Flagellazione di Gesù Cristo (Luca Signorelli)
Luca Signorelli, Flagellazione di Gesù Cristo (1480 ca.), tempera su tavola | |
Stendardo processionale della Confraternita di Santa Maria del Mercato | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | |
Diocesi | Milano |
Ubicazione specifica | Pinacoteca di Brera, sala 27 |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Fabriano |
Luogo di provenienza | Chiesa di Santa Maria del Mercato |
Oggetto | stendardo processionale |
Soggetto | Flagellazione di Gesù Cristo; Madonna con Gesù Bambino |
Datazione | 1480 ca. |
Autore |
Luca Signorelli |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 85,2 cm, l. 62 cm |
Iscrizioni | LUCE CORTONENSIS |
Note opera firmata | |
|
La Flagellazione di Gesù Cristo è uno stendardo processionale, realizzato nel 1480 circa, a tempera su tavola da Luca Signorelli (1445 ca. - 1523), proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Mercato di Fabriano (Ancona) ed attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera di Milano.
Lo stendardo processionale è dipinto su due lati (oggi separati, ma conservati nello stesso museo), dove sono raffigurati:
- nel recto: Flagellazione di Gesù Cristo;
- nel verso: Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del latte.
Descrizione
Recto
La scena della Flagellazione di Gesù Cristo è ambientata in uno spazio classicheggiante, costruito secondo i canoni della prospettiva e sostanzialmente simmetrico attorno al fulcro della colonna, chiuso da un'architettura che riecheggia un arco di trionfo romano. Nel dipinto compaiono:
- Gesù Cristo, seminudo con indosso solo un perizoma, è legato ad una colonna sormontata da una statua antica e resta impassibile, subendo con rassegnazione il martirio: il corpo del Cristo è reso in modo anatomicamente perfetto e con una fisionomia un po' rubiconda che si ritrova in altre opere del Signorelli.
- Quattro aguzzini, seminudi appena coperti da un leggero perizoma:[1] le loro figure esprimono tutta la brutalità della Passione di Gesù, facendoci comprendere che una simile ottusità e violenza è sempre possibile nell'animo umano. Essi sono colti in pose scattanti e nervose, che enfatizzano l'idea di movimento e tensione muscolare.
- Soldato armato, spettatore del supplizio.
- Sacerdote ebreo, assiste alla scena, posto nell'estremità destra.
- Ponzio Pilato, seduto su un alto piedistallo a sinistra, assiste alla scena e sembra comandare l'azione con un bastone. Egli compie un gesto analogo a quello del lavarsi le mani: gira lo sguardo come per non volere più vedere ed intervenire.
Verso
Il dipinto presenta l'iconografia della Madonna del latte, nel quale compaiono:
- Madonna, seduta, avvolta in un manto azzurro, scopre il seno per offrirlo al Figlio. La sua figura monumentale e quasi dilatata, è caratterizzata da un'attenta cura dei dettagli, con una studiata posizione di mani e piedi e con una ricca serie di lumeggiature dorate sul manto.
- Gesù Bambino, nudo, è seduto sulle ginocchia di Maria e si volge verso lo spettatore, afferrando il seno della Madre.
- Angeli, circondano la Madonna con Gesù Bambino, componendo una teoria, che asseconda la forma centinata del dipinto entro l'originale cornice, e configurando una sorta di luminosa mandorla di gloria.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- L'iconografia del dipinto si basa su precise scelte dei committenti, che si dedicavano ad opere assistenziali verso l'infanzia (da cui il soggetto della Madonna con Gesù Bambino) e praticavano forme di penitenza come l'autoflagellazione in pubblico.
- Il dipinto riprende alcuni elementi delle opere di Piero della Francesca e di Francesco di Giorgio, nonché della cultura artistica urbinate del tempo. Rispetto a Piero, però l'opera è anche aggiornata alle novità fiorentine di Antonio del Pollaiolo e Sandro Botticelli: questo si nota nella linea vibrante e tesa che fa da contorno dei corpi e nella costruzione della composizione caratterizzata da un forte dinamismo, che lo allontanano dalla lezione di Piero. Inoltre, la fattura minuta e delicata dei personaggi deriva, forse, dalla frequentazione di Bartolomeo della Gatta, altro pittore della cerchia urbinate, e l'immagine di Ponzio Pilato, riecheggia gli Uomini illustri (1476 ca.) realizzati da Giusto di Gand per lo studiolo di Federico da Montefeltro, un ulteriore indizio del passaggio del Signorelli da Urbino, durante gli anni della sua formazione.
Iscrizione
Nel dipinto figura la firma del pittore:
« | LUCE CORTONENSIS » |
Notizie storico-critiche
Lo stendardo processionale venne dipinto su committenza della Confraternita dei Raccomandati per la Chiesa di Santa Maria del Mercato a Fabriano, oggi distrutta.
L'opera, sebbene firmata, non presenta la data ma è attribuita, per la vicinanza con le opere di Piero della Francesca, al primo soggiorno marchigiano del giovane artista cortonese. Da molti storici è indicata come la prima opera dell'artista.
Nel 1811, in seguito alle soppressioni napoleoniche, lo stendardo giunse alla Pinacoteca di Brera già diviso e privo della cornice.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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