Sede titolare di Berito

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Berito
Sede arcivescovile titolare soppressa
Archidioecesis Berytena
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Berito
Vescovo titolare: {{{vescovo}}}
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Suffraganea
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  • Parametro: suffraganeadi

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Istituita: XIV secolo
Soppressa: 1931
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Stato bandiera Libano
Regione: Fenicia
Località: Beirut
collocazione
geografica:
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Diocesi soppressa di Berito
Diocesi suffraganee:
Eretta: ?
Soppressa: ?
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Collegamenti esterni

Dati online ( ch )

Elenco delle sedi titolari della Chiesa cattolica
Tutte le sedi titolari
Coordinate geografiche
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L'arcidiocesi di Berito (in latino: Archidioecesis Berytena), anche Berytus, Beryti o Beryto, è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia

L'antica arcidiocesi bizantina

Berito, l'odierna città di Beirut in Libano, è un'antica sede vescovile della provincia romana di Fenicia Prima nella diocesi civile d'Oriente, nel patriarcato di Antiochia.

La sede vescovile è ricordata in particolare per il miracolo dell'Immagine del Crocefisso di Berito,[1][2] immagine che secondo la tradizione fu trafitta con la lancia da un gruppo di ebrei; dal crocefisso sgorgò sangue e acqua in tale abbondanza da guarire miracolosamente molti ebrei, che si convertirono in massa al cristianesimo. L'avvenimento era ricordato, alla data del 9 novembre, nel Vetus Martyrologium Romanum.[3] Una redazione del miracolo fu letta al secondo concilio di Nicea (787) per provare la legittimità del culto delle immagini.

Il ricordo di questo miracolo è presente nella storia dell'arte italiana in alcune opere, ad esempio presso la badia di San Salvatore di Vaiano e presso la chiesa di San Salvatore a Bologna con la pala d'altare di Giacomo Coppi, Miracolo del crocifisso di Beirut[4].

Primo vescovo conosciuto è Eusebio di Nicomedia che, cosa rara nel IV secolo, fu trasferito alla sede di Nicomedia attorno al 324; a lui succedette Gregorio, presente al concilio di Nicea del 325.

Nel 448 o 449, all'epoca del vescovo Eustazio, si tenne a Beirut un concilio preparatorio del sinodo di Tiro dove fu esaminato l'affare di Iba di Edessa, condannato dal concilio di Efeso e riabilitato al concilio di Calcedonia del 451.

Inizialmente era suffraganea dell'arcidiocesi di Tiro, ma per le insistenze di Eustazio l'imperatore Teodosio II elevò la diocesi di Beirut al rango di sede metropolitana con sei diocesi suffraganee: Biblo, Botri, Tripoli, Ortosia, Arca e Antarado. Questa decisione fu contestata dal metropolita di Tiro che vedeva lesi i propri diritti. Il concilio di Calcedonia annullò la decisione imperiale, garantendo comunque a Beirut il rango di arcidiocesi autocefala senza suffraganee, ossia direttamente soggetta al patriarca di Antiochia.

Poco si conosce dei cristiani di Beirut dal VI secolo, soprattutto perché il terremoto del 555 devastò drammaticamente la città, che in seguito fu occupata dagli Arabi mussulmani. Tuttavia si conosce il nome di un altro vescovo nel IX secolo, Tommaso, segno che una comunità di lingua greca e di rito bizantino esisteva ancora in quel periodo.

La diocesi latina

Durante la prima crociata, Berito (o anche Baruth) fu occupata dai Crociati che la conquistarono il 13 maggio 1110 (o 27 aprile 1111) e ne furono scacciati il 21 luglio 1291. Per 180 anni circa divenne sede di una diocesi di rito latino, suffraganea di Tiro. Nel 1291 il clero ed il capitolo fuggirono a Cipro nella speranza di poter rientrare nella loro sede, cosa che non sarebbe mai avvenuta. Tuttavia ancora nel 1322 il capitolo della cattedrale era regolarmente costituito a Nicosia, quando elesse il vescovo Emmanuele.

Dal XIV secolo Berito divenne una sede titolare, prima vescovile e poi arcivescovile. Fino a metà del Cinquecento la cronotassi dei vescovi è abbastanza confusa ed è evidente la presenza di serie distinte di titolari. La sede è stata soppressa nel 1931.

Cronotassi degli arcivescovi greci

  • Quarto † (I secolo)
  • Gregorio † (menzionato nel 325)
    • Macedonio † (menzionato nel 344) (vescovo ariano)
  • Timoteo † (circa 381 - 449)
  • Eustazio † (prima del 448/449 - dopo il 451)
  • Aristo †
  • Giovanni † (474 - 491)
  • Marino † (menzionato prima del 518)
  • Talassio † (menzionato nel 536 circa)
  • Tommaso † (menzionato nell'869)

Cronotassi dei vescovi latini

  • Balduino † (menzionato nel 1136)
  • Giovanni † (menzionato nel 1146)
  • Guglielmo † (menzionato nel 1147)
  • Mainardo † (? - 25 aprile 1174 deceduto)
  • Rainaldo † (2 maggio 1175 consacrato - 13 settembre 1180 deceduto)
  • Odo (Oddone) † (1181 consacrato - 1190 deceduto)
  • Roberto † (prima del 1210)
  • Anonimo † (menzionato il 10 luglio 1221)
  • Gualerano (Valerano) † (prima del 1233 - dopo il 1245)
  • Anonimo † (menzionato il 22 dicembre 1248)
  • Anonimo † (menzionato il 31 luglio 1254)
  • Bernardo † (menzionato nel 1267 circa)
  • Bartolomeo † (circa 1272 - 1283)

Cronotassi dei vescovi e arcivescovi titolari

Note
  1. Scipione Agnello Maffei, Gli annali di Mantova su books.google.ch. URL consultato il 18-05-2019
  2. Partenio Affilodosso, I miracoli operati da Dio di secolo in secolo per mezzo si Maria e de suoi ... su books.google.ch. URL consultato il 18-05-2019
  3. (LA) Vetus Martyrologium Romanum (9 novembre) su documentacatholicaomnia.eu (). URL consultato il 18-05-2019
  4. Il miracolo di Beirut. Quando gli ebrei oltraggiarono un'immagine di Cristo su radiospada.org. URL consultato il 18-05-2019
  5. Succede a Egidio de Merica.
  6. Farfa e Gaeta sono episcopi Barutensis.
  7. Secondo Eubel succede a Francesco Gaeta.
Bibliografia
Collegamenti esterni