Tradizione Elohista
La Tradizione Elohista è, nelle teoria delle fonti documentarie del Pentateuco, una delle fonti scritte dello stesso. Nella relativa letteratura è indicata con la sigla E[1].
Il nome è stato coniato dagli esegeti in relazione al termine ebraico 'elohîm, "divinità", "Dio", poiché essa si contraddistingue per l'uso prevalente di tale nome divino.
Sono chiamati elohistici i testi che appartengono a questa fonte scritta, e viene chiamato elohista il suo autore.
Materiale
L'apporto di questa tradizione al Pentateuco inizia con Gen 15 ; essa descrive l'epoca dei patriarchi e di Mosè, tralasciando il preludio della storia delle origini, e giunge fino alla conquista della terra promessa; probabilmente termina con Dt 34 .
Questa tradizione è solo un complemento della storia Jahvista, che l'ha sfruttata per i patriarchi[2].
Comunemente si ritiene che il redattore del Pentateuco abbia amalgamato questa tradizione con quella Jahvista in una maniera tale da non permettere di risalire facilmente alle fonti originali; lo studioso scandinavo Sigmund Mowinckel[3], seguito da molti, dubita della sua esistenza come fonte indipendente del Genesi.
Caratteristiche
La caratteristica principale di questa tradizione è quella di usare per Dio il nome 'Elohîm, che è il nome che i semiti usavano per la divinità in genere. Talvolta usa però anche il nome YHWH, ma soltanto a partire da Es 3,14 .
L'Elohista e stato caratterizzato in varie forme:
- il teologo di un Dio trascendente e salvatore[4];
- Il teologo del popolo di Dio[5].
Le altre caratteristiche tipiche di essa sono:
- Parla di Dio in maniera poi filosofica e astratta, specialmente come Provvidenza.
- Ignora la storia delle origini. Non riporta nessuna tradizione precedente Abramo, e anche riguardo ai patriarchi sono pochi i racconti ad essa propri. Per essa prima di Abramo c'era solo idolatria.
- Ama riportare l'etimologia dei nomi di persone e luoghi[6].
- Per essa il popolo eletto è tale in ragione dell'alleanza con cui si lega a Dio. Riporta i patti sanciti da Giacobbe con Labano e con gli abitanti di Sichem; se il patriarca non può mantenere i suoi obblighi con questi ultimi, ciò è dovuto a un peccato di Simeone e Levi.
- Preferisce la storia di Israele e le tribù del Nord. Ama soffermarsi sul santuario di Betel, e tesse la epopea di Giuseppe, presentato come antenato delle tribù di Efraim e Manasse; in essa il primogenito Ruben occupa un posto di primo piano[7]. Fatti, personaggi e località meridionali, ampiamente narrati dal Jahvista, trovano un riscontro insignificante nell'elohista che, molto probabilmente, li ha conosciuti tramite la tradizione consorella.
- Preferisce una profonda moralità al culto, e la fa nascere dagli obblighi dell'alleanza, le cui condizioni i contraenti sono obbligati in coscienza a rispettare; l'uomo non può al riguardo addurre la scusa dell'ignoranza, poiché Dio ha chiaramente manifestato ciò che l'uomo deve evitare.
- Per essa l'uomo deve spiritualizzarsi per non allontanarsi da Dio, il quale non può materializzarsi in statue, né può darsi a vedere dagli occhi; non disprezza il culto sensibile, ma ne teme fortemente le deviazioni. Nonostante tutto ciò, attribuisce ai patriarchi l'erezione di santuari di tipo cananaico, detti "alti luoghi".
- Sottolinea che Dio ha promesso ad Abramo una discendenza numerosa, e che ha rinnovato tale promessa a Giacobbe, il quale diventerà una grande nazione.
- Ammira l'ideale del deserto.
- Riferisce tradizioni e costumi antichissimi, spesso arcaici. Il vocabolario è spesso arcaico, e ciò fa pensare all'appartenenza a circoli teologici;
- Ha una terminologia propria: chiama le popolazioni locali amorrei e non cananei; chiama Oreb il Sinai; usa il nome di Ietro per il suocero di Mosè.
Rispetto alla Tradizione Jahvista, la tradizione elohista è meno dinamica, vigorosa e drammatica; al contempo è più semplice, scorrevole, sbiadita.
L'aspetto moralizzante di questa tradizione fa' sì che essa venga correlato alla predicazione dei profeti; se ne data perciò l'origine letteraria nell'VIII secolo a.C.. Però il vocabolario arcaico di certi suoi racconti rivela l'epoca remota d'origine delle tradizioni, qui conservate in una forma più originale e pura[8].
Note | |
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Bibliografia | |
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