Vittorio Genovesi
Vittorio Genovesi, S.J. Presbitero | |
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Età alla morte | 80 anni |
Nascita | Roccabascerana (Av)[1] 23 aprile 1887 |
Morte | Roma 20 novembre 1967 |
Sepoltura | non si hanno informazioni |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Vittorio Genovesi (Roccabascerana (Av)[1], 23 aprile 1887; † Roma, 20 novembre 1967) è stato un presbitero, poeta e scrittore italiano, autore di numerose opere letterarie, inni e poesie, fra le quali l'inno Te Saeculorum Principem.
Biografia
Formazione
Vittorio Genovesi nacque a Roccabascerana[1] il 23 aprile 1887. Alla età di quindici anni, precisamente il 3 dicembre 1901, entrò nella Compagnia di Gesù, nella provincia Veneta, dove intraprese gli studi umanistici e teologici. Non coltivò mai studi letterari e non frequentò facoltà universitarie, tuttavia, si professò sempre debitore dei valenti maestri gesuiti per il suo alto livello di conoscenza. Grazie a loro apprese e si impadronì in maniera perfetta degli insegnamenti della lingua e della metrica latina seguendo con impegno la Ratio studiorum[2][3] della Compagnia.
Carriera ecclesiastica
Nel 1919 fu destinato a far parte della Direzione Nazionale dell'Apostolato della Preghiera a Roma, che da allora fu anche la sua residenza abituale. In questa attività, con gli scritti, profuse in maniera incisiva la diffusione della devozione al Sacro Cuore. Frutto in gran parte di questa sua fatica fu il largo diffondersi di questa devozione in Italia negli anni venti. Partecipò alla redazione dell'enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI dell'8 marzo 1928. Si prodigò nella predicazione in molte città d'Italia e tenne corsi di esercizi spirituali a sacerdoti e religiosi. Nel 1948 predicò gli esercizi alla corte Pontificia alla presenza di Pio XII e l'anno seguente ai Prelati della Congregazione del Santo Ufficio.
Dopo il 1940 iniziò un nuovo genere di lavoro che lo portò a prestare la sua opera nelle Congregazioni Romane alla diretta dipendenza della Santa Sede. Inizialmente gli venne conferita da Pio XII la nomina di Innografo della Sacra Congregazione dei Riti e il 20 giugno 1951 quella di consultore della stessa Congregazione, assegnato alla Sezione delle cause di Beatificazione e Canonizzazione dei Servi di Dio e in seguito il 12 febbraio 1952, Consultore della Sacra Congregazione del concilio per la sezione catechistica.
In seguito, il 12 agosto 1959, venne annoverato tra i membri dell'VIII Commissione di Studi preparatori per il Concilio Vaticano II.
Carriera letteraria
Nell'ottobre 1928, causa il distacco della retina di un occhio, fu costretto a limitare notevolmente la sua molteplice attività. Iniziò, così, a inviare i suoi componimenti ai concorsi di poesia latina dell'Accademia neerlandese di Amsterdam sotto lo pseudonimo di Hirpinus',' in omaggio alla sua regione nativa dell'Irpinia in Campania.
Per la prima volta, nel 1935, Genovesi partecipò al Certamen Hoefftianum[4] di poesia latina di Amsterdam e questo fu il fortunato inizio di una serie di successi che gli acquistarono una reputazione e una fama internazionale. Partecipò a questo concorso internazionale nove volte, presentando in tutto undici componimenti e conseguendo tre volte la medaglia d'oro e otto volte la Magna Laus.
Nel 1940 e nel 1942 prese parte al concorso di poesia latina «Teodorico Ruspantini», indetto dall'Università di Roma ed entrambe le volte conseguì il premio.
Pio XII espresse solennemente il suo plauso e la sua stima con una lettera a lui indirizzata il 20 gennaio 1952, dopo aver ricevuto in omaggio il volume Musa Latina. Un altro autorevole attestato di stima gli venne da parte del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, al quale Genovesi aveva inviato in omaggio il volume Poemata. Scrisse il Presidente:
« | Ho già dato un po' a tutto una prima scorsa e sono rimasto ammirato non solo della freschezza, spontaneità ed eleganza di espressione che attestano assai più di un perfetto dominio della lingua dei nostri padri, ma anche un'ispirazione sempre viva e originale cui la sua opera attinge temi e immagini, così da assumere, in un clima di elevazione umanistica, ad autentica poesia. Attendo con impazienza il momento in cui mi sarà dato di raccogliermi in una più meditata lettura dei suoi suggestivi versi » |
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il ventennio 1935-1955 fu il periodo più solare della produzione poetica di Genovesi con la pubblicazione dei carmi[5].
La morte
Dopo la stampa degli ultimi due volumi, la voce poetica di Genovesi si andò affievolendo sempre più. Compose ancora qualche pregevole ode, poi il silenzio solenne della morte, che lo colse il 20 novembre 1967.
Opere e riconoscimenti
Opere premiate con Medaglia d'oro al concorso di poesia latina dell'Accademia reale delle arti e delle scienze dei Paesi Bassi i componimenti:
Con Magna Laus i carmi[5]
- Roma caput mundi (1935);
- Satanas (1937);
- Comnzunia vitae (1938);
- Vere novo (1938);
- Animi certamen (1939);
- Verbum (1947);
- Nuntiorum Publicorum glutinator (1948);
- Talitha (1955).
Queste ultime opere poetiche sono state inserite nella edizione ufficiale pubblicata dall'Accademia di Amsterdam in un volume dal titolo Carmina Hoef ftiana.
La sua produzione poetica è quanto mai vasta ed è venuta fuori in varie pubblicazioni:
- Carmina (1942);
- Carmina fidei (1942);
- Carmina patriae (1942)
- Poemata (1946)
- Musa latina (1948)
- Lyra sacra (1952).
A queste vanno aggiunti numerosissimi altri carmi[5] composti per determinate occasioni. Tutta la sua opera in versi latini è stata definitivamente raccolta in due volumi Carmina (1959, vol. I) e Carmina-vol. alterum (1964).
Oltre gli scritti già menzionati, di Genovesi vanno ricordate anche le opere di carattere dogmatico-ascetico, come:
- La vita soprannaturale nei suoi principi e nelle sue manifestazioni;
- Il mistero del Verbo incarnato;
e altri lavori di carattere apologetico, come:
- Tra maestro e discepolo;
- La verità della fede nella Bibbia;
- Il primato del Papa e la venuta di San Pietro a Roma;
- Alla Chiesa credo e ai protestanti no (in versi mnemonici).
Nel 1947 conseguì il premio "Città di Roma", nel IX concorso nazionale di prosa latina indetto nel XXVII centenario della fondazione di Roma
Nel suo ruolo di innografo ufficiale contribuì alla stesura di numerosi inni:
- gli inni per il nuovo Ufficio della solennità dell'Assunzione di Maria dopo la definizione dogmatica del novembre 1950;
- numerosi inni per la festa del Sacro Cuore;
- molti altri per le varie ricorrenze liturgiche.
Nel 1945 ottenne la nomina a socio dell'Accademia dell'Arcadia[6]. La nomina recava la firma di Luigi Pietrobono, Custode Generale: solo questo nome aveva significato di lode e di riconoscimento.
Nel 1952 ebbe la nomina a membro onorario perpetuo dell'Istituto nazionale di studi romani, facendo subito parte della Commissione dei quimqueviri incaricati di esaminare e di giudicare i lavori presentati al Certamen Capitolinum[7]. Di questa Commissione Genovesi alcune volte fu anche Presidente.
Nel 1957 fu eletto membro ordinario del Centro di Studi Ciceroniani. Nel 1960 dall'Ente Provinciale per il Turismo di Roma gli fu assegnata la medaglia d'oro per l'ode composta per le Olimpiadi di Roma e fu la quarta a lui assegnata in riconoscimento del suo valore. Una quinta medaglia d'oro dei benemeriti della cultura gli fu concessa nel 1962 dal Presidente della Repubblica Italiana.
Note | |
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