Diocesi di Chichester

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Diocesi di Chichester
Dioecesis Cicestrensis
Chiesa latina
Chichester.jpg
Suffraganea di arcidiocesi di Canterbury
Stato
Nazione
Regno Unito
bandiera Inghilterra
Sede: Chichester
Soppressa: dicembre 1558
succede la diocesi anglicana di Chichester
Collegamenti esterni
Dati online ( ch)
Collegamenti interni
Elenco delle sedi titolari della Chiesa cattolica
Tutte le sedi titolari

La diocesi di Chichester (in latino: Dioecesis Cicestrensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

La diocesi comprendeva la regione meridionale dell'Inghilterra, nell'antico regno del Sussex. Era delimitata dalle diocesi di Winchester ad ovest, diocesi di Rochester a nord e dalla arcidiocesi di Canterbury ad est.

Sede vescovile era la città di Chichester, nell'attuale contea di West Sussex, dove si trova la cattedrale della Santa Trinità.

La diocesi era suddivisa due arcidiaconati e nove decanati rurali, documentati per la prima volta nel 1291:[1]

Nella Taxatio ordinata da papa Niccolò IV nel 1291 si elencavano 267 chiese, molte delle quali appartenenti a conventi e monasteri.[1]

Nella diocesi molte erano le enclavi non soggette alla giurisdizione del vescovo (Jurisdictional peculiars), ma appartenenti ad altre diocesi, tra queste: Canterbury, Londra e Exeter.

La diocesi era ricca di monasteri e di abbazie. Tra queste si annoveravano le abbazie benedettine di Battle e di Lewes; quella cistercense di Robertsbridge; le abbazie agostiniane di Shulbrede, Hardham, Hastings, Michelham e Pynham; e quelle premostratensi di Bayham e di Durford. Tutti questi istituti monastici furono soppressi con la dissoluzione dei monasteri in Inghilterra nel 1535.[2]

Storia

Il regno del Sussex fu l'ultimo a essere cristianizzato nel corso del VII secolo: si concludeva così la missione d'Inghilterra, voluta nel 596 da Gregorio Magno, che vi aveva inviato quaranta monaci benedettini guidati da sant'Agostino. Attorno al 680 il vescovo Vilfrido, che era stato deposto dalla sua sede di York, fondò un monastero a Selsey, dove stabilì una sede episcopale, e vi edificò una cattedrale dedicata a san Pietro; percorse il regno per annunciare la fede cristiana e amministrare il battesimo, e organizzò il clero diocesano.

Nel 685 Cadwalla, re del Wessex, invase il Sussex e lo annesse al suo regno; anche la diocesi fu soppressa ed unita a quella di Dorchester. Nel 709 fu ristabilita la diocesi di Selsey con il vescovo Eadbeorht.

Dopo l'occupazione normanna la sede episcopale fu trasferita da Selsey a Chichester, come stabilito dal concilio di Westminster (1075)[3] tenutosi a Londra, il quale decise un sostanziale riordino delle diocesi inglesi con il trasferimento delle sedi episcopali dai piccoli centri di campagna alle grandi e importanti città del regno, meglio controllate dai padroni Normanni. Il trasferimento della sede episcopale a Chichester avvenne in un'epoca imprecisata tra il 1075 e il 1085, durante l'episcopato del vescovo Stigand.

Con Stigand, e soprattutto con il vescovo Ralph de Luffa, la diocesi conobbe il suo massimo splendore. Ralph organizzò la diocesi, fondò la cattedrale, istituì il capitolo dei canonici, visitò più volte il territorio e beneficiò largamente i parroci nelle campagne. La sua opera di organizzazione materiale e spirituale fu continuata dai suoi successori, in particolare Seffrid II, che consacrò la cattedrale nel 1199, e soprattutto san Riccardo di Chichester († 1253), il titolare più illustre e meglio conosciuto di Chichester. Gilbert di Saint-Leonard convocò nel 1289 un sinodo diocesano allo scopo di riformare la vita religiosa e sacerdotale della diocesi.

Verso la fine del XIV secolo fecero la loro apparizione in diocesi i lollardi (i poor preachers), legati alle idee riformiste di John Wycliffe, e considerati eretici come il loro fondatore. Nel 1401, con lo statuto De haeretico comburendo, il re Enrico IV li condannò alla pena del rogo. Si conosce un solo caso di condanna al rogo nella diocesi di Chichester, quella di Thomas Bageley nel 1432.[4] Il vescovo Reginald Peacock (1450-1457); nelle sue opere contro scritte per confutare le teorie di John Wycliffe, The Repressor of overmuch blaming of the clergy (1455) e The Book of faith (1456), finì per cadere lui stesso in posizioni eterodosse, e per questo venne deposto nel 1457.

Quando Enrico VIII si attribuì il titolo di Capo della chiesa d'Inghilterra, il vescovo Robert Sherborne si lasciò convincere dalle nuove idee a tal punto da predicare dal pulpito (1535) l'opportunità e la necessità della supremazia regia sulla Chiesa inglese. Alla sua morte nel 1536 gli successe il vescovo anglicano Richard Sampson. Durante il suo episcopato vennero chiuse le principali abbazie e monasteri della diocesi e nel 1538 venne distrutta la cassa d'argento che conteneva le reliquie di san Riccardo di Chichester. Il suo successore George Day si rifiutò tuttavia di distruggere tutti gli altari delle chiese diocesane, come deciso da una ordinanza del 1550, il rifiuto gli costò la perdita dell'episcopato e la prigione. Durante la restaurazione cattolica operata dalla regina Maria Tudor, George Day fu liberato e riprese il suo posto sulla cattedra di Chichester; a lui successe l'ultimo vescovo in comunione con Roma, John Christopherson, eletto nel maggio 1557 e morto nel dicembre 1558.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Selsey

Vescovi di Chichester

Note
  1. 1,0 1,1 Warrilow, op. cit., col. 671.
  2. Un elenco esaustivo delle abbazie, dei priorati e delle case religiose presenti sul territorio diocesano nel XVI secolo si trova in Warrilow, op. cit., col. 673.
  3. (EN) Edward H. Landon, A Manual of Councils of the Holy Catholic Church, John Grant, Edimburgo 1909, vol. 2, p. 273, online
  4. Warrilow, op. cit., col. 669.
  5. Durante il periodo delle invasioni vichinghe, la sede rimase vacante per diverso tempo e non sono noti vescovi di Selsey per oltre un secolo e mezzo.
  6. Rafel Lazcano, Episcopologio agustiniano. Augustiniana. Guadarrama (Madrid)2014, vol. I, p. 425-427.
  7. Succedono sulla sede di Chichester tre vescovi anglicani: Richard Sampson (1536-1543), George Day (1543-1551) e John Scory (1552-1553).
  8. Fasti Ecclesiae Anglicanae 1541-1857, volume 2.
Fonti
Bibliografia