Abbazia dei Santi Maria e Marco di Reichenau
Abbazia dei Santi Maria e Marco di Reichenau | |
Abbazia dei Santi Maria e Marco, complesso monastico | |
Stato | Germania |
---|---|
Regione | Baden-Württemberg |
Comune | Reichenau |
Diocesi | Friburgo in Brisgovia |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione |
Maria Vergine San Marco evangelista |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Sigla Ordine reggente | O.S.B. |
Fondatore | San Pirmino |
Inizio della costruzione | 724 |
Soppressione | 1803 |
Ripristino | 2001 |
Coordinate geografiche | |
Germania | |
L'Abbazia dei Santi Maria e Marco è un complesso monumentale che ospita un monastero benedettino, situato sull'Isola di Reichenau nel Lago di Costanza (Germania).
Storia
Origini
L'abbazia, dedicata a Maria Vergine, fu fondata nel 724 dal vescovo e abate san Pirmino (670 ca. - 753), dando vita insieme ad una quarantina di monaci ad una comunità benedettina. Dopo tre anni, san Pirmino lasciò il cenobio per fondare altri monasteri nel sud dell'attuale Germania.
Nel X secolo, nella Pirmin vita così descrive la fondazione del monastero:
« | (...) Pirminus, il combattente di Cristo, ordinò di estirpare le spine e i cardi, arbusti e cespugli inutili, come anche tutti i germogli che non servivano agli uomini, con zappe e altri strumenti di ferro. Con le proprie mani e con l'aiuto degli altri monaci riuscì in tre giorni a dissodare un bel terreno. Dopo di che costruì per Dio vivo e vero una casa graziosa e, per i suoi allievi, un'abitazione comune. Quel luogo, a partire dal giorno in cui il vescovo di Cristo Pirminus arrivò, acquistò un'aria salubre, acqua corrente pura, terra feconda, ombrosi alberi e vigne molto fertili. Perciò coloro che vi vivono ed osservano la regola ne gioiscono. Chi, infatti, è dotato di tale sapienza da saper enumerare come e quante cose stupende e ammirevoli Dio meraviglioso ha fatto in quel luogo per mezzo dei suoi Santi? » |
L'abbazia di Reichenau divenne ben presto un importante centro culturale ed artistico, dove venivano coltivate la poesia, la musica e la pittura, ma soprattutto la scuola di amanuensi e miniatori qui formatasi ben presto sarebbe divenuta la culla del "Rinascimento carolingio".
Epoca carolingia ed ottoniana
Sotto l'abate Waldo di Reichenau (786 - 806), il cenobio divenne abbazia imperiale, godendo così della protezione dei re franchi e diventando luogo di formazione della classe dirigente del tempo. Il successore Haito (806 - 823), che come lo stesso Waldo svolse anche missioni politiche per Carlo Magno, fece erigere al centro del territorio insulare l'imponente complesso monastico.
L'abate e scrittore Walahfrid Strabo (842 - 849), che fu a lungo educatore di Carlo il Calvo presso la corte imperiale di Aquisgrana, è riconosciuto tra i più grandi monaci-poeti del Medioevo europeo. Compose numerose poesie occasionali, inni di preghiera, lettere poetiche, vite dei santi e scritti teologici. Tra sue opere più importanti si ricordano:
- Visio Wettini, che descrive la visione che il monaco Vetti ebbe in sogno nella notte tra il 2 e il 3 novembre 824, e che è un'importante anticipazione della Divina Commedia;
- De cultura hortorum, detta brevemente Hortulus, opera con la quale Walahfrid ci dona la più antica descrizione dell'orto e delle piante del Medioevo. In 444 esametri vengono descritte con strofe di differente lunghezza 24 piante medicinali e ornamentali, trattando la loro morfologia, l'impiego medicinale, l'uso come piante utili, come condimento, come colorante e anche la loro bellezza.
Il monaco Regibert († 846), responsabile dello scriptorium dell'abbazia, redasse negli anni 821 - 822, il più antico catalogo del Medioevo. Nel corso di quaranta anni lui stesso trascrisse 42 volumi, e lasciò un ammonimento ai lettori affinché trattassero accuratamente i libri e li restituissero.
Il Registro della fratellanza di Reichenau, manoscritto su pergamena e carta, che elenca i nomi dei benefattori e sostenitori del cenobio, e la pianta originale dell'Abbazia di San Gallo (attualmente lì conservata), furono redatti a Reichenau e risalgono al IX secolo.
Nel 896, il capace politico ed abate Hatto III, accompagnò l'imperatore Arnolfo di Carinzia all'incoronazione a Roma, dove ricevette la reliquia di san Giorgio, che portò sull'isola di Reichenau, e qui fece erigere una chiesa dedicata al santo.[1]
Nel periodo ottoniano, grazie ai privilegi quali il diritto all'immunità, la franchigia doganale, il diritto elettivo e le donazioni concessi al monastero dagli imperatori sassoni Enrico I, Ottone I ed Ottone II, l'Abbazia di Reichenau raggiunse - a cavallo dei primi due millenni -l'apogeo economico e culturale. Tutto questo viene rappresentato durante il governo degli abati Witigowo (985 - 997) e dai due "riformatori " Immo (1006 - 1008) e Berno (1008 - 1048): il ciclo di dipinti murali ad affresco con Storie della vita di Gesù Cristo nella Chiesa di San Giorgio ne sono ancora oggi testimonianza, ma soprattutto le importanti opere manoscritte tra le quali si ricordano:
- Evangeliario di Ottone III (1000 ca.)
- Evangeliario del Duomo di Bamberga (1000 - 1020 ca.)
- Libro della pericope di Enrico II (1007 - 1012)
In questa fase, inoltre, emerse la personalità scientifica del beato Ermanno il Contratto (1013 - 1054), monaco erudito dalla cultura universale che fu storiografo, matematico, astronomo e musicista, il quale sviluppò uno dei primi sistemi di note musicali.
Decadenza
L'inizio della decadenza economica e spirituale del cenobio è da ascrivere all'abbaziato di Diethelm von Krenkingen (1169 - 1206).
Nella seconda metà del XIV secolo l'intero patrimonio monastico venne più volte ipotecato e l'abate Eberardo di Brandis vendette, infine, nel 1367 tutti i beni e i diritti del cenobio alla propria parentela.
Nel 1540, l'Abbazia perse la sua autonomia e fu annessa alla Diocesi di Costanza. Successivamente Reichenau fu ridotta ad un priorato con solo dodici monaci.
Nel 1757, a seguito di un contenzioso con il vescovo, furono allontanati gli ultimi religiosi rimasti.
Dalla soppressione alla riapertura
Nel 1803, nel quadro della secolarizzazione, l'Abbazia venne soppressa ed il complesso architettonico fu acquisito dallo Stato con la legge per il risarcimento alla Francia, conseguente al Trattato di Lunéville (1801).
Tra il 1888 e il 1901, si fece un primo tentativo di riportare una comunità monastica sull'isola, come dipendenza dell'Abbazia di Beuron, ma il progetto fallì a causa di opposizioni politiche.
Dal 2001, grazie anche all'intervento dell'arcivescovo di Friburgo in Brisgovia Oskar Saier e del vescovo di Münster Reinhard Lettmann, a Reichenau si è stabilita nuovamente una comunità benedettina.
La nuova cella di San Benedetto è stata ufficialmente fondata il 13 giugno 2004, come "casa dipendente" dell'Abbazia di Beuron e sede della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.
Descrizione
Il monastero, che si articola attorno ad un chiostro quadrangolare, è costituito da vari ambienti tra i quali si evidenzia:
Chiesa abbaziale dei Santi Maria e Marco
La chiesa originaria, annessa al monastero fondato nel 724 da san Pirmino, era un semplice edificio in legno, che agli inizi del IX secolo, l'abate Haito decise di ricostruire in muratura. Il nuovo edificio presentava una pianta a croce latina con abside semicircolare e venne consacrata a Maria, madre di Dio, il 16 agosto 816.
L'abate Erlebald (823 - 835) fece ampliare la chiesa su progetto di Walahfrid Strabo, seguendo il modello carolingio del westwerk.[2]
Nell'830, Ratoldo, vescovo di Verona, donò all'abbazia alcune reliquie di san Marco evangelista provenienti da Venezia.
Nell'888, nel coro della chiesa abbaziale venne tumulata la salma dell'imperatore Carlo il Grosso.
Nell'XI secolo, la chiesa fu devastata da un incendio, in seguito al quale, sotto l'abate Berno di Reichenau, venne ricostruita a partire dalle strutture superstiti del IX secolo, aggiungendo alla planimetria originaria due navate laterali.
Tra il 1236 e il 1237, la copertura originaria in muratura fu sostituita con una volta a botte in legno.
Nel XV secolo, demolita l'abside semicircolare romanica, venne costruito un profondo coro gotico.
Nel XVIII secolo, la chiesa fu arricchita con arredi in stile barocco.
Durante i restauri degli anni Settanta del XX secolo, fu rimossa parzialmente la decorazione barocca e venne riportata alla luce la volta lignea duecentesca, che in precedenza era stata occultata da un controsoffittatura.
Esterno
La chiesa, che presenta una facciata a torre con due portali laterali, ciascuno dei quali è preceduto da un protiro con all'esterno con un unico arco a tutto sesto che originariamente era sormontato da una trifora. La torre campanaria, facente parte dell'antico westwerk, a pianta rettangolare, ingloba al suo interno l'abside semicircolare occidentale.
Nella parte inferiore del campanile, si apre un finestrone con arco a tutto sesto, affiancato da finestrelle più piccole poste ai lati. La cella campanaria è aperta su ciascuno dei quattro lati da una trifora. Il campanile, decorato con fasce verticali in mattoni rossi, è coperto da un tetto a doppio spiovente smussato, soprapposto da un piccolo campanile: questo è costituito da una copertura a piramide a pianta eptagonale e sormontato da una croce di Santo Spirito ed ospita un'unica campana.
Le fiancate laterali sono prive di particolari decorazioni e presentano un paramento murario con intonaco chiaro.
Il coro gotico è caratterizzato dal tetto a spiovente, che è più alto rispetto a quello della navata centrale e dei transetti, dal paramento murario in blocchi di pietra chiara e dalla presenza di contrafforti, anch'essi in pietra.
Interno
L'interno presenta una pianta a doppio transetto divisa in tre navate da due serie di cinque arcate a tutto sesto poggianti su pilastri quadrangolari, in pietra, con capitelli scolpiti a motivi floreali.
Le navate laterali sono coperte da un soffitto ligneo a capriate, mentre quella centrale presenta un volta a botte sempre in legno.
Lungo la navata centrale si notano:
- a destra, alcuni dipinti murali, ad affresco, databili ala fine del XIV secolo, raffiguranti:
- Madonna con Gesù Bambino e donatori,
- San Cristoforo
- Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani.
- a sinistra, entro una nicchia:
- Statua della Madonna con Gesù Bambino (inizio del XIV secolo).
Nella navata laterale si notano:
- a destra, Pietà (metà del XIV secolo);
- a sinistra, Martirio di santo Stefano (1596).
Il presbiterio, leggermente sopraelevato di alcuni gradini rispetto all'aula ecclesiale, è suddiviso da una splendida cancellata barocca (1746), in ferro battuto, che precedentemente separava lo spazio riservato al clero da quello per i fedeli, mentre oggi distingue il presbiterio post-conciliare dove sono l'altare, l'ambone e la sede in pietra, con quello pre-conciliare dove si trova l'altare barocco del Santo Sangue in marmi policromi, alle spalle del quale, in posizione arretrata, è collocato:
- Polittico dell'Incoronazione di Maria Vergine tra i santi (1498), tavola di Rudolf Stahel.
Dietro del presbiterio, si apre il profondo coro gotico quattrocentesco, coperto con volte a stella e terminante con un'abside poligonale.
Nel transetto occidentale, è posto l'abside semicircolare romanica, al centro del quale è ubicato l'altare gotico di San Marco (1477), in marmo, dove sono custoditi le reliquie del santo ed un Evangeliario miniato del IX secolo.
Tesoro dell'Abbazia
Accanto alla chiesa, è situato l'ambiente che era adibito a biblioteca, edificato alla metà del XV secolo, che attualmente ospita il Tesoro dell'Abbazia con preziose opere ed oggetti liturgici databili dal V al XVIII secolo, tra i quali si segnala:
Orto botanico
Nel 1991, a nord-est del complesso monumentale è stato ricostruito un piccolo giardino di piante aromatiche e officinali, seguendo l'opera De cultura hortorum di Walahfrid Strabo, in cui descrive le proprietà curative delle erbe e l'orto monastico, che già nel IX secolo esisteva nell'Abbazia.
Pianta
Cronotassi degli Abati
- Pirminius (Gründer und Abt) (724-727)
- Heddo (727-734)
- Keba (734-736)
- Arnefrid (vescovo di Costanza)
- Sidonius (vescovo di Costanza)
- Johannes (vescovo di Costanza, abate di San Gallo) (760-782)
- Petrus (782-786)
- Waldo (786-806)
- Haito (Bischof von Basel), (806-823)
- Erlebald (823-838)
- Ruadhelm (838?-842)
- Walahfrid Strabo (838, 842-849)
- Folkwin (849-858)
- Walter (858-864)
- Hatto II. (864-871)
- Ruodho (871-888)
- Hatto III (arcivescovo di Mainz, abate dei monasteri di Ellwangen, Lorsch, Weißenburg) (888-913)
- Hugo (913)
- Thieting (913-916)
- Heribrecht (916-926)
- Liuthard (926-934)
- Alawich I. (934-958)
- Ekkehard I. (958-972)
- Ruodmann (972-985)
- Witigowo (985-997)
- Alawich II. (997-1000)
- Werinher (1000-1006)
- Immo (1006-1008)
- Berno (1008-1048)
- Ulrich I. (1048-1069)
- Meginwart (1069-1070)
- Ruopert (1071)
- Ekkehard II. von Nellenburg (1071-1088)
- Ulrich II. von Dapfen (1088-1123)
- Rudolf von Böttstein (1123-1131)
- Ludwig von Pfullendorf (1131-1135)
- Ulrich III. von Zollern (1135-1136)
- Otto von Böttstein (1136-1139)
- Frideloh von Heidegg (1139-1159)
- Ulrich IV. von Heidegg (1159-1169)
- Diethelm von Krenkingen (1169-1206)
- Hermann von Spaichingen (1206)
- Heinrich von Karpfen (1206-1234)
- Konrad von Zimmern (1234-1253?)
- Burkhard von Hewen (1253?-1259)
- Berchtold von Falkenstein (coadiutore, abate di San Gallo) (1258-1259)c
- Albrecht von Ramstein (1260-1294)
- Markward von Veringen (1294-1296)
- Heinrich von Klingenberg (vescovo di Costanza) (1296-1306)
- Diethbelm von Kastel (abate del Petershausen) (1306-1343)
- Eberhard von Brandis (1343-1379)
- Heinrich von Stöffeln (1379-1383)
- Mangold von Brandis (1383-1385)
- Werner von Rosenegg (1385-1402)
- Friedrich von Zollern (1402-1427)
- Heinrich von Hornberg (abate di San Pietro) (1427)
- Friedrich von Wartenberg (1427-1453)
- Johann von Hundweil (1454-1464)
- Johann Pfuser v. Nordstetten (1464-1492)
- Martin von Weißenburg (1492-1508)
- Markus von Knöringen (1508-1516)
- Georg Fischer (Abate di Zwiefalten) (1516-1519)
- Gallus Kalb (1519)
- Markus von Knöringen (2. Mal) (1523-1540)
- Johann Truchseß von Waldburg-Zeil (1628-1644)
- Seguono dei priori della cella rimasta
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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