Verginità di Maria
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La dottrina della Verginità di Maria si riferisce al fatto che Maria concepì Gesù, il Figlio di Dio, "per opera dello Spirito Santo" (Simbolo Apostolico; cfr. Mt 1,18-25 ; Lc 1,26-38 ), senza intervento maschile.
Si parla anche della Verginità perpetua di Maria, insegnata da alcuni Padri della chiesa dal V secolo e formalmente definito dalla Chiesa nel secondo Concilio di Costantinopoli del 553[10], secondo il quale Maria è rimasta vergine "prima, durante e dopo il parto".
In tale ottica i "fratelli di Gesù", nominati nei Vangeli, sono non figli di Maria, ma cugini, come ritenuto costantemente dalla tradizione cattolica e dai primi riformatori protestanti[11], o al limite fratellastri figli di un precedente matrimonio di Giuseppe, come sostiene la tradizione ortodossa.
In seguito al dogma Maria viene comunemente chiamata Maria Vergine, ed è detta la Vergine per antonomasia.
Fondamento biblico
Il dogma della Verginità di Maria si fonda soprattutto sull'affermazione del Vangelo secondo Matteo:
« | Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù. » | |
Il testo dice che Gesù nacque in modo miracoloso senza che Maria e Giuseppe si conoscessero, ovvero senza che avessero rapporti sessuali, secondo il senso usuale dell'espressione semitica. L'intenzione di Matteo non è tanto quella di far sapere che Maria non ebbe rapporti con Giuseppe nella concezione del bambino, attribuita inizialmente allo Spinto Santo (Mt 1,8 ), ma di legittimare la presenza e l'azione di Giuseppe nei riguardi del Messia; nonostante che egli non ne sia il padre, può essergli al fianco e imporgli persino il nome. Infatti la primitiva generazione cristiana non ha dovuto difendere direttamente la verginità di Maria, ma spiegare la paternità "putativa" di Giuseppe.
Note | |
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