Utente:Quarantena/Opere di misericordia

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli….Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati........Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: "Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore". »

Papa Francesco, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia.

Maestro di Alkmaar, Le sette opere di misericordia, (1504)

Le opere di misericordia sono pratiche richieste da Gesù nel Vangelo (Matteo 25 ) per esprimere e per trovare misericordia, cioè il perdono per i propri peccati), e potere entrare nel Regno dei cieli.

La tradizione cattolica ne elenca due gruppi di sette, in conformità al Catechismo di Pio X e a quello tridentino.

Opere di misericordia corporali

In san Matteo si trova la narrazione del giudizio finale: «In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: « Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riuniti davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: ‘Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi’. Allora i giusti risponderanno: ‘Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?’. Rispondendo, il re dirà loro: ‘In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’. Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: ‘Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato’. Anch’essi allora risponderanno: ‘Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?’. Ma egli risponderà: ‘In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me’. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.» (Mt 25, 31-46).

1) Dare da mangiare agli affamati e 2) dare da bere agli assetati

Queste due prime opere di misericordia corporale sono complementari e fanno riferimento all'aiuto che dobbiamo dare in cibo e altri beni a chi è più bisognoso, non avendo l'indispensabile come cibo quotidiano.

Gesù, come dice il vangelo di san Luca, raccomanda: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto (Lc 3, 11).

3) Ospitare i pellegrini

Nei tempi antichi, dare ospitalità ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, a causa dei disagi e i rischi dei viaggi. Oggi non c'è più tale bisogno ma, comunque, potrebbe capitarci di ricevere qualcuno in casa nostra per un vero caso di necessità.

4) Vestire gli ignudi

Anche vestirsi è una necessità fondamentale: spesso ci viene richiesto di donare degli indumenti alle parrocchie o altri centri di assistenza per darli ai bisognosi. In questi casi possiamo dare cose superflue o che non ci servono più, ma anche qualcosa che ci potrebbe essere ancora utile.

Nella lettera di Giacomo veniamo incoraggiati a essere generosi: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?» (Gc 2, 15-16).

5) Visitare gli infermi

Assistere i malati e gli anziani, non solo per quanto concerne riguarda l'aspetto fisico, ma anche facendo loro compagnia; il migliore esempio presente nella Sacra Scrittura è quello della parabola del buon samaritano, che prendendosi cura del ferito e, non potendo continuare a occuparsene personalmente, lo affidò alle cure di un altro, pagando di tasca propria (cfr. Lc 10, 30-37).

6) Visitare i carcerati

Visitare i carcerati, dando loro non solo aiuto materiale ma anche spirituale, perché possano migliorare come persone e correggersi, imparando a fare un lavoro per quando sarà finito il periodo di detenzione…

Invita anche ad adoperarsi per liberare gli innocenti e chi è stato sequestrato. Anticamente, infatti, i cristiani pagavano per liberare gli schiavi o si offrivano in cambio di prigionieri innocenti.

7) Seppellire i morti

Cristo non aveva un luogo dove essere sepolto. Un amico, Giuseppe d'Arimatea, gli cedette la propria tomba. Non soltanto, ma ebbe il coraggio di presentarsi a Pilato e di chiedergli il corpo di Gesù. Partecipò anche Nicodemo, che aiutò a seppellirlo (Gv 19, 38-42).

Seppellire i morti sembra un ordine superfluo, perché, di fatto, tutti vengono seppelliti; in tempo di guerra, però, può diventare una necessità pressante. Perché è importante dare una degna sepoltura al corpo umano? Perché il corpo umano è stato dimora dello Spirito Santo. Siamo “tempio dello Spirito Santo” (1 Cor 6, 19).

Opere di misericordia spirituali

1) Insegnare agli ignoranti

Consiste nell'insegnare all'ignorante le cose che non sa: anche in materia religiosa, attraverso scritti o con parole, con qualunque mezzo di comunicazione o a voce.

Come dice il libro di Daniele, coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12, 3).

2) Consigliare i dubbiosi

Uno dei sette doni dello Spirito Santo è il dono del consiglio. Per questo colui che vuol dare un buon consiglio deve, prima di ogni cosa, essere in sintonia con Dio, perché non si tratta di dare opinioni personali, ma di consigliare bene chi ha bisogno di una guida.

3) Correggere colui che si sbaglia

Quest'opera si riferisce soprattutto al peccato; infatti, si potrebbe formulare in un altro modo: ammonire i peccatori.

La correzione fraterna è spiegata proprio da Gesù nel vangelo di Matteo: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello” (Mt 18, 15).

Dobbiamo correggere il nostro prossimo con mansuetudine e umiltà. Spesso sarà difficile farlo, ma in questi casi possiamo ricordare ciò che dice l'apostolo Giacomo alla fine della sua lettera: “Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5, 20).

4) Perdonare le offese

Nel Padre Nostro diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e il Signore stesso preciserà: Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi (Mt 6, 14).

Perdonare le offese vuol dire superare la vendetta e il risentimento. Significa trattare con amabilità coloro che ci hanno offeso.

Nell'Antico Testamento l'esempio migliore di perdono è quello di Giuseppe, che perdonò i suoi fratelli che avevano pensato di ucciderlo e poi lo avevano venduto: “Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita” (Gn 45, 5).

Il più grande perdono del nuovo Testamento è quello di Cristo sulla Croce, che ci insegna che dobbiamo perdonare tutto e sempre: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fan no” (Lc 23, 34).

5) Consolare gli afflitti

La consolazione dell'afflitto, di colui che attraversa qualche difficoltà, è un'altra opera di misericordia spirituale.

Spesso sarà completata dal buon esempio, che aiuti a superare questa situazione di dolore o di tristezza. Rimanere vicino ai nostri fratelli in ogni momento, ma soprattutto in quelli più difficili, significa mettere in pratica il comportamento di Gesù che s'immedesimava nel dolore altrui. Un esempio lo troviamo nel vangelo di Luca; si tratta della risurrezione del figlio della vedova di Nain: “Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: ‘Non piangere!’. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: ‘Giovinetto, dico a te, alzati’. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre” (Lc 7, 12-15).

6) Sopportare pazientemente le persone moleste

La pazienza, quando si è alle prese con i difetti altrui, è una virtù ed è un'opera di misericordia. Tuttavia, ecco un consiglio molto utile: quando sopportare i difetti degli altri causa più danno che bene, bisogna farli notare con molta carità e amabilità.

7) Pregare Dio per i vivi e per i morti

San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per chi ci governa e per le persone che hanno responsabilità, perché Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2, 4).

I morti che si trovano nel Purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È una buona opera pregare per loro affinché siano assolti dai loro peccati (cfr. 2 Mac 12, 45).

Le opere di misericordia nell'arte

A partire dal XII secolo le opere di misericordia erano rappresentate soprattutto nelle chiese del periodo Medioevale.

Durante il periodo rinascimentale si ricorda il polittico del Maestro di Alkmaar (ca. 1504), realizzato per la chiesa di San Lorenzo ad Alkmaar nei Paesi Bassi. I pannelli raffigurano le sette opere secondo questo ordine: dar mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, seppellire i morti, alloggiare i pellegrini, visitare i malati, e visitare i carcerati.

Durante il periodo barocco, una delle più importanti opere è la pala d'altare delle Sette opere di Misericordia di Caravaggio nel Pio Monte della Misericordia di Napoli. Qui le opere della carità sono riassunte in un'unica scena dominata, nella parte superiore della tela, dalla figura della Madonna col Gesù Bambino accompagnata da due figure angeliche. Essa alluderebbe al ruolo della Chiesa nella promozione e nella pratica delle opere, lettura questa supportata dal mantello di San Martino che arriva all'ignudo, unendo in maniera ideale beneficatrice e beneficato.

Voci correlate
Collegamenti esterni