Utente:Quarantena/Abbazia di Clairvaux
Abbazia di Clairvaux | |
pianta del complesso monastico | |
Stato | Francia |
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Regione | Champagne-Ardenne |
Diocesi | Diocesi di Langres |
Religione | Cattolica |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Abbazia |
Sigla Ordine qualificante | O.Cist. |
Sigla Ordine reggente | O.Cist. |
Inizio della costruzione | 1115 |
Coordinate geografiche | |
Francia |
L'Abbazia di Clairvaux (Clara Vallis in latino) fu un monastero cistercense dal XII secolo al XVIII secolo. Fondata nel 1115 da Bernardo di Chiaravalle, l'abbazia è situata nell'odierna Ville-sous-la-Ferté a 15 chilometri da Bar-sur-Aube in Francia.
Il luogo prescelto si trovava in una radura isolata, la Val d'Absinthe, dove abbondavano l'acqua e il legname, elementi indispensabili all'organizzazione di un'abbazia cistercense: l'autosufficienza, con l'isolamento dal mondo, erano infatti previsti dalla Regola di San Benedetto, e la stessa architettura cistercense, tanto a Clairvaux che a Fontenay, per esempio, rispondeva a tali necessità. Accanto a edifici destinati all'abitazione (per monaci e conversi), sorsero edifici di servizio (mulini, cucine ecc.) e la chiesa abbaziale; tutti gli edifici si raggruppavano attorno ad un chiostro. La chiesa abbaziale originaria pare avesse tre altari, di cui uno dedicato alla Vergine e gli altri due a san Lorenzo e a san Benedetto, ed era situata - con gli altri edifici antichi - circa due chilometri ad ovest dell'abbazia odierna, su un colle all'interno della foresta. Nel 1135 Bernardo decise di spostare la sede abbaziale in un luogo più pianeggiante, maggiormente adatto ad accogliere l'accresciuta comunità monastica, ed oggi compreso entro la parte occidentale delle mura di cinta; la chiesa del secondo monastero era un edificio quadrato di 16 metri di lato, con nove altari.[1]
Superati i primi anni dopo la fondazione, costellati di difficoltà di ogni genere, Clairvaux si avviò - anche grazie alla fama di santità di Bernardo - a diventare uno dei più importanti e ricchi centri dell'ordine cistercense: nel 1145 uno dei suoi monaci era stato eletto Papa col nome di Eugenio III, e al 1201 si contavano già oltre mille atti di donazione all'abbazia da parte di fedeli più o meno illustri (nel secolo successivo le donazioni presero tuttavia a calare, segno del crescente peso in Francia degli ordini mendicanti). Grazie alle donazioni in denaro, l'abbazia investiva in acquisizioni immobiliari ed altre fonti di rendita, che seguirono nel tempo lo stesso andamento anzi descritto.[1]
All'epoca della morte di Bernardo, nel 1153, l'abbazia contava 700 religiosi fra le proprie mura, ed oltre 150 conventi affiliati, in Francia e all'estero,[2] di conseguenza la chiesa risultava insufficiente: il monaco Laurent, inviato in Sicilia durante la vacanza seguita alla morte di Bernardo, ricevette da Guglielmo I di Sicilia la somma necessaria ad edificare una basilica più grande, che fu consacrata nel 1174. Nel 1178 Enrico II d'Inghilterra donò i fondi necessari a realizzare una copertura di piombo, e l'abate, in segno di riconoscenza, contraccambiò con una reliquia: un dito di Bernardo, da poco canonizzato.[1]
La chiesa, che così come descritta esisteva ancora nel XVIII secolo, aveva tre navate, un transetto con alcune cappelle ed un'abside semicircolare ugualmente contornato da cappelle. La sua lunghezza era di 106 metri, la larghezza di 54 al transetto, e di 25 alle navate, di cui metà per la navata centrale. Si contavano 32 altari: al centro dell'abside si trovava l'altare maggiore, dietro il quale si trovavano tre altri altari elevati sulla tomba di Bernardo (al centro), sulle reliquie dei martiri Eutropio, Zosimo e Bonoso (a destra), sulla tomba di san Malachia (a sinistra). La chiesa ospitava 805 stalli per i monaci.[1]
Diversamente da molte altre chiese di fondazione medievale, quella di Clairvaux, in ossequio alle disposizioni dell'abbazia madre di Cîteaux, ospitava relativamente poche sepolture: oltre ai santi Bernardo e Malachia, vi erano sepolti quattro cardinali, e sedici tra arcivescovi e vescovi; gli stessi abati venivano interrati nel chiostro grande o in uno dei tre cimiteri dell'abbazia: anche personalità illustri quale Filippo d'Alsazia e la di lui moglie Teresa del Portogallo non poterono ottenere sepoltura nella chiesa ma dovettero farsi costruire una cappella nel cimitero degli abati stranieri.[1]
Nel settembre 1587 l'abbazia subì il saccheggio da parte delle truppe svizzere arruolate da Enrico re di Navarra contro la Lega cattolica[3].
Al principio del XVII secolo, durante il suo periodo di massima espansione, l'abbazia possedeva segherie, fucine, mulini, fattorie, oleifici, tessiture, concerie, e riforniva le principali fiere di Francia, con entrate annue di seicentomila lire tornesi.[2]
Nel 1708 l'abbazia fu completamente ricostruita, ma l'edificio dei conversi (del XII secolo) fu conservato in quanto convertito a granaio: esempio caratteristico dell'architettura cistercense ed ancora oggi esistente, è lungo 70 metri e largo 15 su tre navate e dodici campate, al primo piano comprende una cantina ed un refettorio perfettamente riconoscibile ai nostri giorni; il secondo piano era occupato dal dormitorio. L'insieme rispetta perfettamente il concetto di arte cistercense definito da San Bernardo, imperniata sulla sobrietà in opposizione a quanto praticato a quel tempo a Cluny. È classificato monumento storico dal 1981, appartiene al ministero della Cultura del 2003, ed è in corso di restauro. Tra gli altri edifici visitabili si possono citare il grande chiostro di architettura classica, ugualmente appartenente al ministero della Cultura.
Dopo la soppressione, da parte dell'Assemblea Nazionale Costituente, di tutti gli ordini e le congregazioni (esclusi quelli che esercitavano attività ospedaliera e scolastica), il 13 febbraio 1790, e dopo la Costituzione civile del clero, il complesso, bene nazionale dal 1792, fu messo in vendita: fu acquistato da industriali che vi impiantarono le loro industrie, ma che nel 1808 fecero fallimento.
Il complesso stesso fu riacquistato dallo stato, che lo trasformò in una prigione.
Monumento storico a partire del 1981, tuttora istituto carcerario, appartiene al ministero della cultura francese .
Cronotassi degli abati
Segue una lista degli abati di Clairvaux, dalla fondazione alla soppressione dell'abbazia.[1][2]
- 1115-1153: San Bernardo di Chiaravalle
- 1153-1157: Roberto I (già abate di Notre-Dame des Dunes).
- 1157-1161 circa: Fastré di Cambron (già abate di Cambron).
- 1162-1165: Goffredo d'Auxerre, già segretario di Bernardo (dapprima abate di Notre-Dame d'Igny, in seguito abate di Fossanova e di Hautecombe).
- 1165-1170: Pons di Polignac.
- 1170-1175: Gerardo I (già abate di Fossanova).
- 1176-1179: Enrico di Marcy.
- 1179-1186: Pietro I (già abate di Igny).
- 1186-1193: Garnier di Rochefort (già abate di Auberive; vescovo di Langres nel 1193).
- 1193-1214: Guido (già abate di Ourscamp).
- 1214-1216: Beato Corrado di Urach, della famiglia dei duchi di Turingia (già abate di Villers, nel 1217 abate di Cîteaux, e nel 1219 cardinale di Porto e Santa Rufina).
- 1217-1221: Guglielmo I (già abate di Montiers-en-Argonne).
- 1221-1223: Roberto II (già cellario di Clairvaux ed abate di Noirlac).
- 1223-1224: Laurent.
- 1224-1232: Raoul de Pinis o di la Roche-Aymon (già abate di Igny, nel 1233 vescovo di Agen, nel 1235 arcivescovo di Lione).
- 1232-1235: Dreux di Grandmont (già abate di Ourscamp).
- 1235-1237: Evrard (già cellario di Clairvaux ed abate di Larrivour).
- 1238-1242: Guglielmo II (già abate di Villers).
- 1242-1255: Étienne de Lexington (inglese, già abate di Savigny).
- 1257-1262: Giovanni I (già abate di Igny, dopo il 1261 abate di la Grâce-Dieu, infine arcivescovo di Mitilene).
- 1262-1273: Filippo I (già abate di Foucarmont).
- 1273-1280: Bovone (già abate di Trois-Fontaines).
- 1280-1284: Thibaud di Sancey (già abate di Noirlac, dal 1284 abate di Cîteaux).
- 1284-1286: Gerardo II (già abate d'Igny).
- 1286-1291: Giovanni II (già abate di Noirlac).
- 1291-1312: Giovanni III di Sancey, fratello maggiore di Thibaud di Sancey (già monaco di Clairvaux, poi abate di Barbeau).
- 1312-1313: Guglielmo III (già abate di Balerne e di Cherlieu, nella diocesi di Besançon).
- 1313-1316: Corrado II di Metz (monaco di Clairvaux, già abate di Hautecombe).
- 1316-1330: Mathieu I di Aumelle (monaco di Clairvaux).
- 1330-1348: Giovanni IV d'Aizanville (già cellario di Clairvaux).
- 1348-1358: Bernardo II di Laon (monaco di Clairvaux).
- 1358-1360: Giovanni V di Bussières (già cellario di Clairvaux, poi abate di Cîteaux, quindi cardinale).
- 1360-1380: Giovanni VI di Deulemont.
- 1380-1402: Stefano II di Foissy, primo abate mitrato di Clairvaux.
- 1402-1405: Giovanni VII di Martigny (già abate di Morimond, poi abate di Cîteaux).
- 1405-1428: Matteo II Pillaert.
- 1428-1448: Guglielmo IV d'Autun (monaco e priore di Clairvaux, già abate di Mortemer).
- 1449-1471: Filippo II di Fontaines (già abate di Maisières).
- 1471-1496: Pietro II di Virey (già abate di Cherlieu).
- 1496-1509: Giovanni VIII di Foucault (monaco di la Ferté, già abate di Igny e di Fontenay).
- 1509-1552: Edmond de Saulieu (già monaco di Clairvaux).
- 1552-1571: Jérôme Souchier. Assistette al Concilio di Trento e fu creato cardinale.
- 1571-1596: Lupin Lemire (monaco di Clairvaux).
- 1596-1624: Denis Largentier (monaco di Clairvaux, già procuratore generale dell'Ordine).
- 1624-1653: Claude Largentier, nipote del precedente.
- 1654-1676: Pietro III Henry (già maestro dei novizi a Clairvaux, poi priore delle abbazie di Larrivour, Boulancourt e Clairvaux).
- 1676-1718: Pietro IV Bouchu.
- 1718-1740: Roberto III Gassot du Deffens.
- 1740-1761: Pietro V Mayeur.
- 1761-1780: François Le Blois.
- 1780-1792: Louis-Marie Raucourt.
Voci correlate | |
Note | |
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