Annunciazione (Sandro Botticelli)
Sandro Botticelli, Annunciazione (1489 - 1490), tempera su tavola | |
Annunciazione di Cestello | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Galleria degli Uffizi |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, Cappella Guardi |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | San Gabriele arcangelo annuncia a Maria Vergine la nascita di Gesù |
Datazione | 1489 - 1490 |
Autore |
Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi) |
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 150 cm, l. 156 cm (senza cornice); h. 240 cm, l. 235 cm (con cornice) |
Iscrizioni | SPIRITVS SANTVS SVPERVENIET IN TE / ET VIRTVS ALTISSIMI OBVMBRAVIT TIBI; ECCE ANCILLA DOMINI FIAT / MIHI SECVNDVM VERBVM TVVM |
Stemmi, Punzoni, Marchi | Stemmi di Benedetto Guardi e consorte |
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L'Annunciazione è una pala d'altare, eseguita tra il 1489 e il 1490, a tempera su tavola, da Alessandro Filipepi detto Sandro Botticelli (1445 - 1510), proveniente dalla Cappella Guardi nella Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi a Firenze e ora conservata presso la Galleria degli Uffizi nella stessa città toscana.
Descrizione
Ambientazione
La scena dell'Annunciazione si svolge in un ambiente dall'architettura severa ed elegante, con un pavimento a riquadri di cotto e fasce di marmo scorciati prospetticamente, con una porta inquadrata da una cornice in pietra serena modanata che lascia scorgere un hortus conclusus e un paesaggio fluviale con ponti e castelli dall'inconfondibile carattere tipicamente fiammingo.
Soggetto
Nel dipinto compaiono:
- a destra, Maria Vergine è distolta dalla lettura di un libro sacro posto su un leggio.
- a sinistra, San Gabriele arcangelo con in mano un giglio bianco, è appena atterrato (come dimostra il velo trasparente svolazzante) e intreccia con la Madonna un intenso scambio di sguardi, reso più evidente dal gesto delle mani che si avvicinano.
Cornice e predella
La pala d'altare conserva ancora oggi la cornice dorata originale, costituita da una coppia di paraste, poste ai lati, decorate con candelabri, un architrave a motivo a palmette alternate a teste d'angelo, attribuita all'architetto e scultore Giuliano da Sangallo (1445-1516), che include la predella nella quale sono dipinti:
- al centro, Ecce Homo;
- ai lati, Due stemmi e altrettante iscrizioni.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- L'opera è caratterizzata dall'intensità drammatica raggiunta dall'artista nei dipinti della fine del XV secolo, ricche di spunti meditativi ripresi dalle prediche del frate domenicano Girolamo Savonarola (1452-1498), iniziate proprio il 1º agosto 1489 nella Chiesa di San Marco e che dovettero colpire profondamente Sandro Botticelli.
- Il baricentro del dipinto ruota intorno al gesto delle mani dei due protagonisti: un modo per esprimere il senso dell'episodio evangelico e l'accettazione del messaggio divino, oltre a fungere da collegamento tra le due metà della pala d'altare, separate dalle linee verticali della porta.
- La forte suggestione prospettica, che si evidenzia attraverso i riquadri del pavimento, conduce lo sguardo dello spettatore ad osservare il paesaggio composto da una città turrita che si apre dietro l'Arcangelo.
- La pala denuncia echi della contemporanea scultura fiorentina (si veda, per esempio, l'Annunciazione ( 1435 ca.) di Donatello, ubicata nella Basilica di Santa Croce) e, se confrontata con l'opera botticelliana di analogo soggetto di San Martino alla Scala del 1481, risulterà più evidente il percorso artistico e culturale intrapreso dal pittore, orientato verso una semplificazione delle forme attraverso il ricorso sempre più limitato ai particolari narrativi-descrittivi e interessato alla resa monumentale dello spazio.
Iscrizioni
Nel dipinto si trovano, sulla predella, due iscrizioni che riportano altrettanti passi evangelici:
(LA) | (IT) | ||||
« | SPIRITVS SANTVS SVPERVENIET IN TE / ET VIRTVS ALTISSIMI OBVMBRAVIT TIBI » | « | Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. » |
(LA) | (IT) | ||||
« | ECCE ANCILLA DOMINI FIAT / MIHI SECVNDVM VERBVM TVVM » | « | Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » |
Stemmi
Nell'opera sono presenti, sulla predella, due blasoni:
- Stemma, con un cane rampante, di Benedetto Guardi e della sua consorte.
Notizie storico-critiche
La commissione della pala d'altare è documentata nel "Libro dei benefattori" della Chiesa di San Frediano del Cestello (da qui il nome con cui è anche conosciuta l'opera), in Borgo Pinti a Firenze, oggi Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, dove è riportato l'ordine al pittore, datato 19 marzo 1489 e retribuito con trenta ducati. Il committente Benedetto Guardi, un importante funzionario pubblico immatricolato nell'arte dei cambiavalute, che nella chiesa aveva acquisito il patrocinio di una cappella sia come simbolo del raggiungimento di un certo status economico-sociale, sia come valore spirituale.
Nel 1568 la menziona Giorgio Vasari[1] e nel 1754 fu vista ancora sull'altare laterale dal gesuita e accademico fiorentino, Giuseppe Richa (1693 - 1761),[2] anche se nel frattempo la chiesa era passata alle monache di santa Maria Maddalena de' Pazzi.
Nella seconda metà del XVIII secolo, il dipinto fu trasferito nella Chiesa di San Martino a Molin del Piano presso la villa fiesolana di Terenzano di proprietà del monastero; da questo edifico sacro nel 1874 venne rimosso e trasportato nella Galleria degli Uffizi.
Un restauro concluso nel 1986 ha rimediato ai danni di un intervento effettuato nel XIX secolo, in cui la tempera era stata parzialmente abrasa, in particolare nel cielo di azzurrite e ripristinato la doratura della cornice originale.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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