Storie dell'infanzia di Gesù (IX secolo)
Anonimo pittore orientale, Storie dell'infanzia di Gesù (part. Gesù Cristo pantocratore), seconda metà del IX secolo, affresco | |
Affreschi di Castelseprio | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica | Lombardia |
Provincia | Varese |
Comune | Castelseprio |
Diocesi | Milano |
Ubicazione specifica | Chiesa di Santa Maria foris portas, abside maggiore |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Castelseprio |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | ciclo di dipinti murali |
Soggetto | Storie dell'infanzia di Gesù |
Datazione | IX secolo seconda metà |
Ambito culturale | |
ambito orientale | |
Autore |
anonimo detto Maestro di Castelseprio |
Materia e tecnica | affresco |
Le Storie dell'infanzia di Gesù sono un ciclo di dipinti murali, eseguito nella seconda metà del IX secolo, ad affresco, da un anonimo pittore orientale, realizzato nell'abside maggiore della Chiesa di Santa Maria foris portas, eretta nella prima metà del IX secolo, situata nel Parco archeologico di Castelseprio (Varese).
Descrizione
Soggetto
Il ciclo di dipinti murali, ad affresco, è sviluppato su tre registri, di cui due formati da otto scene che raffigurano le Storie dell'infanzia di Gesù.
Registro superiore
Nel registro superiore sono rappresentate, partendo da sinistra, le seguenti scene:
- Annunciazione e Visitazione (due diversi episodi inseriti nella stessa scena);
- Prova delle acque amare (episodio raramente raffigurato, in cui si dà prova della verginità di Maria);
- Sogno di san Giuseppe;
- Viaggio a Betlemme.
Tra scena e scena, sopra le finestre, sono presenti alcuni dei medaglioni, dei quali si è conservato solo quello centrale, nel quale è inserito:
- Gesù Cristo pantocratore, la cui fisionomia richiama lo stile orientale, presente nella Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli.
Registro centrale
Nel registro centrale sono dipinte, partendo da destra, le seguenti scene:
- Natività di Gesù, che racchiude tre episodi:
- Natività vera e propria;
- La levatrice incredula;
- Annuncio ai pastori;
- Adorazione dei Magi (situata sul risvolto dell'arco);
- Presentazione di Gesù al Tempio
- Scena perduta, di cui restano solo poche tracce.
I dipinti murali di questo registro sono in parte danneggiati, poiché la superficie venne martellata e scialbata tra il XV e XVI secolo per far meglio aderire lo strato d'intonaco per il nuovo ciclo di affreschi realizzato in quel periodo.
Registro inferiore
Nel terzo registro, sulla fascia inferiore, restano tracce d'affresco con una decorazione che presenta:
- Arcate chiuse da tendaggi (detti velari) appesi ad un'asta, dai quali spuntano alcuni uccelli;
- Etimasia, ossia il Trono vuoto con una croce e il Libro della Scrittura che sta a significare la presenza invisibile di Gesù nei luoghi di riunione liturgica. Il seggio è quindi quello su cui siederà Cristo, al suo ritorno sulla terra, nel giorno del Giudizio;
- Due angeli in volo con lo scettro e il globo sormontato da croce, sopra l'arco trionfale, guardano verso il medaglione centrale con l'Etimasia, al quale portano simbolicamente i doni.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- La scelta delle scene è tutta incentrata intorno al dogma dell'Incarnazione, in modo da sottolineare la perfetta unione in Gesù Cristo tra natura umana, implicita nei soggetti della vita di Gesù incarnato e quella divina, estrinsecata nella raffigurazione del Cristo pantocrator; il ciclo appare, quindi, studiato come risposta all'arianesimo, attraverso il ricorso ad episodi narrati nei vangeli apocrifi, quali il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo.
- Il ciclo esprime, dal punto di vista simbolico, una visione della religione perfettamente congruente con l'ultima fase del regno longobardo; eliminata - almeno nominalmente - la concezione di Cristo ariana, quella messa in luce dai dipinti di Castelseprio è specificamente cattolica.
- Interessante è la tecnica compositiva, che lascia emergere una sorta di schema prospettico di diretta ascendenza classica, oltre ad un chiaro realismo nella rappresentazione d'ambienti, figure umane e animali. Il ciclo di dipinti testimonia così la permanenza, in tarda età longobarda, d'elementi artistici classici sopravvissuti all'innesto della concezione germanica dell'arte, priva d'attenzione ai risvolti prospettici e naturalistici e più concentrata sul significato simbolico delle rappresentazioni.
Notizie storico-critiche
Nel 1944, nella Chiesa di Santa Maria foris portas, sotto ad uno strato di scialbatura di calce e d'altri dipinti murali, risalenti al XV e XVI secolo, fu scoperto dallo storico e archeologo Gian Piero Bognetti (1902 - 1963) questo splendido ciclo d'affreschi, risalenti al periodo altomedievale.
Sia per il soggetto che per l'iconografia, questi dipinti murali apparvero subito lontani da ogni confronto con altre testimonianze coeve, un caso unico nel panorama della storia dell'arte italiana: la naturalezza delle forme e un certo legame con la pittura romana antica li distinguono da tutte le altre pitture altomedievali.
I soggetti rappresentati, le Storie dell'infanzia di Gesù, provengono sia dai Vangeli canonici, sia da quelli apocrifi, particolarmente diffusi nella cultura greco-ortodossa; ma ciò che stupisce è la tecnica con la quale sono stati dipinti questi dipinti, ossia una sorta di disegno prospettico, tecnica che in Occidente era andata perduta.
La qualità delle pitture, attribuite genericamente al cosiddetto "Maestro di Castelseprio", è molto alta, con una narrazione fluida che ricorda i rotoli illustrati tardo-antichi, la capacità di creare uno spazio realisticamente tridimensionale, il tratto espressivo, le pose, i gesti e le espressioni dei volti eloquenti. La tecnica pittorica è sapiente, con pennellate decise, velature che danno una luminosità diffusa, ombre ben definite e lumeggiature pastose.
Il ciclo di dipinti murali fu eseguito diverso tempo dopo la costruzione della chiesa (prima metà del IX secolo), ma un'iscrizione graffita sopra la superficie pittorica, che ricorda Arderico, arcivescovo di Milano dal 936 - 948, fissa il termine cronologico entro il quale gli affreschi furono eseguiti.
Galleria fotografica
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