Abbazia di Cluny
Abbazia di Cluny | |
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Abbazia di Cluny | |
Stato | Francia |
Comune | Cluny |
Diocesi | Autun-Chalon-Mâcon-Cluny |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Fondatore | Guglielmo I |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | 909 |
Completamento | 1130 |
Soppressione | 1790 - 1962 |
Coordinate geografiche | |
Francia |
L'Abbazia di Cluny fu fondata nell'omonimo paese della Saône-et-Loire il 2 settembre 909 dal Duca di Aquitania e conte di Alvernia, Guglielmo I, il Pio, probabilmente nipote abiatico di Dhuoda, il quale la mise sotto la diretta autorità del Papa Sergio III. L'abbazia e la sua costellazione di dipendenze arrivarono presto a esemplificare il tipo di vita religiosa nel cuore della pietà dell'XI secolo.
L'Ordine di San Benedetto fu una delle pietre miliari della struttura sociale che la società europea riuscì a raggiungere nel XI secolo, tanto che, in parte grazie alla fedele aderenza a una rinnovata Regola benedettina, Cluny divenne la guida illuminata del monachesimo occidentale già a partire dal tardo X secolo. Diversi tra gli abati che si susseguirono a Cluny, molti dei quali estremamente dotti, divennero anche uomini di stato, noti a livello internazionale. Lo stesso monastero di Cluny divenne la più famosa, prestigiosa e sovvenzionata istituzione monastica in Europa. La maggior influenza cluniacense si ebbe a partire dalla seconda metà del X secolo fino ai primi anni del XII.
Fondazione
Guglielmo I, il Pio, Duca di Aquitania e conte di Alvernia, fondò l'abbazia benedettina di Cluny, la casa madre dell'Ordine cluniacense, di dimensioni modeste, nel 910. Donando la sua riserva di caccia nelle foreste della Borgogna, Guglielmo dette a Cluny il grande privilegio di liberarla da ogni obbligo verso di lui o la sua famiglia se non la preghiera, a differenza degli altri signori dei suoi tempi che non rinunciavano a far valere i loro intenti, specialmente nella designazione degli abati. Guglielmo prese questa decisione insieme a Berno, il primo abate, per liberare il nuovo monastero da influenze secolari.
Organizzazione
Il monastero di Cluny differiva in due modi dagli altri centri e confederazioni benedettine: nella sua struttura organizzativa e nell'esecuzione della liturgia come sua principale forma di lavoro. Mentre la maggior parte dei monasteri benedettini rimanevano autonomi e associati agli altri solo in maniera informale, Cluny creò una grande federazione in cui gli amministratori di sedi minori servivano come deputati dell'abate di Cluny e rispondevano di tutto a questi. I responsabili dei monasteri cluniacensi, essendo sotto la diretta supervisione dell'abate della casa madre, autocrata dell'ordine, erano chiamati quindi non abati ma priori. Questi, detti anche capi di prioria, si incontravano a Cluny una volta all'anno per trattare di questioni amministrative e fare rapporto. Le altre strutture benedettine, anche quelle di formazione più datata, riconobbero Cluny come la propria guida. Quando nel 1016 Papa Benedetto VIII decretò che i privilegi di Cluny si estendessero anche alle sue sedi minori, ci fu un ulteriore incentivo per le comunità benedettine a entrar a far parte dell'ordine cluniacense. I monaci ospiti di Cluny rappresentarono, inoltre, una rivalutazione dell'originale ideale del monachesimo benedettino, inteso come un'entità produttiva e autosufficiente, simile alle contemporanee ville proprie delle zone ove l'influenza dell'Impero romano era ancora predominante e dei manieri manifestazione del feudalesimo, in cui ogni membro della comunità doveva offrire il lavoro manuale oltre alla preghiera. San Benedetto di Aniane, il "secondo Benedetto", aveva raggiunto la consapevolezza che i Monaci Neri non potevano più supportare loro stessi con il solo lavoro fisico, nelle costituzioni monastiche che egli compilò nell'817 per regolare tutti i monasteri carolingi, su pressione di Luigi il Pio. In tale prospettiva, la decisione di Cluny di offrire esclusivamente delle preghiere perenni (laus perennis) era la testimonianza che là, la specializzazione aveva compiuto un passo ulteriore.
Cluny e le Arti
A Cluny l'arte centrale era la liturgia stessa che, estensiva e bella in un contesto fonte d'ispirazione, rifletteva la nuova ondata di pietà più personale e soggettiva dell'XI secolo; l'intercessione monastica appariva indispensabile al raggiungimento di uno stato di grazia e i potenti facevano a gara per essere ricordati nelle infinite preghiere del monastero, dando inizio alle donazioni di terra e ai benefici che resero possibile lo sviluppo di altre arti.
La crescente comunità a Cluny aveva necessità di costruzioni su larga scala. Con la costruzione della terza e ultima chiesa di Cluny, la chiesa di San Pietro e Paolo, il monastero costruì il più grande edificio d'Europa prima della ricostruzione della Basilica di San Pietro a Roma nel XVI secolo.
La campagna di costruzione fu finanziata dall'annuale census stabilito da Ferdinando I di León, reggente della Castiglia e León in un periodo fra il 1053 e il 1065 (essa fu poi ristabilita da Alfonso VI nel 1077 e confermata nel 1090). La somma fu fissata a 1.000 aurei da Ferdinando e raddoppiata da Alfonso VI nel 1090. Per Cluny, la somma equivaleva semplicemente alla più grande annualità che l'ordine avesse mai ricevuto da un re o un laico e non venne mai superata. La donazione annuale di Enrico I d'Inghilterra, pari a 100 marchi d'argento (non d'oro), per il 1131, sembra poca cosa al confronto. Il census Alfonsino permise all'abate Ugo (morto nel 1109) di affrontare la costruzione della terza e imponente chiesa abbaziale. Quando i pagamenti in monete d'oro islamiche estorte dalla Castiglia-León vennero in seguito a mancare, ciò fu un fattore importante nel provocare la crisi finanziaria che afflisse i cluniacensi durante il periodo di Pontius (1109 – 1125) (Pietro il Venerabile (1122 – 1156). A Cluny, l'importazione d'oro pubblicizzò le ricchezze appena scoperte dei cristiani spagnoli e portò la Spagna centrale per la prima volta nella più ampia orbita europea.
L'influenza dell'abbazia
Nell'Europa frammentata del X ed XI secolo, la rete Cluniacense portò lontano la sua influenza riformatrice. Libero da interferenze laiche o episcopali, responsabile solo davanti al papato, che era in stato di debolezza e disordine, con papi rivali appoggiati da gruppi rivali di nobili, lo spirito cluniacense rivitalizzò la chiesa normanna, riorganizzando il monastero reale francese di Fleury e ispirando San Dunstan (Dunstano) in Inghilterra, anche se non ci furono dei priorati cluniacensi inglesi ufficiali fino a quello di Lewes, fondato dall'Anglo-Normanno Conte di Warren, a Lewes (ca. 1077). Le meglio conservate delle case cluniacensi in Inghilterra sono Castle Acre, nel Norfolk e a Wenlock, nello Shropshire. Fino al regno di Enrico VI tutte le case cluniacensi in Inghilterra erano francesi, governate da priori francesi e controllate direttamente da Cluny. L'atto di Enrico che innalzava i priorati inglesi a abbazie indipendenti, fu un gesto politico, un segno della coscienza nazionale inglese.
I primi stabilimenti cluniacensi avevano offerto rifugio da un mondo disordinato, ma verso la fine dell'XI secolo la pietà dell'ordine permeava la società, arrivando al risultato di una finale e decisiva cristianizzazione del continente europeo.
I priori cluniacensi, colti e di buona famiglia, collaboravano fruttuosamente con i potenti, aristocratici o monarchi che fossero, delle zone dove si trovavano i loro monasteri, raggiungendo posizioni di prestigio e responsabilità, fino anche a diventare vescovi. Cluny spargeva in Europa l'abitudine della venerazione del Re come supporto e protettore della Chiesa e a loro volta i monarchi dell'XI secolo andarono incontro a un cambiamento nella loro condotta spirituale: in Inghilterra Edoardo il Confessore fu in seguito addirittura canonizzato. In Germania, la penetrazione degli ideali cluniacensi si verificò con l'appoggio dell'imperatore Enrico III, della dinastia Salica, che aveva sposato una figlia del duca di Aquitania. Presso Enrico si rafforzò la convinzione di un ruolo sacramentale dell'Imperatore come delegato di Cristo nella sfera di potere temporale, il che gli concedeva un controllo spirituale e intellettuale sulla Chiesa tedesca che culminò con l'elezione del suo fedele Papa Leone IX.
La nuova prospettiva di pietà cristiana dei sovrani rafforzò il movimento della Tregua di Dio per piegare le violenze aristocratiche. struttura fluida intorno all'autorità centrale; caratteristica che sarebbe poi divenuta peculiare delle monarchie nazionali di Francia e Inghilterra e della burocrazia dei grandi ducati indipendenti, come la Borgogna. La gerarchia altamente centralizzata di Cluny era anche un ideale luogo di crescita e formazione per i prelati cattolici: quattro monaci di Cluny divennero papi (Gregorio VII, Urbano II, Pasquale II e Urbano V).
Cluny fu guidata da una successione ordinata di abati abili e educati provenienti dalle maggiori famiglie aristocratiche, due dei quali furono canonizzati: i santi Oddone da Cluny, il secondo abate (morto nel 942) e Ugo di Cluny (morto nel 1109). Odilone da Cluny, il quinto abate (morto nel 1049), fu un terzo grande capo dell'ordine che continuò il lavoro di riforma degli altri monasteri, ma che incoraggiava anche un più stretto controllo dei priorati meno fedeli alla casa madre.
Cluny e le riforme Gregoriane
Cluny non era nota per severità o ascetismo, né per l'adozione della povertà apostolica, ma gli abati di Cluny supportavano il ritorno in auge del papato e le riforme di Papa Gregorio VII che portarono a un'autorità papale senza precedenti. La struttura cluniacense si trovò a identificarsi profondamente con la curia romana, ricca, riconosciuta e universale. All'inizio del XII secolo l'ordine perse di influenza a causa della gestione inefficiente. Fu però rivitalizzato in seguito sotto l'abate Pietro il Venerabile (morto nel 1156), che riportò in linea i priorati più deboli e tornò a una severa disciplina. Cluny raggiunse con Pietro i suoi ultimi giorni di potenza, con i suoi monaci che diventavano vescovi, legati e cardinali in tutta la Francia e il Sacro Romano Impero. Al tempo della morte di Pietro però erano sorti nuovi e più austeri ordini, come quello Cistercense, che stavano generando una nuova ondata di riforme ecclesiastiche. Fuori dalle strutture ecclesiastiche poi, il crescere del nazionalismo in Francia e Inghilterra creavano un clima poco favorevole all'esistenza di monasteri autocratici e rispondenti a una sede unica in Borgogna. Lo Scisma d'Occidente del periodo 1378-1409 divise ulteriormente le lealtà: la Francia riconosceva il Papa avignonese e l'Impero, gli stati italiani e l'Inghilterra quello romano, dividendo e confondendo le relazioni.
Abati
Note | |
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