Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme

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Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme
Brantôme abbaye abbatiale.JPG
L'Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme sulla riva della Dronne: a sinistra l'edificio conventuale, a destra la chiesa abbaziale e il campanile
Stato bandiera Francia
Regione Nuova Aquitania
Dipartimento Dordogna
Comune Brantôme
Diocesi diocesi di Périgueux
Religione Cattolica
Oggetto tipo Abbazia
Dedicazione San Pietro apostolo
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Inizio della costruzione 769
Soppressione 1791
Coordinate geografiche
45°21′52″N 0°38′49″E / 45.364336, 0.647002 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme
Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme
Avignone
Avignone
Parigi
Parigi

L'Abbazia di Saint-Pierre de Brantôme[1], situata a Brantôme, nel dipartimento della Dordogna, è un'antica abbazia benedettina fondata nel 769 da Carlo Magno nella diocesi di Périgueux. Fu soppressa durante la rivoluzione francese. Ai nostri giorni rimangono la chiesa abbaziale (XI e XIII secolo), una parte del chiostro (XIV secolo) e degli edifici conventuali (XVIII secolo), che ospitano due musei municipali e la sede del municipio di Brantôme.

Monumento storico

La chiesa abbaziale è classificata come monumento storico di Francia dal 1840, il padiglione detto "corpo di guardia" (o "padiglione Rinascimento") e la torre dipendente dall'antica abbazia lo sono stati decretati il 2 marzo 1891, il ponte curvo e tre repositori risalenti al Rinascimento e siti nell'antica abbazia lo furono dichiarati il 13 gennaio 1912, il chiostro del XIV secolo, le sale del pianterreno che danno sul chiostro, le facciate e le coperture, le carpenterie e la scala interna all'edificio monastico del XVII secolo, furono classificati solo nel 1957.

La "fontana Medici" fu classificata nel 1931. Le grotte dell'abbazia così come il giardino e il mulino (divenuto un ristorante) furono classificati dopo il 1957.[2]

Storia

L'abbazia di Brantôme è stata costruita in un luogo eccezionale, ai piedi di una falesia a mezzaluna sormontata da uno schermo boscoso, sulla riva di un fiume, la Dronne, che circonda la città medievale e la protegge dai venti.

Nell'VIII secolo, i monaci occuparono le numerose grette presenti nella falesia e che forniva pure materia prima di qualità per la costruzione dell'abbazia. La tradizione vuole che sia stato Carlomagno a consacrarla depositandovi le reliquie di un bambino martire, uno dei Santi innocenti, san Sicario. Due pannelli di legno dorato nel coro della chiesa, datati al XVII secolo, illustrano la donazione e il massacro.

L'abate di Brantôme era presente al concilio di Aquisgrana (817), convocato da Carlomagno per riformare la vita monastica del suo impero. Di questo primo monastero non rimane nulla, nemmeno del sito esatto della sua costruzione. Saccheggiata due volte dai Normanni, la prima abbazia fu in effetti distrutta dai Vichinghi nell'848 e nell'857.

Verso l'anno 900, Bernardo, conte del Périgord, restituisce alla loro destinazione i beni dell'abbazia di Brantôme, che aveva ereditato da suo padre. I monaci ricostruirono poco a poco un nuovo monastero. L'abbazia ritrovò una certa prosperità a partire dal X secolo. È questa l'epoca della costruzione del campanile a gabbia di stile romanico-limosino (XI secolo).

Grimoaldo, abate di Brantôme, fu nominato vescovo d'Angoulême nel 991. Egli conservò il titolo abbaziale di Brantôme, il che gli permise di costruire la nuova Cattedrale di San Pietro ad Angoulême, consacrata nel 1017, in parte grazie anche alle entrate provenienti dall'abbazia.

Nel corso di questo primo secolo del nuovo millennio, la disciplina monastica a Brantôme si era un po' rilassata. Elia, conte del Périgord, cedette i suoi diritti su Brantôme all'abate dell'abbazia di Chaise-Dieu nel 1080. Questo mutamento portò alla riforma della comunità, esso la liberò dal potere laico e diede un nuovo sviluppo all'abbazia che proseguirà nei secoli XII e XIII. La città prosperò, divenne una tappa per i pellegrini diretti a Santiago di Compostela. In parte distrutti a causa delle guerre anglo-francesi, gli edifici religiosi furono ricostruiti nel rinascimento.

La guerra dei cento anni causò i maggiori danni a Brantôme. Devastata dalle truppe di Raimondo II di Montaut, signore di Mussidan nel 1382, l'abbazia di Brantôme fu restaurata prima di essere trasformata dagli inglesi in una specie di castello nel 1480. La chiesa abbaziale, distrutta, non fu ricostruita che nel 1465 e il chiostro nel 1480.

Nel 1501, allorché la comunità non contava che tredici religiosi, l'elezione dell'abate creò divisioni interne che portarono alla nomina di due abati. La crisi, che durò tre anni, ebbe termine con la cessione dell'abbaziato al cardinale d'Albret, primo abate commendatario dell'abbazia. Alla morte di quest'ultimo nel 1520, scoppiarono nuovi disordini e cinque pretendenti si disputarono la carica per diciotto anni. Infine, nel 1538, Pierre de Mareuil, vescovo di Lavaur, fu riconosciuto come abate e si sforzò di ristabilire la vita monastica e la pace nella sua abbazia. Egli annesse Brantôme alla congregazione dell'abbazia di Saint-Pierre de Chezal-Benoît[3]. L'incorporazione fu completata nel 1559 e cinque anni dopo la comunità contava 37 religiosi. Anche in questa congregazione l'abbazia aveva i suoi abati commendatari. Il più illustre di essi fu lo storico Pierre de Bourdeille[4], detto "Brantôme", (abate dal 1558 al 1614). Il suo abbaziato salvò l'abbazia durante le guerre di religione francesi. Per due volte i protestanti giunsero al monastero che aprì loro le porte. Essi rispettarono l'abbazia, che allora era ricca e prospera.

Nel 1636 la congregazione di Chezal-Benoît si unì alla congregazione di San Mauro. Brantôme fut ra le prime ad accettare questa incorporazione. A quella data l'abbazia si trovava in una situazione moralmente e material mente deplorevole. I Mauristi restaurarono o ricostruirono gli edifici. Nel 1768 Brantôme non contava più che otto religiosi. L'abbazia fu soppressa dalla rivoluzione.

Note
  1. (FR) Claude Andrault-Schmitt, L'église abbatiale de Brantôme (Saint-Pierre et Saint-Sicaire), pp. 143-160, dans Congrès archéologique de France. 156ème session. Monuments en Périgord. 1999 - Société Française d'Archéologie - Paris - 1999
  2. (FR) Base Mérimée - PA00082403 Consultato nel settembre 2009
  3. (FR) Guy Marie Oury, Les Bénédictins réformés de Chezal-Benoît su persee.fr. URL consultato il 2024-11-24
  4. Pierre de Bourdeille su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
Collegamenti esterni