Santa Umiltà

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Santa Umiltà, O.S.B. Vall.
Badessa · Fondatrice
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al secolo Rosanese Negusanti
battezzata
Santa
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Polittico della beata Umiltà di Pietro Lorenzetti (1316).
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 84 anni
Nascita Faenza
1226 ca.
Morte Firenze
22 maggio 1310
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 27 gennaio 1720, da Clemente XI
Ricorrenza 22 maggio
Altre ricorrenze
Santuario principale chiesa dello Spirito Santo di Varlungo
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 22 maggio, n. 10:
« A Firenze, beata Umiltà (Rosanna), che, con il consenso del marito, visse dodici anni come reclusa; su richiesta del vescovo, poi, costruì un monastero di cui divenne badessa e che associò all'Ordine di Vallombrosa. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Santa Umiltà, al secolo Rosanese Negusanti (Faenza, 1226 ca.; † Firenze, 22 maggio 1310) è stata una fondatrice e badessa italiana, del ramo femminile della Congregazione Vallombrosana dell'Ordine di San Benedetto; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.

Biografia

Di nobili natali, fu battezzata con il nome di Rosanese, che corrisponde al moderno Rosanna.

Sposò a quindici anni Ugolotto de' Caccianemici, al quale diede due figli, che purtroppo morirono entrambi ancora infanti: a seguito di ciò, nel 1250 i coniugi decisero di abbracciare la vita religiosa. Rosanese adottò il nome di Umiltà e fu monaca nel cenobio di Santa Perpetua di Faenza e poi in quello delle Clarisse dell'isola di San Martino.

Nel 1254, si ritirò a vita eremitica in una celletta eretta da lei stessa presso l'abbazia Vallombrosana di Sant'Apollinare. Numerose donne, attratte dal suo esempio, si unirono a lei, ponendosi sotto la sua direzione spirituale, tanto che nel 1266, su consiglio del vescovo, Umiltà fondò il monastero di Santa Maria Novella della Malta dove si trasferì con le discepole. La comunità adottò delle costituzioni ispirate a quelle dei monaci di Vallombrosa.

Trasferitasi a Firenze nel 1282, fondò il monastero di San Giovanni Evangelista (distrutto per far spazio alla Fortezza da Basso, già in via Faenza), dove si spense nel 1310.

Scrisse i Sermones, un insegnamento che racconta essere ispirato, e preceduto da tutta una serie di visioni, che fanno di lei, almeno in Italia, la prima dottoressa cristiana, precursore di Caterina da Siena.

Culto

Le sue reliquie vennero riesumate intatte un anno esatto dopo la morte, il 6 giugno 1311, rivestite e ricollocate nella chiesa.

Con la distruzione del cenobio, i resti passarono nel 1529 al monastero di Santa Caterina e poi di Sant'Antonio, poi nel 1534 in quello San Salvi per poi trovare la collocazione odierna nell'Ottocento a Bagno a Ripoli, sulle colline fiorentine, nel Monastero vallombrosano dello Spirito Santo.

Oggetto di devozione popolare sin dalla morte, il suo culto è stato approvato da Papa Clemente XI il 27 gennaio del 1720; nel 1942 è stata dichiarata patrona della città di Faenza.

La memoria liturgica cade il 22 maggio.

Iconografia

È celebre il polittico della beata Umiltà, con tredici episodi della sua vita, fu realizzato da Pietro Lorenzetti verso il 1341 ed è conservato presso la galleria degli Uffizi (due pannelli sono a Berlino).

Voci correlate
Collegamenti esterni