Annunciazione tra sant'Ansano e santa Margherita da Cortona (Simone Martini)
Simone Martini, Lippo Memmi, Polittico con Annunciazione con sant'Ansano, santa Margherita da Cortona e profeti (1333), tempera su tavola | |
Annunciazione tra sant'Ansano e santa Margherita da Cortona | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Galleria degli Uffizi |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Siena |
Luogo di provenienza | Cattedrale di Santa Maria Assunta, altare di sant'Ansano |
Oggetto | polittico |
Soggetto | Annunciazione tra sant'Ansano, santa Margherita da Cortona e profeti |
Datazione | 1333 |
Ambito culturale | |
scuola senese | |
Autori |
|
Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 265 cm; l. 305 cm |
Iscrizioni | SYMON MARTINI ET LIPPVS MEMMI DE SENIS ME PINXERVNT ANNO DOMINI MCCCXXXIII |
Note | |
opera firmata e datata | |
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L'Annunciazione tra sant'Ansano, santa Margherita da Cortona e profeti è un polittico, eseguito nel 1333, a tempera su tavola, da Simone Martini (1284 ca. – 1344) e dal cognato Lippo Memmi (fine del XIII secolo – 1356), proveniente dall'altare di sant'Ansano nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Siena e conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.
In base ad alcune considerazioni stilistiche gli studiosi hanno ipotizzato che:
- lo scomparto centrale con l'Annunciazione sia riferibile a Simone Martini;
- gli scomparti laterali con Sant'Ansano e Santa Margherita e i tondi con i profeti sono ascrivibili a Lippo Memmi.
L'opera è considerata un capolavoro assoluto e uno dei massimi esempi della pittura gotica senese, caratterizzata dalla straordinaria raffinatezza della linea e del colore.
Descrizione
Oggetto e soggetto
Il polittico è un dipinto di grandi dimensioni racchiuso, secondo il gusto gotico dell'epoca, in una cornice architettonica a rilievo come si comprende dalla copertura che presenta cinque cuspidi separate da sei sottili pinnacoli che ricordano quelli di una chiesa gotica. Questa carpenteria tripartisce le scene raffigurate per mezzo di due colonnine in rilievo. Lo scomparto centrale, più ampio dei due laterali, coperto da tre cuspidi di cui quella centrale più grande, ospita la scena dell'Annunciazione, dove compaiono:
- san Gabriele arcangelo tiene nella mano destra un ramoscello d'ulivo, è vestito con abiti, tutti trapuntati d'oro, con un manto leggero ancora mosso dall'aria, poiché è appena giunto a terra, e che, inginocchiato ai piedi di Maria Vergine, le sta annunciando la volontà divina: lievi escono le parole dalla piccola bocca e si materializzano in lettere d'oro. Il volto e le mani riflettono nella loro semitrasparenza la natura soprannaturale dell'angelo.
- Maria Vergine, seduta su un trono sul qual è appoggiato un prezioso drappo rosso con motivi floreali, è colta di sorpresa, mentre sta leggendo un libro, all'udire le parole dell'arcangelo, è avvolta in un mantello blu bordato da un prezioso ricamo. Il suo volto, innaturalmente reclinato sulla spalla destra, esprime un dolce sentimento di pudore accentuato dalla morbida torsione del corpo esile e dalla mano destra che, tirando una falda del manto verso il collo, accompagna in modo armonico lo spontaneo e timido ritirarsi dell'intera figura.
- in alto, Colomba dello Spirito Santo circondata da angeli.
Negli scomparti laterali sono raffigurati:
- a sinistra, sant'Ansano, patrono di Siena, che regge una penna nella mano sinistra e indossa un drappo rosso orlato d'oro;
- a destra, santa Margherita da Cortona o santa Massima con indosso un manto blu che le copre anche la testa e una veste rossa. Ella tiene nella mano sinistra una penna d'oca e nella destra una croce.
Nelle cuspidi, entro quattro tondi, sono raffigurati i Profeti: Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Le figure della Madonna e dell'Arcangelo hanno corpi privi di consistenza materiale, le loro forme sono delineate dal dolce ricorrere della linea curva e dal sapiente accostamento dei colori delle vesti.
- La composizione è molto omogenea, unificata dal fondo d'oro che suggerisce l'idea di un'ambientazione del tutto astratta. Gli unici accenni e riferimenti ad una spazialità concreta ed ad una realtà quotidiana sono: le tarsie del trono ligneo, le venature marmoree del pavimento, il libro semichiuso ed un prezioso vaso con alcuni gigli (simbolo di purezza).
- Simone Martini, dipingendo quest'opera sembra che abbia inventato una particolare tecnica pittorica, molto sofisticata, poi divenuta comune in Toscana: l'oro brunito viene ricoperto dal colore che in seguito è asportato, riportando in vista il fondo dorato che illumina in modo particolare gli abiti.
Iscrizioni
Nell'unico frammento rimasto dell'antica cornice, inserito in quella ottocentesca, si trova l'iscrizione che riporta le firme dei due pittori e la data:
« | SYMON MARTINI ET LIPPUS MEMMI DE SENIS ME PINXERUNT ANNO DOMINI MCCCXXXIII » |
Un'altra iscrizione riporta le parole del saluto di san Gabriele arcangelo a Maria Vergine:
« | AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM » |
Notizie storico-critiche
Il dipinto faceva parte del ciclo di dipinti con le Storie di Maria Vergine per gli altari del Cattedrale di Santa Maria Assunta di Siena, commissionate tra gli anni Trenta e Quaranta del XIV secolo. Di questo ciclo fanno parte anche:
- Natività di Maria Vergine (1335 - 1342) di Pietro Lorenzetti, ora esposto al Museo dell'Opera del Duomo di Siena;
- Presentazione di Gesù al Tempio (1337 - 1342) di Ambrogio Lorenzetti, fratello di Pietro, ora conservata alla Galleria degli Uffizi a Firenze.
Il polittico con l'Annunciazione rimase nel Duomo di Siena fino al XVIII secolo, quando venne portato nella piccola Chiesa di Sant'Ansano, e quindi nel 1799, per ordine di Pietro Leopoldo (1747 – 1792), granduca di Toscana, venne trasportata a Firenze, scambiandolo con due dipinti di Luca Giordano. Qui venne esposto lo stesso anno alla Galleria degli Uffizi.
La cornice originale, intagliata dal Maestro Paolo di Camporegio e dorata da Lippo Memmi, fu rinnovata nel 1420 circa e sostituita nel XIX secolo.
Bibliografia | |
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