Utente:Quarantena/Santa Maria Maddalena de' Pazzi

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Santa Maria Maddalena de' Pazzi, O.C.
Religiosa
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al secolo Caterina
battezzata
Santa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 41 anni
Nascita Firenze
2 aprile 1566
Morte Firenze
25 maggio 1607
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa 27 novembre 1582
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 8 maggio 1625, da Urbano VIII
Canonizzazione 8 aprile 1669, da Clemente IX
Ricorrenza 25 maggio
Altre ricorrenze
Santuario principale Monastero di Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 25 maggio, n. 3:
« Santa Maria Maddalena de' Pazzi, vergine dell'Ordine delle Carmelitane, che a Firenze in Cristo condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione, pregò ardentemente per la riforma della Chiesa e, arricchita da Dio di doni straordinari, fu per le consorelle insigne guida verso la perfezione. »

Santa Maria Maddalena de' Pazzi, al secolo Caterina (Firenze, 2 aprile 1566; † Firenze, 25 maggio 1607) è stata una monaca italiana.

Fu Religiosa dell'Ordine delle Carmelitane]], monaca e mistica, venerata, beatificata il 22 aprile 1669 e proclamata santa da papa Clemente IX il 28 aprile 1669: la sua ricorrenza è il 25 maggio. Visse spesso una profonda meditazione della Sacra Scrittura riflettendo particolarmente sulla Trinità. Le sue consorelle annotarono le sue parole, i suoi gesti e molte lettere (solo alcune furono inviate ai destinatari), finalizzate alla riforma della Chiesa in relazione con l'opera di rinnovamento promossa dal Savonarola. La sua spiritualità influenzò profondamente la società fiorentina del Seicento.

« O Amore dammi tanta voce che chiamando te Amore, io sia sentita dall'Oriente insino al Occidente,e da tutte le parte del mondo, etiam nell'Inferno, accioché da tutti tu sia conosciuto e amato, amore;... Amore, amore tu solo penetri e trapassi...se' cielo e terra, Fuoco et Aria, Sangue e Acqua. »  »
(QG 82)

Vita

Infanzia: Nata in una delle famiglie più in vista della nobiltà fiorentina, da Maria Buondelmonti e da Camillo di Geri de' Pazzi, Maddalena era la secondogenita, battezzata come Caterina, anche se fu comunemente chiamata Lucrezia in onore della nonna paterna. Aveva altri tre fratelli: Geri, Alamanno e Braccio.

Nella sua infanzia respirò l'atmosfera raffinata di una casa patrizia, come lei stessa ebbe a ricordare: "Amo per natura la grandezza, e non le cose brutte ma ricche e belle" (PRO I, 68-69). Bambina timida, poi adolescente schiva, fu seguita da due gesuiti, Rossi e Blanca, come confessori e direttori. Essi la introdussero al cristianesimo e la educarono alla preghiera. In due periodi (dal 25 febbraio 1574 al 1578 e dal 16 marzo 1580 al maggio/agosto 1581) fu educanda in San Giovannino dalle Cavalieresse di Malta.

A partire dal maggio 1581, mentre il padre era governatore a Cortona, esistono delle possibilità che sia vissuta per qualche tempo nel monastero cortonese delle Poverelle del Terzo Ordine di San Francesco. Tale esperienza potrebbe illuminare i tratti francescani della sua vita, il suo amore per la povertà e il perché, più tardi, avrebbe chiamato Francesco "serafico padre" (PRO II, 222) e Chiara "sua avvocata" (PRO I, 198).

Vita monastica

Forse ancora troppo giovane, scelse di diventare monaca carmelitana, entrando a Santa Maria degli Angeli, in Oltrarno, a soli sedici anni (27 novembre 1582). Oggi solo il sito ambientale, occupato dal locale seminario è ancora in San Frediano in Cestello, mentre il Carmelo si trova in zona Careggi.

Nel maggio 1584 venne colpita da una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, dovettero portarla davanti all’altare nel suo letto, dove "dì e notte sta sempre a sedere".

In questo monastero, legato da diversi anni ai circoli femminili savonaroliani, fatto testimoniato dalla presenza, sotto l'altar maggiore, della sepoltura del corpo della Beata Maria Bartolomea Bagnesi, si respirava un clima di impegno evangelico e di serietà esistenziale, si attendeva con trepidazione una "santa".

I primi cinque anni di vita monastica sono i più noti della biografia maddaleniana. Astrazioni, ratti, drammatizzazioni di episodi evangelici si intrecciavano con la vita ordinaria della giovane carmelitana. In realtà, sotto queste etichette, si raggruppano una varietà di fenomeni assai diversificati che vanno da una meditazione orante della Parola o sul tempo liturgico, a sospensioni di coscienza, fino a scene di mimo, alla dettatura di lettere e a dialoghi con le consorelle. Un dato costante e trasversale rimane la loro interruzione per la celebrazione della Liturgia delle Ore, l'Eucaristia e, talora, più prosaicamente, per prender cibo.

Le sorelle, in parte stupite, in parte ammirate, si mobilitarono per curare talvolta, con una complessa procedura, la redazione di appunti contemporanei, dei veri reportages delle sue parole-gesti, talvolta delle trascrizioni di colloqui di sintesi.

I processi attestano ampiamente simili opzioni: "Come Sr. Maria Maddalena haveva proferito un periodo, quella monaca che l'aveva tenuto a mente lo dettava a una di quelle che scrivevono e mentre quella scriveva un’altra teneva a mente quello che seguitava di dire et lo dettata et ricordava a un'altra di quelle che scrivevono; et così seguitavono (..) e ciascuna faceva il numero al periodo che aveva scritto, cioè: la prima il numero uno, la seconda il numero dua, la terza il numero tre et poi ripigliava la prima il numero quattro et così seguitavono di un in uno per ordine" (Processus).

Il loro lavoro è la fonte principale della conoscenza di Maddalena e ciò spiega il loro particolarissimo genere letterario che conserva il vigore e i limiti di un'oralità viva e palpitante.

Più tardi, alla scuola di Santa Caterina e del Savonarola, si convinse di dover partecipare alla "rinnovazione della Chiesa" dettando delle lettere, più che nel tracciato disciplinare del Concilio di Trento sulla falsariga di un profondo ritorno al Vangelo, esortando e ammonendo tutte le vocazioni ecclesiali, anche ecclesiastiche ad una maggiore autenticità di vita.

Dettò alcune lettere per papa Sisto V e ai cardinali della curia romana. Tre lettere furono indirizzate all'arcivescovo di Firenze Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, dove pare che gli predisse il suo brevissimo pontificato (di vent'uno giorni).

Per circa vent'anni fu impegnata silenziosamente nell'intreccio di preghiera e lavoro proprio della vita monastica.

Già vicaria per l’accoglienza delle giovani che venivano in foresteria (1586-1589), fu coinvolta, a vario titolo, nella formazione delle giovani dal 1589 al 1607 e sottopriora dal 1604 al 1605.

Ammalatasi, passò gli ultimi tre anni travagliata nel corpo e nello spirito, morendo il 25 maggio 1607 a quarantun'anni.

Culto e canonizzazione

Ancora in vita veniva considerata una santa vivente per la comunità religiosa e laica fiorentina. Nel 1611 iniziarono i processi per la beatificazione.

Le sue spoglie vennero trasferite in Borgo Pinti, in quella che sarà dedicata a lei come chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, a seguito del trasferimento di tutto il monastero. Nel 1888, a seguito di un nuovo trasloco, vennero spostate nel Monastero di Santa Maria Maddalena dei Pazzi a Careggi, dove tutt'ora si trovano sotto la cura di consorelle carmelitane.

La questione delle estasi

La targa che ricorda la Santa, presso la chiesa di San Frediano in Cestello a Firenze. Nel Carmelo fiorentino circolavano da tempo testimonianze e fonti manoscritte su donne celebri e stimate come Caterina de' Ricci da Prato OP e Bartolomea Bagnesi OP (il cui confessore era dal 1563, lo stesso governatore del monastero) dense di fenomeni straordinari, astrazioni e ratti. Le donne del tempo crescevano con l'idea che un intenso percorso spirituale, prima o poi, non poteva essere estraneo ad una qualche manifestazione esteriore, temuta, ma attesa come sigillo di un intervento divino.

"Nel contesto cinquecentesco, visioni e rivelazioni erano parte integrante della vita religiosa. Un contesto in cui il visionario è presenza ordinaria nella società, le sue funzioni, in un certo qual modo, vengono a sovrapporsi, anche se non a confondersi, con quella mediazione istituzionale offerta dal clero" (A. Gentili – M. Regazzoni, La spiritualità della riforma cattolica, 1993).

Non bisogna dimenticare, poi, che le donne, nel dopo concilio di Trento, non potevano certo parlare in pubblico di temi teologici, tanto meno commentare la Scrittura. Non potevano, è cosa fin troppo ovvia, studiare teologia, riservata ai presbiteri. Conclusione: forse solo attraverso un segno dall'alto, come le "estasi" (che potevano avere una qualche componente psicologica), potevano salvaguardare le donne da un facile incontro con i tribunali dell'Inquisizione, ma non esoneravano da numerosi interrogatori e verifiche delle stesse.

Si fa fatica ad ipotizzare un'espressività al femminile in contesti cinquecenteschi, del tutto aliena da una certa esuberanza emotiva. Solo rari autori, come Giovanni della Croce, avrebbero chiaramente scritto e predicato che le "estasi" non sono affatto essenziali per una seria avventura spirituale.

D’altra parte, non si può dimenticare che una ricca efflorescenza anche esteriore è segno , per molti aspetti iniziale, "del contraccolpo emotivo (transitorio e accidentale, ma quasi inevitabile) dell'esperienza contemplativa sulla dimensione psicologica e psicosomatica dell'esistenza" (B. Callieri, Esperienza mistica e psichiatria, 1984). La stessa Santa Teresa d'Avila dichiarò che nella maturità spirituale le "estasi" scompaiono.

Infine, anche solo il contesto sociologico, per un’autonoma espressività al femminile avrebbe richiesto una maturità psicologica non comune, come si osserva in Domenica da Paradiso, comunque coperta da un'obbedienza (più o meno sollecitata) come si può osservare per Santa Teresa d'Avila.

Infatti, secondo le sorelle di S. Maddalena, fattori temperamentali come la timidezza e la giovane età, avrebbero frenato la libera espressione della giovanissima carmelitana se, da un punto di vista credente, non ci fossero state le "estasi" (PRO II, 548).

Bibliografia
  • Chiara Vasciaveo (a cura di), Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Detti e Preghiere nella testimonianza delle prime sorelle, Nerbini, Firenze 2009.
  • Chiara Vasciaveo (a cura di), Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Epistolario completo, Nerbini, Firenze 2009/2
Fonti
  • Tutte le Opere, I-VII, Firenze 1960-1966, secondo la sequenza:
    • Quaranta giorni, I, Firenze 1960 (QG)
    • Colloqui II-III, Firenze 1961 (CO I) e 1963 (CO II)
    • Revelatione e Intelligenze, Firenze 1964 (RE)
    • Probatione, V-VI, Firenze 1965 (PRO I - PRO II)
    • Renovatione della Chiesa, VII, Firenze 1966 (RC)
Antologie
  • Chiara Vasciaveo (a cura di), S. Maria Maddalena de' Pazzi, Se Dio è comunicativo. Il rinnovamento della Chiesa nella fede di una donna, Cantagalli, Siena 2001
  • Nicola Gori, Nel deserto hai parlato al mio cuore. Pensieri scelti di S. Maria Maddalena de' Pazzi, Cantagalli, Siena 2006
  • "...come un agnello condotto al macello" (Is 53,7 ). La passione di Gesù in santa Maria Maddalena de' Pazzi, Edizioni Graphe.it, Perugia 2006, ISBN 8889840056
Testimonianze
  • Chiara Vasciaveo (a cura di), Divo Barsotti, Il mio cammino con santa Maria Maddalena de' Pazzi, Nerbini, Firenze 2008
Studi
  • «...in noi una fonte di acqua viva». Mistica e profezia in S. Maria Maddalena di Firenze, in Horeb 46 (2007) n. 1.
  • Vasciaveo Chiara, Radici ecclesiali dell’esperienza mistica di Maria Maddalena di Firenze. Note introduttive sulla biblioteca monastica, in Synaxis 1 (2006) 41-86.
  • Vasciaveo, Chiara, Radici ecclesiali di una significativa esperienza mistica, in L’Osservatore Romano, 15 novembre 2006, 4.
  • Vasciaveo, Chiara, Danzare al passo di Dio. S. M. Maddalena di Firenze, (a cura di), Cantagalli, Siena 2006.

Tesi:

  • Ancilli E. OCD, S. M. Maddalena de’ Pazzi. Estasi - Dottrina - Influsso, Teresianum, Roma 1967.
  • Antonioli, L., «Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni Signore Gesù!». Lo Spirito Santo nella vita e nel pensiero di Santa Maria *Maddalena de’ Pazzi, Tesi di Licenza in Teologia Dogmatica, Gregoriana, pro manuscripto, Roma 1999-2000.
  • Camilleri, Charlò, Union with God as Transformation in Beauty. A Literary-Spiritual Analysis of the Colloquies of Santa Maria *Maddalena de’ Pazzi (1566-1607), Tesi di laurea in Teologia Spirituale, Gregoriana, pro manuscripto, Roma 2007.
  • Doniec G., Swieta Maria Magdalena de’ Pazzi w barokowym Krakowie czyli analiza «Lilii Florenckiej albo cudownego Zywotu serafickiej panny...», Tesi di laurea, prof. W. Walecki, Università Jagellonica - Facoltà di Lettere, Polonistica Cracovia 2007.
  • Monti F., I Colloqui di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi: documento di "parlato riportato" fiorentino cinquecentesco, Tesi di laurea Facoltà di Lettere e Filosofia - Laurea Specialistica in Linguistica, Libera Università M. SS. Assunta, Roma, 2006.
  • Serena E., Maria Maddalena de’ Pazzi e l’espressione dell’estasi, Tesi di laurea Facoltà di Lettere Padova 2005.
  • Secondin, Bruno, Santa Maria Maddalena de' Pazzi. Esperienze e dottrina, Edizioni Carmelitane 1974 (2 ed: 2007), ISBN 9788872880999
  • Zaninelli T., S. Maria Maddalena de’ Pazzi e l’ambiente in cui visse, Tesi di licenza in Lettere, Università di Friburgo, pro manuscripto, Locarno 1986, 158.

Conferenze:

  • Camilleri, Charlò, Desiderio e passione. L'amore di Dio nell'esperienza mistica di santa Maria Maddalena de' Pazzi, Graphe.it Edizioni, Perugia 2007, ISBN 9788889840191
  • Secondin, Bruno, Santa Maria Maddalena de' Pazzi. Una mistica che sa ascoltare e annunziare, Graphe.it Edizioni, Perugia 2007, ISBN 9788889840146
Voci correlate