Utente:Elvezio Del Pietro/1
Lorenzo de' Medici Laico | |
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Agnolo Bronzino, Ritratto Lorenzo il Magnifico | |
Incarichi attuali | |
Signore di Firenze | |
Età alla morte | 43 anni |
Nascita | Firenze 1º gennaio 1449 |
Morte | Careggi 8 aprile 1492 |
Signore di Firenze | |
In carica | 2 dicembre 1469 – 8 aprile 1492 |
Predecessore |
Piero il Gottoso |
Successore |
Piero il Fatuo |
Dinastia | de' Medici |
Padre | Piero de' Medici |
Madre | Lucrezia Tornabuoni |
Consorte |
Clarice Orsini |
Figli | Lucrezia, Piero, Maddalena, Giovanni (papa Leone X), Luisa, Contessina, Giuliano |
Religione | cattolica |
Firma | ![]() |
Lorenzo de' Medici, detto Il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449; † Careggi, 8 aprile 1492) è stato un duca italiano.
Cenni biografici
Nacque a Firenze il 1º gennaio 1449 da Piero de' Medici signore della città e da Lucrezia Tornabuoni[1].
Ebbe presto incarichi politici: nel 1466 entrò a far parte della balìa e del consiglio dei Cento. Nel 1469 sposò la nobile Clarice Orsini[2]. Alla morte del padre il 2 dicembre, accettò la cura della città e dello Stato, pur restando ufficialmente privato cittadino: da quel momento fu il vero signore di Firenze.
Modificati in parte gli ordinamenti di Firenze, per acquistare più saldo e legale potere, divenne membro a vita del potenziato consiglio dei Cento. Le relazioni con papa Sisto IV, buone fino alla guerra di Volterra del 1472, voluta per rafforzare l'unità del dominio, finirono col guastarsi, per le mire di Girolamo Riario[3], nipote del papa, riguardo a Imola: fu allora che i Pazzi, rivali anche negli affari dei Medici, accordatisi con l'ambizioso Francesco Salviati[4], arcivescovo di Pisa, e ordita una congiura, consapevole il papa, uccisero in Santa Maria del Fiore il 26 aprile 1478 Giuliano de' Medici[5], mentre Lorenzo riuscì a porsi in salvo.
La violenta reazione dei fiorentini, mentre Sisto IV lanciava la scomunica contro Lorenzo e l'interdetto contro la città, si tramutò in piena guerra, con l'appoggio di Venezia e di Milano contro il papa e il suo alleato Ferdinando I di Napoli. La situazione, fattasi molto critica per Firenze, fu risolta da Lorenzo che, recatosi personalmente a Napoli, tra il 6 dicembre 1479 e il 15 marzo seguente, riuscì a staccare dalla lega nemica il re Ferdinando, costringendo così il papa alla pace.
Il successo gli consentì una nuova modifica degli statuti con incremento della sua potenza. Iniziò allora in Italia, dove era considerato il capo assoluto dello Stato fiorentino, una politica di alleanza, di accordi, di equilibrio, rafforzando la sua posizione col rendersi amiche Lucca, Siena, Perugia e Bologna, acquistando Pietrasanta (1484), Sarzana (1487) e Piancaldoli (1488), ristabilendo una normalità di rapporti con Forlì e Faenza, dopo che ne erano stati uccisi i signori Girolamo Riario e Galeotto Manfredi[6], e soprattutto coltivando l'amicizia con il Regno.
Durante la guerra di Ferrara (1482-84) si alleò con Ercole d'Este, il duca di Milano e il re Ferdinando per frenare le mire espansionistiche del papa e dei veneziani, partecipando anche, come oratore ufficiale di Firenze, alla Dieta di Cremona nel febbraio del 1483. Quando poi Innocenzo VIII, succeduto nel 1484 a Sisto IV, mosse guerra al re di Napoli, Lorenzo concorse a salvarlo alleandosi con lui.
La pace (1486) così instaurata fu riconosciuta gran merito di Lorenzo, il quale costituì l'ago della bilancia d'Italia, in quanto la potenza politica di Firenze divenne quella determinante l'equilibrio delle forze della penisola. Si impegnò a quel punto a rendere potenti i membri della sua famiglia: il figlio Giovanni divenne cardinale e la figlia Maddalena sposò Franceschetto Cybo[7], figlio di Innocenzo VIII.
La salute malferma, l'impegno politico, la cura continua degli affari della sua casa, per l'interesse economico della quale il tesoro pubblico finì col confondersi con le finanze private dei Medici, non gli impedirono di partecipare con gusto e fervore a quella vita tipicamente rinascimentale di cultura, di splendori e di feste, della quale a Firenze fu il solerte animatore. Mai Firenze era apparsa così fervida di operosità di studi e di arti come al suo tempo. Egli stesso, pur tra le molteplici cure di politica e di amministrazione, partecipò a questa operosità. La sua intensa attività letteraria fu non subordinata ma congiunta, come disse Machiavelli, all'attività politica. Espertissimo e raffinato letterato, talvolta anche genuinamente poeta, Lorenzo contribuì in primo piano al passaggio dell'Umanesimo da latino in volgare, che è il fatto storicamente più notevole del secondo Quattrocento.
Morte
A Villa di Careggi, dopo aver cercato di comunicare a suo figlio ed erede Piero le misure da prendere per la gestione della politica interna ed estera di Firenze, Lorenzo si spense all'età di 43 anni nella notte dell'8 aprile. Al momento del trapasso, era circondato dai parenti e dai suoi amici più cari tra cui Giovanni Pico della Mirandola e il Poliziano, oltre che dal conforto religioso dello stesso Savonarola.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Signore di Firenze | Successore: | ![]() |
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Piero de' Medici | 1469-1492 (fino al 1478 con Giuliano de' Medici) | Piero il Fatuo |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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