Diocesi di Bolzano-Bressanone

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Diocesi di Bolzano-Bressanone
Chiesa latina
BrixnerDom.jpg
Vescovo Ivo Muser
Sede Bolzano
Suffraganea
dell'Arcidiocesi di Trento
Regione ecclesiastica Triveneto
Wappen Bistum Brixen.png
Stemma
Map of South Tyrol (de).png
Mappa della diocesi
Nazione bandiera Italia
Vicario Eugen Runggaldier
Parrocchie 281
Sacerdoti 413 di cui 239 secolari e 174 regolari
1.214 battezzati per sacerdote
221 religiosi 402 religiose 29 diaconi
525.092 abitanti in 7.400 km²
501.619 battezzati (95,5%% del totale)
Eretta VI secolo
Rito Romano
Santi patroni San Cassiano
(13 agosto)
San Vigilio
(26 giugno)
Indirizzo

C.P. 425, Piazza Duomo 2, 39100 Bolzano, Italia

tel. +390471306200 fax. 0471.30.63.60 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2019 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
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Il Duomo di Bolzano, Chiesa Concattedrale

La Diocesi di Bolzano-Bressanone (in latino: Dioecesis Bauzanensis-Brixinensis, in tedesco: Diözese Bozen-Brixen, in ladino: Diozeja de Bulsan-Persenon) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'Arcidiocesi di Trento appartenente alla Regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2018 contava 501.619 battezzati su 525.092 abitanti. Come territorio è la più estesa d’Italia. È attualmente retta dal Vescovo Ivo Muser.

Sede vescovile è la città di Bolzano, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta. A Bressanone si trova la Concattedrale di Santa Maria Assunta e San Cassiano.

Territorio

La diocesi che comprende le città di Bolzano e Bressanone si estende sul territorio dell'Alto Adige. Il territorio, il più vasto fra le Diocesi italiane, è suddiviso in 28 decanati e 281 parrocchie.

La Diocesi comprende i tre gruppi linguistici dell'Alto Adige, e quindi l'organizzazione pastorale, amministrativa e le strutture sono ripartite tra i tre gruppi linguistici: tedesco, italiano e ladino.

Storia

Medioevo

La diocesi di Bressanone è la continuazione della diocesi di Sabiona, che, secondo la tradizione, sarebbe stata fondata da San Cassiano. Agli inizi del III secolo il cristianesimo riuscì a diffondersi a Sabiona, a quel tempo uno dei centri fondamentali del commercio dell'Impero Romano.

Il primo vescovo di Sabiona ricordato dalla storia è Ingenuo, menzionato attorno al 580, che appare come suffraganeo del Patriarca di Aquileia. Le tribù che si spinsero nell'attuale territorio della Diocesi di Bressanone, durante i grandi spostamenti migratori, specialmente Bavaresi e Longobardi, accettarono immediatamente di aderire al Cristianesimo; solo le popolazioni slave della Val Pusteria persistettero nel paganesimo sino all'VIII secolo. Nella seconda metà del X secolo il Vescovo Riperto (nominato nel 967) o il Vescovo Alboino I (967-1005) presero sede nella Diocesi, che sin dal 798 era stata sottoposta alla giurisdizione della Diocesi metropolitana di Salisburgo, venendo quindi trasferita a Bressanone.

Il vescovo Hartwig (1020-39) elevò Bressanone al rango di città, e completò la costruzione delle mura della città già iniziata dal Vescovo Erivardo. Nel 1038 la chiesa parrocchiale di Bressanone, fu dedicata a San Michele Arcangelo. L'allora vescovo della diocesi di Bressanone, Poppone, divenne Papa, con il nome di Damaso II, nel 1048. La diocesi si estese attraverso successivi ampliamenti ad opera degli Imperatori. Il 7 giugno 1027 l'intera Val d'Isarco, assieme alla Valle dell'Inn, fu sottratta al duca ribelle Guelfo di Baviera, e data in dono al vescovo Hartwig, dall'Imperatore Corrado II, congiuntamente all'attribuzione del potere temporale come Principe-Vescovo, ovvero di vassallo-elettore diretto dell'Imperatore con diritto di partecipazione alla Dieta imperiale. Enrico IV nel 1091 aggiunse la Val Pusteria. Nel 1179 Federico I conferì al Vescovo il titolo di principe del Sacro Romano Impero, con i diritti regali di sovranità. Questa era una concessione in riconoscenza del fatto che, durante le controversie tra Impero e Papato, i Vescovi di Bressanone avevano generalmente preso le difese dell'imperatore. Particolarmente noto è il caso di Altovino, durante l'episcopato del quale (1049-1091), nel Duomo di Bressanone si tenne il Sinodo episcopale del 25 e 26 giugno 1080, nel quale trenta Vescovi, schierati con l'Imperatore Enrico IV, dichiararono deposto il Papa Gregorio VII, ed elevarono ad antipapa il vescovo Guiberto da Ravenna, con il nome di Clemente III.

Il potere temporale della Diocesi venne sminuito dai Vescovi stessi, che si appoggiarono a signori locali per l’amministrazione e per la difesa militare del territorio del Principato vescovile. Ampi appezzamenti della Diocesi furono affidati al governo di feudatari locali, cosicché nel corso dei secoli questi acquistarono sempre più potere, lasciando ai Vescovi principi di Bressanone solo un potere formale sulla Diocesi-principato. Ad esempio, nell'XI secolo, alla nobile famiglia dei Tirolo (che aveva come sede principali dei suoi domini castel Tirolo, che sorge nei pressi dell'odierna Merano), fu assegnato dal Vescovo l’incarico di 'advocates' delle Valli dell'Engadina e della Valle dell'Isarco, con questo incarico si affidavano loro le prerogative militari su quei territori, su mandato dell'imperatore del Sacro Romano Impero di Germania, del quale i principi-vescovi erano diretti vassalli. Con lo stesso incarico nel 1165 i territori dell'Inntal e della Val Pusteria vennero concessi ai duchi di Andechs-Meranien. Successivamente iI conti del Tirolo, che avevano acquisito gran parte dei possedimenti dei duchi di Andechs-Meranien la cui dinastia si era estinta nel 1248, incrementarono costantemente il loro potere.

Il vescovo Bruno (1249-1288) ebbe notevoli difficoltà ad affermare la propria autorità su queste parti del territorio del principato contro le pretese del conte Mainardo II del Tirolo appoggiato dai vicari imperiali. Per questo motivo Federico I d'Asburgo concesse maggior potere ai vescovi di Bressanone. Due secoli dopo il dissenso fra il Cardinale Nicola Cusano (1450-1464), eletto da papa Niccolò V Vescovo di Bressanone, e Sigismondo d'Austria ebbe conseguenze sfavorevoli: il Cardinale venne imprigionato e il Papa lanciò l'interdetto sulla Diocesi, ma Sigismondo emerse come vincitore dello scontro.

La Riforma e il protettorato austriaco

La Riforma venne proclamata a Bressanone durante l'episcopato di Christoph I von Schrofenstein (1509-1521) da emissari tedeschi, come Strauss, Urbano Regius, e altri. Nel 1525, sotto il vescovo Giorgio III d'Austria (1525-1539), scoppiò una rivolta di contadini, e molti monastreri e chiese vennero distrutti. La promessa del re Ferdinando I, governante civile del Tirolo, di riportare Bressanone alla tranquillità sopprimendo la rivolta, e la dieta proclamata a Innsbruck, venne mantenuta e i contadini vennero costretti ad accettare le nuove norme stabilite. Questa promessa nel 1532 venne disattesa, ma questo non influenzò la tranquillità della Diocesi.

Ferdinando I ed il figlio, l'arciduca Ferdinando II, in particolare, come governanti civili presero serie misure contro le nuove correnti eretiche, capeggiate dagli anabattisti che andavano diffondendo il loro culto in Austria; questo venne fatto per preservare l'integrità religiosa della cattolica Austria e dell'altrettanto cattolicissimo Tirolo. In questo periodo l'istruzione dei giovani era affidata ai gesuiti, ai cappuccini, ai francescani e ai serviti. Cardinali notevoli di questo periodo furono: Andrea d'Austria (1591-1600) e Christoph IV von Spaur (1601-1613), che nel 1607 fondò un Seminario teologico, ampliando anche la scuola della Cattedrale e distinguendosi come benefattore dei poveri e dei bisognosi.

La fine del Principato vescovile

Il XVIII ed il XIX secolo videro un notevole risveglio della vita religiosa della Diocesi. Vennero fondati molti monasteri, vennero stabilite nuove missioni per la cura d'anime, e venne promossa l'istruzione religiosa al popolo. Nel 1677 venne fondata l'Università di Innsbruck. I vescovi più rilevanti del periodo furono: Kaspar Ignaz von Kunigl (1702-47), che dedicò molte iniziative alla cura delle anime, compì visite pastorali nella regione, mantenendo una stretta disciplina e purezza nel proprio clero, introdusse missioni guidate dai gesuiti, ecc. Leopold von Spaur (1747-1778), che ricostruì il Seminario, completà e consacrò la Cattedrale, garantendosi grande stima dell'Imperatrice Maria Teresa; Joseph Philipp von Spaur (1780-1791), fu fervido sostenitore dell'istruzione aderendo, in politica, al giuseppinismo proclamato dall'Imperatore. Il governo dell'imperatore Giuseppe si interessò molto alle tematiche ecclesiastiche; vennero soppressi una ventina tra monasteri e Diocesi, ma venne aperto un Seminario a Innsbruck, e furono vietati pellegrinaggi e processioni.

Analogamente al Principato di Trento, anche Bressanone dovette lottare nel corso del XVIII secolo contro le pesanti ingerenze austriache spinte dalla politica annessionistica teresiana e giuseppina. Più dignitoso di quello di Trento fu, tuttavia, l'atteggiamento tenuto dal Vescovo Leopold von Spaur (1748-78), rispetto ai Principi di Trento. Egli infatti difese strenuamente l'indipendenza dello stato e la sua integrità territoriale, sfidando la volontà di Vienna. Ancora nel 1774, a dimostrazione della propria libera sovranità, esercitò l'uso del judicium sanguinis, eseguendo una sentenza capitale ed emanò decreti in materia monetaria e daziaria per favorire l'economia, nonché adottò nuove patenti per concedere lettere di nobiltà e di amnistia, seguito dal suo Capitolo che sfidando la volontà asburgica approvò perfino l'emissione di propri talleri.

Nel collegio dei principi del 1801 lo stato ebbe il 39° voto. La sovranità, rappresentata anche da una propria zecca, rimase integra fino alla secolarizzazione del 1803, pur essendo posto dal XVI secolo sotto il protettorato degli Asburgo. Il principato, ampliato con donazioni ed acquisti, fu uno stato polimerico ripartito in varie parti: il distretto di Bressanone, esteso sulla sinistra del fiume Eisoch da Fortezza (Franzenfesten) fino a Chiusa, centro doganale del principato, alla confluenza del Reintz, comprendendo Albes e Salorno. Le altre exclaves erano: i baliaggi di Luson, S.Martino in Badia e Torre Gardena, Vandoies e Val di Fundres, Brunico e Val di Tures, Anteselva, Tires in Val di Fassa con Canazei e Livinallongo, Braies e Val Fosco, piccole porzioni presso Campo Tures e la Croda Rossa, due parti lungo la Drava a monte di Lienz (Aures, Assling, Tristach) e infine il vasto feudo di Bistritz (Bled) nell'alta valle del fiume Dolinka a nord del Monte Tricorno in Carniola (Slovenia).

Fu il vescovo Franz Karl von Lodron (1791-1828), che vide il collasso materiale del potere temporale del vescovato. Nel 1803 il Principato venne secolarizzato e annesso all'Austria, e il capitolo della Cattedrale venne sciolto. Il breve periodo di reggenza della Baviera, durante il periodo napoleonico, fu segnato da un profondo dispotismo contro la Chiesa. La restaurazione della supremazia austriaca nel 1814, migliorò notevolmente le condizioni della Diocesi.

XX secolo

Nel 1921 la Diocesi cedette la porzione del suo territorio che in seguito alla Prima guerra mondiale era venuta a trovarsi oltreconfine a vantaggio dell'erezione dell'Amministrazione apostolica di Innsbruck-Feldkirch (oggi Diocesi di Innsbruck).

Il 6 luglio 1964 in forza della Bolla Quo aptius di Papa Paolo VI le parti altoatesine dell'Arcidiocesi di Trento vennero aggregate alla Diocesi di Bressanone, che assunse il nome di Bolzano-Bressanone. Il vescovo di Bressanone Joseph Gargitter si spostò a Bolzano con la curia vescovile, ma la Cattedrale (il Duomo di Bressanone) ed il Seminario maggiore rimasero a Bressanone. Il duomo di Bolzano porta il titolo di concattedrale. Con la stessa Bolla, le parti della Diocesi di Bressanone in provincia di Belluno (Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Cortina d'Ampezzo) vennero aggregate alla Diocesi di Belluno.

Il vescovo ausiliare di Trento mons. Heinrich Fohrer divenne ausiliare di Bolzano-Bressanone. I seminaristi e professori altoatesini di Trento si trasferirono a Bressanone.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Sabiona

  • San Cassiano † (? - 365)
  • San Lucano † (V secolo)
  • Maternino ? † (576 - 578)
  • Sant'Ingenuino † (578 - 608)
  • Costantino † (? - ?)
  • Procopio † (? - 645)
  • Orso † (? - ?)
  • Pigenzio ? † (? - ?)
  • Proietto† (? - ?)
  • Maternino ? † (? - ?)
  • Marcello ? † (? - ?)
  • Valeriano ? † (? - ?)
  • Angelo ? † (? - ?)
  • Aureliano ? † (? - ?)
  • Antonio I ? † (? - ?)
  • Lorenzo ? † (? - ?)
  • Mastulo ? † (? - ?)
  • Giovanni I ? † (? - ?)
  • Alimo † (749 - 800)
  • Enrico I † (805 - 828)
  • Aribo † (828 - 842)
  • Wilfundo † (842 - 845)
  • Lanfredo † (845 - 875)
  • Zerito † (? - ?)
  • Zaccaria † (890 - 907)
  • Meginberto † (907 - 926)
  • Nitardo † (926 - 938)
  • Wisunto † (938 - 956)
  • Ricberto † (956 - 975)

Vescovi di Bressanone

Vescovi di Bolzano-Bressanone

Statistiche

Fonti


Collegamenti esterni
Voci correlate