re del regno dei Franchi Orientali
- Ludovico II il Germanico (843-876)
- Carlomanno di Baviera (876 - 880)
- Ludovico III il Giovane (876 - 880/882)
- Carlo il Grosso (876-887)
- Arnolfo di Carinzia (887 - 899)
- Ludovico IV il Fanciullo (893-911)
- Re d'Italia
- Carlo Magno (774-814)
- Pipino d'Italia, co-re (781-810)
- Bernardo d'Italia (813-818)
- Lotario I (818–855)
- Ludovico II il Giovane (844–875)
- Carlo il Calvo (875-877)
- Carlomanno di Baviera (877 - 879)
- Carlo il Grosso (879-887)
- Berengario del Friuli (888–889, 896–901)
- Ludovico il Cieco (900-905)
- Berengario del Friuli (905–924)
- Re di Lotaringia
- Lotario I (843–855)
- Lotario II di Lotaringia (855–869)
- Sventibaldo di Lotaringia (895 - 900)
- Re dei Franchi occidentali
- Carlo il Calvo (843-877)
- Luigi II di Francia (877-879)
- Luigi III di Francia (879–882)
- Carlomanno II di Francia (866 - 884)
- Carlo il Grosso (885-887)
- Carlo III di Francia (898-923)
- Luigi IV di Francia (936-954)
- Lotario di Francia (954-986)
- Luigi V di Francia (986-987)
- Re del regno di Provenza (Aquitania)
- Ludovico il Pio (778-814)
- Ugo di Provenza (817–838)
- Pipino II di Aquitania (838–848)
- Carlo III di Aquitania(848-866)
- Re della Bassa Borgogna
- Ludovico il Cieco (c. 882-905) (Buvinide))
- Ugo di Provenza (905–947)
- Lotario II d'Italia (947–950)
- Carlo di Provenza (950 - 963)
- Duchi della Bassa Lorena
- Carlo I di Lorena (978-991)
- Ottone della Bassa Lorena (991 - 1005/06)
- Altri sovrani
- Carlo I di Lorena (855-863) (Bassa Borgogna)
- Ottone della Bassa Lorena (876–880)
Note | |
| |
Collegamenti esterni | |
|